Venerdì 26 il premio internazionale "Duchessa Lucrezia Borgia"
I riconoscimenti saranno assegnati alla giornalista e scrittrice Francesca Rodolfo e ai registi Marco Melluso e Diego Schiavo
sabato 20 maggio 2023
11.13
Un ponte ideale nel segno della cultura e della scienza lega a filo doppio le città di Bisceglie e Ferrara nel nome della duchessa Lucrezia Borgia. Si svolgerà nell'Auditorium dell'associazione "Roma Intangibile" a Bisceglie, venerdì 26 maggio dalle ore 18:30, la cerimonia di conferimento del Premio internazionale "Lucrezia Borgia". Il riconoscimento trae ragione dalla fratellanza delle due città in nome della nobildonna e si rinnova di edizione in edizione, assumendo sempre più importanza. Negli anni il prestigioso premio è stato assegnato a personalità che, con la loro professione e l'impegno sociale, hanno raggiunto traguardi significativi in ambito culturale e scientifico, tra cui eccellenze di fama internazionale come il professor Umberto Tirelli, oncologo e scienziato, il maestro Marco Misciagna, Gold medalist Kiev opera theatre e il professor Angelo Vescovi, scienziato, biologo e neurofarmacologo italiano, direttore scientifico di Casa Sollievo della Sofferenza e noto per i suoi studi sulle cellule staminali e la medicina rigenerativa.
L'evento, accolto e organizzato dalla società operaia di mutuo soccorso "Roma Intangibile" e ideato dall'associazione culturale "Osservatorio nazionale Duchessa Lucrezia Borgia di Bisceglie", gode dei patrocini di Regione Puglia, Provincia Bat, dei Comuni di Ferrara e Bisceglie e della collaborazione con la sezione di Bisceglie dell'Archeoclub d'Italia. L'appuntamento è sostenuto dagli sponsor ufficiali Confcommercio e Mercatincittà.
Il presidente di "Roma Intangibile", il commendatore Pasquale D'Addato, porterà i suoi saluti alla platea prima dell'introduzione del presidente dell'associazione "Lucrezia Borgia", Antonio Speranza. Durante la serata, presentata dall'attrice Rossella Di Liddo, saranno insignite del riconoscimento alcune personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dell'informazione come i registi Marco Melluso e Diego Schiavo e la giornalista e scrittrice Francesca Rodolfo. Una targa speciale andrà all'attore dialettale biscegliese Francesco Di Bitetto.
Autore, sceneggiatore, regista e produttore, Marco Melluso è anche avvocato e docente di diritto romano presso l'Alma Mater di Bologna. Assieme a Diego Schiavo ha siglato un sodalizio di alto profilo: sono infatti entrambi autori e registi delle docummedie "La signora Matilde. Gossip dal Medioevo", premio R. Francovich 2019 per la divulgazione del Medioevo, e de "Il Conte magico" (14esima posizione dati Cinetel 2019). Insieme a Schiavo e ad Andrea Meli è autore del romanzo "anche solo Klop" (Ediz. malacopia 2017). Attualmente stanno portando a termine, a quattro mani, sempre in qualità di autori e registi, le nuove 'docummedie' su Lucrezia Borgia e sui Bentivoglio, di cui Melluso è anche produttore. Ha scritto e lavorato, tra gli altri, per Lella Costa, Ivano Marescotti, Syusy Blady, Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi. Nel corso degli anni ha curato la regia di vari spettacoli teatrali, tra cui "Parto" con Lella Costa, "Scritto misto" e "Per tanti buoni motivi" con Luciano Manzalini.
Autore, sceneggiatore, regista e sound designer, Diego Schiavo scrive commedie per il teatro e il cinema. Ha collaborato, tra gli altri, con Peter Greenaway, Emir Kusturica, Giuseppe Bertolucci, Giorgio Diritti, Davide Ferrario, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Lella Costa, Luciano Manzalini, Syusy Blady e Patrizio Roversi, Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi, il centro Tempo Reale di Luciano Berio. Insegna alla Scuola di Cinematografia 'Rosencrantz & Guildenstern' di Bologna e al corso di alta formazione "Malagola" di Ravenna. I suoi lavori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
Lucana d'origine e pugliese d'adozione, Francesca Rodolfo, laureata in lingue e letterature straniere (russo e francese) con un master presso l'Università di Siena in traduzione ed editing dei testi, ha tradotto alcuni testi russi (oggi in uso presso l'Università di Bari) di M. M. Bachtin, in collaborazione con l'Istituto di filosofia del linguaggio di Bari. Ha cominciato a lavorare nell'ambito della comunicazione, approdando dopo alcune collaborazioni a Telenorba, tra le tv private nazionali più grandi, seconda solo a Mediaset, e diventandone in breve tempo uno dei volti più noti. Conduce i telegiornali di punta del Gruppo Norba entrando nelle case di milioni di telespettatori. È moglie e mamma e con impegno e sacrificio si destreggia tra famiglia e lavoro. Attivamente impegnata nel sociale, è presidente dell'associazione culturale e di volontariato "Divine del Sud" che si occupa di valorizzare e sostenere persone in carrozzina, con sindrome di down, malate oncologiche, straniere, vittima di violenza. È anche presidente onorario di Ops, l'Osservatorio per le politiche sociali, la famiglia e la sicurezza. Ha collaborato - tra gli altri - al progetto "Testimoni di legalità attiva" della prefettura di Barletta - Andria - Trani, affrontando tematiche di strettissima attualità, dalla violenza di genere al bullismo e cyberbullismo, passando per i fenomeni della droga e della mafia. È testimonial di uno spot sociale in onda sui canali del gruppo Norba sull'umanizzazione delle cure nel reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari.
Presentatrice di grandi eventi e madrina di serate di gala e beneficenza, ha ricevuto tanti premi e riconoscimenti per la "spiccata propensione alla tutela e salvaguardia dei diritti umani".
L'Apulia Film Commission l'ha voluta per piccole parti in diversi film girati in Puglia, dove interpreta se stessa come "Ci vorrebbe un miracolo" (2013), "Thriller" (2014) e "Il potere dell'oro rosso" (2015).
A fare da madrina alla cerimonia la scrittrice, pittrice e sceneggiatrice Maria Giuseppina Pagnotta. Le conclusioni saranno affidate al dottor Tommaso Fontana, noto infettivologo, già direttore sanitario dell'ospedale di Bisceglie e primario del reparto infettivi dell'ospedale di Bisceglie.
Lucrezia Borgia (Subiaco, 18 aprile 1480 – Ferrara, 24 giugno 1519) è una figura controversa del Rinascimento italiano, vittima di una spietata storiografia ottocentesca - oggi diremmo di "fake news" - che l'ha disegnata come macchiavellica e senza scrupoli. Figlia illegittima di papa Alessandro VI Borgia, è stata duchessa di Bisceglie in quanto moglie del duca Alfonso d'Aragona, figlio del re Alfonso II di Napoli, sposato il 21 luglio 1498. Vedova di Alfonso, ucciso nel 1500, su ordine del fratello di lei Cesare Borgia, fu madre di Rodrigo, anch'egli duca di Bisceglie. Lucrezia sposò nel 1501 Alfonso I d'Este, figlio di Ercole. Fu, questa volta, un matrimonio felice e Lucrezia bene si acclimatò nella corte di Ferrara di cui, appunto, fu duchessa dopo la morte del suocero Ercole. Perfetta castellana rinascimentale, acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica, tanto che il marito Alfonso d'Este arrivò ad affidarle la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche una attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti celebri come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino e Ercole Strozzi. Morì di febbre puerperale il 24 giugno 1519 a Ferrara. Nonostante la leggenda nera, Lucrezia morì cristianamente da terziaria francescana e portatrice di cilicio.
Il premio internazionale si ispira proprio al mecenatismo di Lucrezia, a quella capacità di attrarre nel suo nobile entourage artisti, scienziati e letterat i e di creare a corte un clima di fervore intellettuale unico, fonte di prestigio per il casato. Il legame fra Bisceglie e Ferrara è suggellato dal titolo nobiliare di Lucrezia che fu appunto duchessa di Bisceglie e poi di Ferrara. In realtà la nobildonna non fu mai presente a Bisceglie, ma ebbe a cuore la cittadina adriatica. Una leggenda priva di consistenza la vede protagonista nell'invenzione del dolce "Il Sospiro" a lei dedicato dai biscegliesi in occasione di un matrimonio mai celebrato in città.
L'evento, accolto e organizzato dalla società operaia di mutuo soccorso "Roma Intangibile" e ideato dall'associazione culturale "Osservatorio nazionale Duchessa Lucrezia Borgia di Bisceglie", gode dei patrocini di Regione Puglia, Provincia Bat, dei Comuni di Ferrara e Bisceglie e della collaborazione con la sezione di Bisceglie dell'Archeoclub d'Italia. L'appuntamento è sostenuto dagli sponsor ufficiali Confcommercio e Mercatincittà.
Il presidente di "Roma Intangibile", il commendatore Pasquale D'Addato, porterà i suoi saluti alla platea prima dell'introduzione del presidente dell'associazione "Lucrezia Borgia", Antonio Speranza. Durante la serata, presentata dall'attrice Rossella Di Liddo, saranno insignite del riconoscimento alcune personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dell'informazione come i registi Marco Melluso e Diego Schiavo e la giornalista e scrittrice Francesca Rodolfo. Una targa speciale andrà all'attore dialettale biscegliese Francesco Di Bitetto.
Autore, sceneggiatore, regista e produttore, Marco Melluso è anche avvocato e docente di diritto romano presso l'Alma Mater di Bologna. Assieme a Diego Schiavo ha siglato un sodalizio di alto profilo: sono infatti entrambi autori e registi delle docummedie "La signora Matilde. Gossip dal Medioevo", premio R. Francovich 2019 per la divulgazione del Medioevo, e de "Il Conte magico" (14esima posizione dati Cinetel 2019). Insieme a Schiavo e ad Andrea Meli è autore del romanzo "anche solo Klop" (Ediz. malacopia 2017). Attualmente stanno portando a termine, a quattro mani, sempre in qualità di autori e registi, le nuove 'docummedie' su Lucrezia Borgia e sui Bentivoglio, di cui Melluso è anche produttore. Ha scritto e lavorato, tra gli altri, per Lella Costa, Ivano Marescotti, Syusy Blady, Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi. Nel corso degli anni ha curato la regia di vari spettacoli teatrali, tra cui "Parto" con Lella Costa, "Scritto misto" e "Per tanti buoni motivi" con Luciano Manzalini.
Autore, sceneggiatore, regista e sound designer, Diego Schiavo scrive commedie per il teatro e il cinema. Ha collaborato, tra gli altri, con Peter Greenaway, Emir Kusturica, Giuseppe Bertolucci, Giorgio Diritti, Davide Ferrario, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Lella Costa, Luciano Manzalini, Syusy Blady e Patrizio Roversi, Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi, il centro Tempo Reale di Luciano Berio. Insegna alla Scuola di Cinematografia 'Rosencrantz & Guildenstern' di Bologna e al corso di alta formazione "Malagola" di Ravenna. I suoi lavori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
Lucana d'origine e pugliese d'adozione, Francesca Rodolfo, laureata in lingue e letterature straniere (russo e francese) con un master presso l'Università di Siena in traduzione ed editing dei testi, ha tradotto alcuni testi russi (oggi in uso presso l'Università di Bari) di M. M. Bachtin, in collaborazione con l'Istituto di filosofia del linguaggio di Bari. Ha cominciato a lavorare nell'ambito della comunicazione, approdando dopo alcune collaborazioni a Telenorba, tra le tv private nazionali più grandi, seconda solo a Mediaset, e diventandone in breve tempo uno dei volti più noti. Conduce i telegiornali di punta del Gruppo Norba entrando nelle case di milioni di telespettatori. È moglie e mamma e con impegno e sacrificio si destreggia tra famiglia e lavoro. Attivamente impegnata nel sociale, è presidente dell'associazione culturale e di volontariato "Divine del Sud" che si occupa di valorizzare e sostenere persone in carrozzina, con sindrome di down, malate oncologiche, straniere, vittima di violenza. È anche presidente onorario di Ops, l'Osservatorio per le politiche sociali, la famiglia e la sicurezza. Ha collaborato - tra gli altri - al progetto "Testimoni di legalità attiva" della prefettura di Barletta - Andria - Trani, affrontando tematiche di strettissima attualità, dalla violenza di genere al bullismo e cyberbullismo, passando per i fenomeni della droga e della mafia. È testimonial di uno spot sociale in onda sui canali del gruppo Norba sull'umanizzazione delle cure nel reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari.
Presentatrice di grandi eventi e madrina di serate di gala e beneficenza, ha ricevuto tanti premi e riconoscimenti per la "spiccata propensione alla tutela e salvaguardia dei diritti umani".
L'Apulia Film Commission l'ha voluta per piccole parti in diversi film girati in Puglia, dove interpreta se stessa come "Ci vorrebbe un miracolo" (2013), "Thriller" (2014) e "Il potere dell'oro rosso" (2015).
A fare da madrina alla cerimonia la scrittrice, pittrice e sceneggiatrice Maria Giuseppina Pagnotta. Le conclusioni saranno affidate al dottor Tommaso Fontana, noto infettivologo, già direttore sanitario dell'ospedale di Bisceglie e primario del reparto infettivi dell'ospedale di Bisceglie.
Lucrezia Borgia (Subiaco, 18 aprile 1480 – Ferrara, 24 giugno 1519) è una figura controversa del Rinascimento italiano, vittima di una spietata storiografia ottocentesca - oggi diremmo di "fake news" - che l'ha disegnata come macchiavellica e senza scrupoli. Figlia illegittima di papa Alessandro VI Borgia, è stata duchessa di Bisceglie in quanto moglie del duca Alfonso d'Aragona, figlio del re Alfonso II di Napoli, sposato il 21 luglio 1498. Vedova di Alfonso, ucciso nel 1500, su ordine del fratello di lei Cesare Borgia, fu madre di Rodrigo, anch'egli duca di Bisceglie. Lucrezia sposò nel 1501 Alfonso I d'Este, figlio di Ercole. Fu, questa volta, un matrimonio felice e Lucrezia bene si acclimatò nella corte di Ferrara di cui, appunto, fu duchessa dopo la morte del suocero Ercole. Perfetta castellana rinascimentale, acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica, tanto che il marito Alfonso d'Este arrivò ad affidarle la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche una attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti celebri come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino e Ercole Strozzi. Morì di febbre puerperale il 24 giugno 1519 a Ferrara. Nonostante la leggenda nera, Lucrezia morì cristianamente da terziaria francescana e portatrice di cilicio.
Il premio internazionale si ispira proprio al mecenatismo di Lucrezia, a quella capacità di attrarre nel suo nobile entourage artisti, scienziati e letterat