Vittima di due aggressioni: pizzaiolo chiede aiuto
Il suo aggressore ai domiciliari in un sottano accanto alla pizzeria
martedì 11 maggio 2021
14.53
Arrestato, condannato e ora ai domiciliari. A casa, a due passi dalla pizzeria il cui titolare l'ha denunciato dopo essere rimasto vittima, con i suoi fratelli, di una violenta aggressione. Succede a Bisceglie non lontano dal centro. L'attività è collegata attraverso una porta all'interno della cucina con il sottano dove il ragazzo di 29 anni rumeno vive. I fatti risalgono al 30 agosto del 2020. A spiegarli Savino Tedeschi, 34 anni, il proprietario dell'attività. «Tutto è nato da una pizza - ha affermato -. Erano le 15.20. Lo ricordo bene. Il ragazzo si è affacciato in pizzeria chiedendomi di preparargli una pizza. Era in compagnia di un suo coetaneo ucraino. Io avevo iniziato a lavorare da appena 20 minuti. Il forno era spento. Non avrei mai potuto prepararla. Da quel diniego è scattata l'ira del 29enne. Prima mi ha dato uno schiaffo, poi ha cercato di colpirmi con un bicchiere che per fortuna ho schivato. Mia sorella e mio fratello sono intervenuti per aiutami e sono stati colpiti anche loro. A mio fratello sono volati via anche tre denti». Adesso la paura è tanta. «La solidarietà - ha spiegato - è arrivata ma solo a parole. Non è affatto razzismo questo. Il pericolo è concreto. Pochi giorni fa abbiamo subito un'altra aggressione. Mio padre era fuori dalla pizzeria. Il 29enne aveva un coltello in mano e ha cercato di accoltellarlo. Era in preda all'alcool. Capita sempre. Si ubriaca e dà di matto. Vogliamo che venga allontanato da qui».
Savino ringrazia i carabinieri, a suo dire gli unici ad aver fatto qualcosa di concreto in questa vicenda. Il suo legale Domenico Preziosa chiede che le istruzioni agiscano prima che sia troppo tardi. «La magistratura e le forze dell'ordine possono intervenire solo a reato commesso - ha affermato -. Ma ci sono altre istituzioni che possono farlo prima, come il sindaco, che ha potere di ordine pubblico, e il prefetto. Il mio assistito e la sua famiglia chiedono che si intervenga prima che accada qualcosa di spiacevole».
Savino ringrazia i carabinieri, a suo dire gli unici ad aver fatto qualcosa di concreto in questa vicenda. Il suo legale Domenico Preziosa chiede che le istruzioni agiscano prima che sia troppo tardi. «La magistratura e le forze dell'ordine possono intervenire solo a reato commesso - ha affermato -. Ma ci sono altre istituzioni che possono farlo prima, come il sindaco, che ha potere di ordine pubblico, e il prefetto. Il mio assistito e la sua famiglia chiedono che si intervenga prima che accada qualcosa di spiacevole».