Zona 167 con opere incomplete, se residenti decidono di non pagare i conguagli
«Una sorta di risarcimento per inefficienze e inadempienze che danno minusvalore agli immobili»
venerdì 4 agosto 2017
0.30
Alcuni residenti della zona 167 hanno deciso di dare battaglia al al Comune che da qualche settimana sta inviando le ingiunzioni di pagamento ai soci delle cooperative che non hanno aderito al piano di rateizzazione o che non hanno ancora pagato il conguaglio per il riscatto dei suoli su cui sono stati costruiti gli edifici.
È quanto emerge da una lettera recapitata alla redazione di Bisceglieviva e indirizzata anche ad altre autorità comunali. Nella lettera si ipotizza una resistenza al pagamento del conguaglio (circa 15.000 euro a famiglia), giustificata dalle numerose carenze in termini di opere pubbliche previste nella zona.
«Le opere di primaria urbanizzazione anche a carico degli attuali residenti sono da anni concluse», viene ricordato. Di contro c'è una lista delle inadempienze del Comune elencate di seguito:
- Il manto stradale definitivo non è ancora stato realizzato;
- l'illuminazione stradale ordinaria non è totalmente ultimata;
- l'illuminazione a led (come in altre sone della città) è inesistente;
- le zone verdi su strada sono in stato di abbandono;
- pochissime zone verdi sono mantenute dai residenti a loro esclusiva spesa;
- la segnaletica orizzontale è inesistente;
- la segnaletica verticale è carente, incompleta e indubbiamente provvisoria;
- le piste ciclabili assenti (addirittura rimosse le preesistenti);
- la rotonda/zona verde dell'ingresso principale al quartiere è priva di illuminazione, incompleta, non arredata e con sterpaglia ovvio habitat di insetti, topi e serpenti.
- le strutture sportive che facevano parte del progetto della zona residenziale non sono mai state realizzate;
- alcuni cantieri edili sono sospesi da anni, ma con la presenza di attrezzature e gru, lasciate in stato di abbandono e ovviamente pericolose per l'incolumità dei passanti;
- l'ingresso nord assolutamente inadeguato come dimensioni al facile accesso alla zona;
- l'ingresso a sud è molto pericoloso in quanto la (si spera provvisoria) rotonda sulla strada statale è inadeguata a regolamentare il flusso e deflusso della zona oltre che priva di dissuasori di velocità per chi procede sull'arteria principale.
I residenti che hanno inviato la lettera dunque si chiedono: «Quando è stata programmata e progettata la "zona 167", c'erano i fondi per concludere le opere? Se sì, perchè non vengon ultimate? Se no, perchè non comunicarlo ai residenti che attendono, illudendosi, di vivere in un quartiere ben servito così come prospettato nel progetto e nel quale hanno investito i loro risparmi? Cosa sta facendo il Comune per mettere in sicurezza i cantieri abbandonati e pericolosi? Le strutture sportive erano solo un disegno su carta o erano seriamente programmate? Se erano programmate e non uno specchietto per le allodole quando inizieranno e finiranno i lavori? I progetti ad edificare, autorizzati dal Comune, prevedevano per legge, aree verdi interne per ogni condominio e non parcheggi interni sopra suolo. Numerosissime imprese e cooperative non hanno rispettato il progetto, cosa sta facendo il Comune in merito?».
Sulla base di tutte queste considerazioni, ravvisando anche «un minusvalore ai propri immobili e alla zona intera», nella lettera si parla apertamente della eventualità che alcuni soci delle cooperative, sospendano «i pagamenti come sorta di risarcimento per le inefficienze e inadempienze, ormai visibili, dell'amministrazione competente, creando danni alle casse comunali».
Quanto sia giuridicamente valida una contesa che vedrebbe al centro il valore di terreni la cui stima è stata fissata indipendentemente da ciò che si sarebbe costruito sopra, è tutto da vedere.
Ma la sfida è stata lanciata e con uno scenario semplice ma ad alta tensione, prefigurato nelle conclusioni della lettera: «Come si suol dire "non lo fai tu? non lo faccio neanch'io! Poi si pensa, tanto la prima casa non me la togli mica facilmente"».
È quanto emerge da una lettera recapitata alla redazione di Bisceglieviva e indirizzata anche ad altre autorità comunali. Nella lettera si ipotizza una resistenza al pagamento del conguaglio (circa 15.000 euro a famiglia), giustificata dalle numerose carenze in termini di opere pubbliche previste nella zona.
«Le opere di primaria urbanizzazione anche a carico degli attuali residenti sono da anni concluse», viene ricordato. Di contro c'è una lista delle inadempienze del Comune elencate di seguito:
- Il manto stradale definitivo non è ancora stato realizzato;
- l'illuminazione stradale ordinaria non è totalmente ultimata;
- l'illuminazione a led (come in altre sone della città) è inesistente;
- le zone verdi su strada sono in stato di abbandono;
- pochissime zone verdi sono mantenute dai residenti a loro esclusiva spesa;
- la segnaletica orizzontale è inesistente;
- la segnaletica verticale è carente, incompleta e indubbiamente provvisoria;
- le piste ciclabili assenti (addirittura rimosse le preesistenti);
- la rotonda/zona verde dell'ingresso principale al quartiere è priva di illuminazione, incompleta, non arredata e con sterpaglia ovvio habitat di insetti, topi e serpenti.
- le strutture sportive che facevano parte del progetto della zona residenziale non sono mai state realizzate;
- alcuni cantieri edili sono sospesi da anni, ma con la presenza di attrezzature e gru, lasciate in stato di abbandono e ovviamente pericolose per l'incolumità dei passanti;
- l'ingresso nord assolutamente inadeguato come dimensioni al facile accesso alla zona;
- l'ingresso a sud è molto pericoloso in quanto la (si spera provvisoria) rotonda sulla strada statale è inadeguata a regolamentare il flusso e deflusso della zona oltre che priva di dissuasori di velocità per chi procede sull'arteria principale.
I residenti che hanno inviato la lettera dunque si chiedono: «Quando è stata programmata e progettata la "zona 167", c'erano i fondi per concludere le opere? Se sì, perchè non vengon ultimate? Se no, perchè non comunicarlo ai residenti che attendono, illudendosi, di vivere in un quartiere ben servito così come prospettato nel progetto e nel quale hanno investito i loro risparmi? Cosa sta facendo il Comune per mettere in sicurezza i cantieri abbandonati e pericolosi? Le strutture sportive erano solo un disegno su carta o erano seriamente programmate? Se erano programmate e non uno specchietto per le allodole quando inizieranno e finiranno i lavori? I progetti ad edificare, autorizzati dal Comune, prevedevano per legge, aree verdi interne per ogni condominio e non parcheggi interni sopra suolo. Numerosissime imprese e cooperative non hanno rispettato il progetto, cosa sta facendo il Comune in merito?».
Sulla base di tutte queste considerazioni, ravvisando anche «un minusvalore ai propri immobili e alla zona intera», nella lettera si parla apertamente della eventualità che alcuni soci delle cooperative, sospendano «i pagamenti come sorta di risarcimento per le inefficienze e inadempienze, ormai visibili, dell'amministrazione competente, creando danni alle casse comunali».
Quanto sia giuridicamente valida una contesa che vedrebbe al centro il valore di terreni la cui stima è stata fissata indipendentemente da ciò che si sarebbe costruito sopra, è tutto da vedere.
Ma la sfida è stata lanciata e con uno scenario semplice ma ad alta tensione, prefigurato nelle conclusioni della lettera: «Come si suol dire "non lo fai tu? non lo faccio neanch'io! Poi si pensa, tanto la prima casa non me la togli mica facilmente"».