Zona Seminario: scuola e quartiere nel degrado
BisceglieViva riceve e pubblica la riflessione di un cittadino
domenica 17 settembre 2023
9.46
Il degrado regna sovrano in questa landa periferica abbandonata ad Est della città di Bisceglie. Abbandono colposo da parte di chi nell'amministrazione della cosa pubblica ha avuto negli anni la responsabilità delle manutenzioni (assessori vari) e di chi nella gestione del servizio pubblico (dirigenti e funzionari addetti di scuole e uffici comunali) non ha mai visto sconci né mai è intervenuto a sanarli con efficacia.
È sufficiente passare (a piedi è un'acrobazia!) davanti alla scuola di Via Martiri di Via Fani per accorgersi che davvero non esistono né attenzione e cura al bene pubblico, né rispetto per i cittadini. Dall'interno superando l'alto recinto della scuola, alberi e arbusti tracimano con i rami carichi sui marciapiedi fin sulla strada impedendo il transito delle persone, adulti e bambini, che passano per andare o no a scuola. Nessuno si è mai curato di dare un taglio a quello sconcio non solo per consentire il passaggio ma anche per evitare che le noci del noce, le olive dell'ulivo, le foglie rinsecchite degli altri arbusti e piante ornamentali di quella scuola, giunti a maturazione caschino per terra a insozzare il marciapiede e la strada e ad alimentare le scorribande di topi e insetti già visti di dimensioni non trascurabili. E sbirciando all'interno del cortile di quella scuola, le siepi rigogliose e gli alberi contribuiscono a fornire un aspetto non proprio di ordine e pulizia come dovrebbe essere la scuola, fucina di formazione ai valori della vita.
Per non dire che bello non è e nemmeno educativo ciò che si vede sulla piazzola di fronte all'ingresso di quella scuola, dove sono deposti sacchetti di immondizie e mastelli del condominio dirimpettaio non ancora svuotati o non ritirati.
Davanti alle altre scuole cittadine, poi, felicemente inaugurate in pompa magna anche quest'anno, fanno evidente bella mostra di sé le strisce pedonali rifatte prima dello squillo della prima campanella dell'anno scolastico. Davanti alla scuola di via M. di Via Fani lo squallore impallidito di strisce pedonali a metà strada ricorda i tempi andati…ma andati molto lontano.
Le querce abbandonate in Via Bartolo Colangelo sono ormai un bosco, almeno da un decennio non ricordano una potatura e crescono a dismisura impedendo la luce degli alti lampioni la sera, mentre lo stretto marciapiede sottostante quando è pieno di ghiande marcite obbliga i pedoni a camminare sulla strada con rischio e pericolo specialmente di sera al buio (nonostante, appunto, i lampioni per questo inutili e spreconi).
Anche le querce delle altre strade del quartiere "vivono" così: quelle di via Bellini fanno paura.
Nella zona dell'ex mercato settimanale, lo spartitraffico di quel largo sullo sfondo di Viale Calace con la strada adiacente è un percorso di guerra da superare solo con rischiose gimcane quotidiane tra gobbe e rotture dell'asfalto, sia a piedi che a bordo di cicli, motocicli e automobili. Dire che i marciapiedi di quello spartitraffico sono dissestati è un eufemismo, ultra rotti come sono da tempi immemorabili.
Si provi anche a procedere su via G. Veneziano (la via che dal largo suddetto porta all'ITC) a piedi o a bordo di un qualsiasi mezzo di locomozione: i dossetti sull'asfalto e lo sfascio dei marciapiedi rendono critica e pericolosa ogni andatura.
Il marciapiede che porta alla chiesa di S.M. di Costantinopoli gode della protezione dall'Alto perché finora nessuno, pare, abbia avuto compromessi gli arti inferiori a causa delle mattonelle infossate, dismesse, rotte. E quindi? Non è da riparare e rendere agibile?
Via Cala dell'Arciprete, che dalla rotatoria della bellissima esposizione di immagini di legalità scende fino al mare che si adorna di bandiera blu, offre da tempo immemore lo spettacolo incredibile a vedersi del marciapiede di sinistra da brivido, orribile, assurdo, affatto impraticabile per la sconcezza di massi e mattoni rotti e abbandonati in cumuli di macerie uno accanto all'altro in uno stato pietoso. Su quel marciapiede dove non possono camminare gli studenti per andare al liceo, nemmeno i "turisti" o semplicemente i cittadini biscegliesi possono scegliere di andare al mare o a fare una semplice passeggiata a piedi. Invece no, né studenti, né turisti, né cittadini e…nemmeno i cani, solo dissesto di pietre e mattoni.
Di altrettanta rottura e impraticabilità dicasi del marciapiede di via Imbriani che va dall'incrocio di via Sac. F. Di Molfetta a quello di via M. Giuliani costeggiando quella bella rotatoria munita di artistiche opere in ferro battuto.
E se si vuol utilizzare il marciapiede dell'ultimo tratto di via Pio X? Qui bisogna fare i conti con gli oleandri che li invadono: non c'è spazio per camminare a causa della esuberanza del fogliame per la mancata potatura da anni.
Si potrebbe continuare…
Eppure nel tempo, di tutte queste deficienze non sono mancate le segnalazioni e le richieste scritte e orali ai responsabili. In risposta c'è stato spesso il silenzio o l'amara presa in giro di interventi promessi e mai avvenuti.
Questo quartiere è figlio di un dio minore? Forse peggio, addirittura sembra un quartiere "orfano" nonostante che i suoi residenti siano soggetti a tasse e tributi comunali come i cittadini del centro città, ma senza vederne in cambio beneficio alcuno.
Sono cambiate le amministrazioni e i dirigenti senza sostanziali cambiamenti per questo quartiere.
Lo scatafascio sembra non finire mai. Fino a quando?
A cura di Nicola Gallo
È sufficiente passare (a piedi è un'acrobazia!) davanti alla scuola di Via Martiri di Via Fani per accorgersi che davvero non esistono né attenzione e cura al bene pubblico, né rispetto per i cittadini. Dall'interno superando l'alto recinto della scuola, alberi e arbusti tracimano con i rami carichi sui marciapiedi fin sulla strada impedendo il transito delle persone, adulti e bambini, che passano per andare o no a scuola. Nessuno si è mai curato di dare un taglio a quello sconcio non solo per consentire il passaggio ma anche per evitare che le noci del noce, le olive dell'ulivo, le foglie rinsecchite degli altri arbusti e piante ornamentali di quella scuola, giunti a maturazione caschino per terra a insozzare il marciapiede e la strada e ad alimentare le scorribande di topi e insetti già visti di dimensioni non trascurabili. E sbirciando all'interno del cortile di quella scuola, le siepi rigogliose e gli alberi contribuiscono a fornire un aspetto non proprio di ordine e pulizia come dovrebbe essere la scuola, fucina di formazione ai valori della vita.
Per non dire che bello non è e nemmeno educativo ciò che si vede sulla piazzola di fronte all'ingresso di quella scuola, dove sono deposti sacchetti di immondizie e mastelli del condominio dirimpettaio non ancora svuotati o non ritirati.
Davanti alle altre scuole cittadine, poi, felicemente inaugurate in pompa magna anche quest'anno, fanno evidente bella mostra di sé le strisce pedonali rifatte prima dello squillo della prima campanella dell'anno scolastico. Davanti alla scuola di via M. di Via Fani lo squallore impallidito di strisce pedonali a metà strada ricorda i tempi andati…ma andati molto lontano.
Le querce abbandonate in Via Bartolo Colangelo sono ormai un bosco, almeno da un decennio non ricordano una potatura e crescono a dismisura impedendo la luce degli alti lampioni la sera, mentre lo stretto marciapiede sottostante quando è pieno di ghiande marcite obbliga i pedoni a camminare sulla strada con rischio e pericolo specialmente di sera al buio (nonostante, appunto, i lampioni per questo inutili e spreconi).
Anche le querce delle altre strade del quartiere "vivono" così: quelle di via Bellini fanno paura.
Nella zona dell'ex mercato settimanale, lo spartitraffico di quel largo sullo sfondo di Viale Calace con la strada adiacente è un percorso di guerra da superare solo con rischiose gimcane quotidiane tra gobbe e rotture dell'asfalto, sia a piedi che a bordo di cicli, motocicli e automobili. Dire che i marciapiedi di quello spartitraffico sono dissestati è un eufemismo, ultra rotti come sono da tempi immemorabili.
Si provi anche a procedere su via G. Veneziano (la via che dal largo suddetto porta all'ITC) a piedi o a bordo di un qualsiasi mezzo di locomozione: i dossetti sull'asfalto e lo sfascio dei marciapiedi rendono critica e pericolosa ogni andatura.
Il marciapiede che porta alla chiesa di S.M. di Costantinopoli gode della protezione dall'Alto perché finora nessuno, pare, abbia avuto compromessi gli arti inferiori a causa delle mattonelle infossate, dismesse, rotte. E quindi? Non è da riparare e rendere agibile?
Via Cala dell'Arciprete, che dalla rotatoria della bellissima esposizione di immagini di legalità scende fino al mare che si adorna di bandiera blu, offre da tempo immemore lo spettacolo incredibile a vedersi del marciapiede di sinistra da brivido, orribile, assurdo, affatto impraticabile per la sconcezza di massi e mattoni rotti e abbandonati in cumuli di macerie uno accanto all'altro in uno stato pietoso. Su quel marciapiede dove non possono camminare gli studenti per andare al liceo, nemmeno i "turisti" o semplicemente i cittadini biscegliesi possono scegliere di andare al mare o a fare una semplice passeggiata a piedi. Invece no, né studenti, né turisti, né cittadini e…nemmeno i cani, solo dissesto di pietre e mattoni.
Di altrettanta rottura e impraticabilità dicasi del marciapiede di via Imbriani che va dall'incrocio di via Sac. F. Di Molfetta a quello di via M. Giuliani costeggiando quella bella rotatoria munita di artistiche opere in ferro battuto.
E se si vuol utilizzare il marciapiede dell'ultimo tratto di via Pio X? Qui bisogna fare i conti con gli oleandri che li invadono: non c'è spazio per camminare a causa della esuberanza del fogliame per la mancata potatura da anni.
Si potrebbe continuare…
Eppure nel tempo, di tutte queste deficienze non sono mancate le segnalazioni e le richieste scritte e orali ai responsabili. In risposta c'è stato spesso il silenzio o l'amara presa in giro di interventi promessi e mai avvenuti.
Questo quartiere è figlio di un dio minore? Forse peggio, addirittura sembra un quartiere "orfano" nonostante che i suoi residenti siano soggetti a tasse e tributi comunali come i cittadini del centro città, ma senza vederne in cambio beneficio alcuno.
Sono cambiate le amministrazioni e i dirigenti senza sostanziali cambiamenti per questo quartiere.
Lo scatafascio sembra non finire mai. Fino a quando?
A cura di Nicola Gallo