Zona rossa e restrizioni, la preoccupazione di Assolocali

Il presidente Ferrante chiede un incontro al Sindaco Angarano sulla questione Tari e sottolinea: «Doveroso rinegoziare i canoni di affitto coi proprietari dei locali»

martedì 16 marzo 2021 19.30
Forti preoccupazioni e timori rispetto alle conseguenze del passaggio di Bisceglie in zona rossa, quelli espressi in una nota da Assolocali, realtà associativa che raggruppa ben 43 attività commerciali biscegliesi del comparto ristorazione (bar, ristoranti, pub e pizzerie) e recentemente ha rinnovato la composizione degli organi rappresentativi (link all'articolo).

«Stiamo valutando tutte le azioni da intraprendere in favore delle categorie dei pubblici esercizi» ha spiegato il presidente fresco di elezione Donato Ferrante. «Siamo allo stremo sotto il profilo economico, ormai vessati da quasi un anno di chiusure alternate da brevi periodi di apertura e soprattutto sotto il profilo umano, disillusi dalle istituzioni che ci hanno lasciati a noi stessi, ecco perché in questo momento diventa fondamentale l'associazione col suo lavoro» ha tuonato, senza mezzi termini esortando un'interlocuzione col Sindaco Angarano «al quale presenteremo il nuovo organigramma associativo e alcune proposte concrete, ad esempio una rimodulazione della quota fissa e variabile Tari per renderla meno gravosa. Abbiamo già richiesto un appuntamento e attendiamo riscontro» ha fatto sapere il presidente di Assolocali.

Ferrante ha invitato «tutti i proprietari dei locali in cui vengono portate avanti le attività commerciali ad avere memoria di chi ha sempre tenuto comportamenti esemplari come locatari ed essere comprensivi della situazione di grave disagio in cui si trova tutto il comparto della ristorazione, al fine di provvedere a una rinegoziazione dei canoni per favorire la prosecuzione delle attività. D'altronde un'eventuale chiusura dei locali porterebbe sicuramente meno entrate per i titolari degli immobili» ha osservato.

«È un momento di grandissima difficoltà per i gestori del settore ristorazione, che si aggiunge ad un 2020 sciagurato per la salute e per l'economia» gli ha fatto eco l'avvocato Dario Galantino, socio onorario e legale di fiducia dell'associazione. «Le chiusure a singhiozzo, oltre che bloccare le attività di somministrazione alimentare, hanno rallentato anche l'indotto dei grossisti e delle materie prime. È necessario, per andare avanti, ridurre notevolmente i costi. Ci aspettiamo provvedimenti concreti da parte del Comune sul taglio netto dei tributi locali. Ci attendiamo, inoltre, grande senso di responsabilità e vicinanza da parte dei proprietari dei locali; in alternativa verranno attivate tutte le procedure, anche in via giudiziale, idonee a ridurre i canoni di locazione».