Violenza sulle donne, una riflessione negli spazi di Lab 23. Foto
Un gruppo di giovani attivisti ha condotto delle specifiche attività in occasione della Giornata internazionale dedicata al tema
domenica 27 novembre 2022
9.29
Un pomeriggio intenso, quello di venerdì all'interno degli spazi di Lab 23 a Bisceglie.
Un gruppo piuttosto numeroso di cittadini, in particolare giovanissimi, si è ritrovato per commemorare le donne vittime di violenza, una violenza che è fisica, psicologica, di sesso e che spesso diventa femminicidio.
I racconti di violenza hanno aperto il dibattito, al quale hanno contribuito soprattutto i giovanI: sono loro ad avvertire fortemente il pericolo a cui il genere femminile è esposto.
La violenza di genere dev'essere estirpata dalla nostra società attraverso una rete solida alla quale donna possa appellarsi in caso di necessità: centri antiviolenza, case rifugio, enti locali tra cui i Comuni, stituzioni, scuola, mondo della cultura.
Le donne che denunciano devono essere protette, perché in loro c'è la paura di restare sole quando, addirittura, inascoltate.
Mentre gli omicidi calano, i femminicidi aumentano. Le donne vengono assassinate dai propri mariti, compagni, colleghi. Non bastano gli interventi normativi: è indispensabile un profondo cambiamento culturale. Valorizzare la dignità delle donne. Investire in formazione. L'Italia, purtroppo, non fa ancora abbastanza per combattere i femminicidi e la violenza contro le donne.
L'incontro, animato dal gruppo guidato dal giovane Ferdinando Carbone e coordinato da Gabriella Baldini, si è concluso con la lettura del passo di un discorso di San Giovanni Paolo II: «La violenza distrugge ciò che vuole difendere la libertà, la dignità e la vita delle persone».
L'attività dei gruppi di lavoro prosegue all'interno di Lab 23, uno spazio aperto a tutti.
Un gruppo piuttosto numeroso di cittadini, in particolare giovanissimi, si è ritrovato per commemorare le donne vittime di violenza, una violenza che è fisica, psicologica, di sesso e che spesso diventa femminicidio.
I racconti di violenza hanno aperto il dibattito, al quale hanno contribuito soprattutto i giovanI: sono loro ad avvertire fortemente il pericolo a cui il genere femminile è esposto.
La violenza di genere dev'essere estirpata dalla nostra società attraverso una rete solida alla quale donna possa appellarsi in caso di necessità: centri antiviolenza, case rifugio, enti locali tra cui i Comuni, stituzioni, scuola, mondo della cultura.
Le donne che denunciano devono essere protette, perché in loro c'è la paura di restare sole quando, addirittura, inascoltate.
Mentre gli omicidi calano, i femminicidi aumentano. Le donne vengono assassinate dai propri mariti, compagni, colleghi. Non bastano gli interventi normativi: è indispensabile un profondo cambiamento culturale. Valorizzare la dignità delle donne. Investire in formazione. L'Italia, purtroppo, non fa ancora abbastanza per combattere i femminicidi e la violenza contro le donne.
L'incontro, animato dal gruppo guidato dal giovane Ferdinando Carbone e coordinato da Gabriella Baldini, si è concluso con la lettura del passo di un discorso di San Giovanni Paolo II: «La violenza distrugge ciò che vuole difendere la libertà, la dignità e la vita delle persone».
L'attività dei gruppi di lavoro prosegue all'interno di Lab 23, uno spazio aperto a tutti.