Cambio del regolamento retrocessioni, Canonico è furibondo
Il patron del Bisceglie: «Non è più semplice riformare la Serie C direttamente a 40 squadre?»
giovedì 4 aprile 2019
Nicola Canonico, proprietario del Bisceglie, è furibondo per quanto accaduto martedì nel consiglio direttivo di Lega Pro, che ha deliberato la variazione del regolamento per le retrocessioni in Serie D.
L'imprenditore non ha nascosto rammarico e stupore: «Costa dover evidenziare che, a questi livelli, le società di calcio sono delle vere e proprie aziende e come tali devono essere gestite, previa un'opportuna programmazione e, allo stesso tempo, tutelate» ha spiegato in una nota, ritenendo quanto deciso «un atto estremamente lesivo alla dignità, allo spirito di abnegazione e alla professionalità di tutti quelli che, come me, mettono a disposizione delle rispettive società di riferimento risorse finanziarie e impegno personale, spesso sottraendolo ai propri affetti e al proprio lavoro».
Canonico ha rilevato: «Mai mi sarei aspettato che, a dispetto di tutto ciò che è accaduto quest'anno, chi di dovere ponesse l'attenzione su modifiche a format che si sarebbero potuti modificare al termine di questa stagione sportiva e non a cinque giornate dal termine», aggiungendo il conferimento di un incarico «all'avvocato Cesare Di Cintio affinché tuteli l'A. S. Bisceglie srl e gli altri club aderenti nelle opportune sedi al fine di porre giustizia a quanto leso dalle decisioni assunte martedì. Mi corre l'obbligo evidenziare che saranno avviate una serie di verifiche per acclarare la correttezza di tutti gli atti e delle determinazioni assunte nel corso di questa stagione, con particolare riferimento al rispetto delle regole federali di quelle società iscritte solo virtualmente e a dispetto di ogni regola.
Nel contempo, porgo all'attenzione di tutti i club di Serie C che la Federcalcio ci obbliga ad adeguare gli impianti d'illuminazione degli stadi pur essendo a conoscenza che il 99% di essi sono di proprietà dei comuni, in difficoltà economiche e con altro tipo di problematiche sociali da affrontare» ha aggiunto.
«Non è più semplice riformare il campionato di Serie C direttamente a 40 squadre, senza giri di parole e/o falsi pretesti e, cosa ancora più saggia, senza ledere l'intelligenza e la dignità di nessuno? A fronte di tutto ciò, l'associazione italiana calciatori che intende fare?
Ecco perché lancio un appello a tutti i proprietari e/o presidenti delle società professionistiche di Serie C affinché, uniti, possiamo tutelare, dinanzi ai competenti organi di giudizio, gli interessi che le attuali lobby di palazzo stanno violando in modo indecoroso» ha evidenziato il presidente stellato.
«Al presidente Ghirelli rivolgono un ultimo e accorato appello: si ricordi che rappresenta 57 club di C e non pochi eletti; si ricordi che aveva promesso, prima della sua nomina, regole certe e inamovibili» ha concluso Canonico.
L'imprenditore non ha nascosto rammarico e stupore: «Costa dover evidenziare che, a questi livelli, le società di calcio sono delle vere e proprie aziende e come tali devono essere gestite, previa un'opportuna programmazione e, allo stesso tempo, tutelate» ha spiegato in una nota, ritenendo quanto deciso «un atto estremamente lesivo alla dignità, allo spirito di abnegazione e alla professionalità di tutti quelli che, come me, mettono a disposizione delle rispettive società di riferimento risorse finanziarie e impegno personale, spesso sottraendolo ai propri affetti e al proprio lavoro».
Canonico ha rilevato: «Mai mi sarei aspettato che, a dispetto di tutto ciò che è accaduto quest'anno, chi di dovere ponesse l'attenzione su modifiche a format che si sarebbero potuti modificare al termine di questa stagione sportiva e non a cinque giornate dal termine», aggiungendo il conferimento di un incarico «all'avvocato Cesare Di Cintio affinché tuteli l'A. S. Bisceglie srl e gli altri club aderenti nelle opportune sedi al fine di porre giustizia a quanto leso dalle decisioni assunte martedì. Mi corre l'obbligo evidenziare che saranno avviate una serie di verifiche per acclarare la correttezza di tutti gli atti e delle determinazioni assunte nel corso di questa stagione, con particolare riferimento al rispetto delle regole federali di quelle società iscritte solo virtualmente e a dispetto di ogni regola.
Nel contempo, porgo all'attenzione di tutti i club di Serie C che la Federcalcio ci obbliga ad adeguare gli impianti d'illuminazione degli stadi pur essendo a conoscenza che il 99% di essi sono di proprietà dei comuni, in difficoltà economiche e con altro tipo di problematiche sociali da affrontare» ha aggiunto.
«Non è più semplice riformare il campionato di Serie C direttamente a 40 squadre, senza giri di parole e/o falsi pretesti e, cosa ancora più saggia, senza ledere l'intelligenza e la dignità di nessuno? A fronte di tutto ciò, l'associazione italiana calciatori che intende fare?
Ecco perché lancio un appello a tutti i proprietari e/o presidenti delle società professionistiche di Serie C affinché, uniti, possiamo tutelare, dinanzi ai competenti organi di giudizio, gli interessi che le attuali lobby di palazzo stanno violando in modo indecoroso» ha evidenziato il presidente stellato.
«Al presidente Ghirelli rivolgono un ultimo e accorato appello: si ricordi che rappresenta 57 club di C e non pochi eletti; si ricordi che aveva promesso, prima della sua nomina, regole certe e inamovibili» ha concluso Canonico.