Bisceglie in caduta libera, contestazione inevitabile
Nerazzurri nei guai, sarà battaglia per evitare il penultimo posto che potrebbe causare la retrocessione diretta
venerdì 28 febbraio 2020
14.42
Un gol incassato al 95° ha impedito al Rende di agganciare il Bisceglie al penultimo posto in classifica del girone C di Serie C. Una posizione tutt'altro che invidiabile, considerato che il divario rispetto al Picerno, quindicesimo, è salito a dodici punti e che in questo caso i playout non si svolgerebbero. Finire sotto il Rende, in parole povere, potrebbe costare la retrocessione alla compagine stellata.
Ben dodici delle quindici sconfitte in campionato del Bisceglie sono maturate di misura: otto di queste per 1-0, quattro per 2-1. Un dato eloquente, nel quale è racchiusa la fragilità psicologica di un gruppo mutato negli interpreti durante la stagione la cui unica costante, al momento, è stata l'incapacità di imporre il proprio gioco. Il numero fin troppo elevato di calciatori passati per l'organico e che non si sono rivelati all'altezza della categoria è la prova più evidente di un fallimento progettuale.
Lo stop interno di mercoledì nel match con la Viterbese, ennesimo evitabile capitolo negativo di un'annata che sarebbe da dimenticare anche in caso di salvezza, ha scatenato la contestazione del sempre meno numeroso pubblico presente sugli spalti del "Gustavo Ventura". I tifosi nerazzurri, ragionevolmente, rimproverano ai giocatori non tanto una cifra tecnica inferiore al livello medio del terzo torneo professionistico quanto lo scarso impegno profuso. Sotto questo punto di vista, il gruppo è indifendibile e la decisione - peraltro trapelata ufficiosamente - dell'emarginazione di alcuni elementi, che sarebbero stati messi fuori rosa (condizionale d'obbligo in assenza di comunicazioni ufficiali), tutto è tranne che risolutiva. Perché, in tutta sincerità, non sono soltanto in tre quelli che non corrono quanto dovrebbero o che tirano via la gamba...
Restano dieci giornate di regular season: l'obiettivo primario è tenere dietro il Rende, con cui il Bisceglie ha vinto entrambi i confronti diretti (perciò basterebbe anche finire a pari punti). Non sarebbe neppure illogico sperare di recuperare il -4 rispetto alla Sicula Leonzio, non essendo le dirette concorrenti esattamente dei fulmini di guerra. Utile allo scopo sarebbe vincere delle partite, evento avvenuto appena tre volte in stagione: le due col Rende e in trasferta ad Avellino.
Il calendario potrebbe essere un alleato: gli impegni fuori casa non sono tutti proibitivi. La trasferta di Terni e il derby di Bari magari sì, ma non è utopico pensare di rimediare qualche punticino sui campi di Virtus Francavilla, Paganese e Vibonese. Quanto agli incontri casalinghi, se con Catania, Teramo e Monopoli non sarà facile, le sfide chiave sembrano quelle ravvicinate - alla terzultima e penultima giornata - con Cavese e Rieti. Il morale è sotto i tacchi, l'ambiente sfaldato. Servirà anche una buona dose di fortuna per guadagnare il diritto a giocarsi la salvezza nei playout. Sullo sfondo, vicende che definire "societarie" è puro eufemismo. Il futuro del club è indecifrabile.
Ben dodici delle quindici sconfitte in campionato del Bisceglie sono maturate di misura: otto di queste per 1-0, quattro per 2-1. Un dato eloquente, nel quale è racchiusa la fragilità psicologica di un gruppo mutato negli interpreti durante la stagione la cui unica costante, al momento, è stata l'incapacità di imporre il proprio gioco. Il numero fin troppo elevato di calciatori passati per l'organico e che non si sono rivelati all'altezza della categoria è la prova più evidente di un fallimento progettuale.
Lo stop interno di mercoledì nel match con la Viterbese, ennesimo evitabile capitolo negativo di un'annata che sarebbe da dimenticare anche in caso di salvezza, ha scatenato la contestazione del sempre meno numeroso pubblico presente sugli spalti del "Gustavo Ventura". I tifosi nerazzurri, ragionevolmente, rimproverano ai giocatori non tanto una cifra tecnica inferiore al livello medio del terzo torneo professionistico quanto lo scarso impegno profuso. Sotto questo punto di vista, il gruppo è indifendibile e la decisione - peraltro trapelata ufficiosamente - dell'emarginazione di alcuni elementi, che sarebbero stati messi fuori rosa (condizionale d'obbligo in assenza di comunicazioni ufficiali), tutto è tranne che risolutiva. Perché, in tutta sincerità, non sono soltanto in tre quelli che non corrono quanto dovrebbero o che tirano via la gamba...
Restano dieci giornate di regular season: l'obiettivo primario è tenere dietro il Rende, con cui il Bisceglie ha vinto entrambi i confronti diretti (perciò basterebbe anche finire a pari punti). Non sarebbe neppure illogico sperare di recuperare il -4 rispetto alla Sicula Leonzio, non essendo le dirette concorrenti esattamente dei fulmini di guerra. Utile allo scopo sarebbe vincere delle partite, evento avvenuto appena tre volte in stagione: le due col Rende e in trasferta ad Avellino.
Il calendario potrebbe essere un alleato: gli impegni fuori casa non sono tutti proibitivi. La trasferta di Terni e il derby di Bari magari sì, ma non è utopico pensare di rimediare qualche punticino sui campi di Virtus Francavilla, Paganese e Vibonese. Quanto agli incontri casalinghi, se con Catania, Teramo e Monopoli non sarà facile, le sfide chiave sembrano quelle ravvicinate - alla terzultima e penultima giornata - con Cavese e Rieti. Il morale è sotto i tacchi, l'ambiente sfaldato. Servirà anche una buona dose di fortuna per guadagnare il diritto a giocarsi la salvezza nei playout. Sullo sfondo, vicende che definire "societarie" è puro eufemismo. Il futuro del club è indecifrabile.