Unione, Rumma è pronto: «Ho imparato dagli errori del passato»
Il giovane tecnico biscegliese torna sulla panchina azzurra
giovedì 23 luglio 2020
10.22
Un ritorno che era nell'aria, di cui si è parlato nei giorni scorsi e che è stato annunciato con orgoglio dalla dirigenza del team azzurro. Luca Rumma sarà ancora sulla panchina dell'Unione Calcio Bisceglie, pronto a riprendere le redini del team di Eccellenza in un ruolo già ricoperto nella stagione 2017-2018. «Quando la società mi ha proposto questa nuova opportunità l'ho accolta con grande entusiasmo» ha spiegato il tecnico biscegliese.
Dopo l'esperienza sulla panchina dell'Under 17 del Bisceglie, in prima squadra come vice di Rudy Vanoli e diverse stagioni nel settore giovanile dell'Unione, il 29enne trainer guiderà la formazione che sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato di Eccellenza pugliese.
Cosa l'ha spinta a tornare sulla panchina dell'Unione Calcio Bisceglie?
La voglia di rivincita. Tre anni fa, quando sono stato chiamato la prima volta, non era certo quello l'epilogo che sognavo per la mia avventura e perciò, quando la società mi ha proposto questa seconda possibilità, non ci ho pensato due volte e l'ho accolta con grande entusiasmo.
Come approccerà questa seconda opportunità?
Sicuramente imparando dagli errori. È ovvio che se la prima volta è andata male il motivo risiede negli errori commessi. In questi tre anni mi sono fatto un esame di coscienza per cercare di comprendere in cosa ho sbagliato, ho continuato a studiare e a cercare un miglioramento. L'obiettivo è far tesoro di ciò che non ha funzionato e giocarmi questa nuova opportunità.
In che misura l'ha fatta maturare il lavoro compiuto nel Bisceglie al fianco di un tecnico come Rudy Vanoli?
Sono stati cinque mesi importanti. In un periodo molto delicato, specie durante i playout, affiancare Vanoli è stata un'esperienza assolutamente formativa. In più, guardare da vicino la realtà del campionato di Serie C mi ha permesso di apprendere e cogliere aspetti che non conoscevo, imparando tanto. Sono stati mesi molto intensi.
L'ultima stagione non si è conclusa a causa dell'emergenza Covid. Come si avvia un nuovo progetto partendo dal presupposto che quello precedente non è stato ultimato?
Da quando l'Unione è approdata in Eccellenza (sei anni fa, ndr), l'obiettivo della società è rimasto sempre lo stesso: portare a casa la salvezza. Ed è quello per cui lavoreremo anche quest'anno, partendo come sempre dalla valorizzazione dei giovani a cui affiancheremo dei giocatori più esperti che siano di supporto nel perseguimento di questo obiettivo.
Nell'ottica di un campionato a 18 squadre cambia qualcosa nella costruzione dell'organico?
L'Eccellenza pugliese è il torneo più difficile secondo me. Molte società con ambizioni di vertice si sono già mosse per mettere su rose più che competitive. Per quello che ci riguarda, cercheremo di fare un mix di giocatori di esperienza, riconfermando alcuni dei giocatori che già hanno fatto bene nelle stagioni passate e aggiungendo ragazzi che hanno voglia di dimostrare il loro valore. Sicuramente, a parte il raggiungimento della salvezza, desidero che la mia squadra possa dare filo da torcere a tutti, giocando secondo le mie idee. Con un campionato più lungo del solito c'è bisogno di avere sempre tutto il roster a disposizione e sarà importante lavorare bene.
L'Unione ha dato sempre spazio a molti giovani calciatori in prima squadra: cosa significa allenarli? Quali sono le accortezze da seguire?
Sono un allenatore giovane ma mi rendo conto benissimo che le generazioni stanno cambiando e i ragazzi di 18/19 anni di oggi hanno bisogno di attenzioni diverse rispetto a quelli del passato: bisogna seguirli sia dentro che fuori dal campo, perché devono rendersi conto che per fare il calciatore sono necessari sacrifici. Il nostro compito è farli crescere come calciatori e come uomini.
In questi anni l'utilizzo degli under nel campionato di Eccellenza è sempre stato un caposaldo: sarà così anche nel 2020-2021 o potrebbe cambiare qualcosa da questo punto di vista?
Al di là della carta di identità, secondo me è giusto che un ragazzo meritevole possa fare presenza e mettersi in mostra. Quindi, se c'è la possibilità di farli giocare, perché no? Nel nostro club i giovani hanno sempre avuto la possibilità di fare bene perché è nel progetto della squadra quello di valorizzare i giovani e farli crescere. Il mercato degli under è una sorta di "mercato parallelo": noi godiamo di un settore giovanile molto florido che ci porta giocatori ogni stagione e in un certo senso abbiamo sempre una buona base di partenza, però se ci fosse l'occasione di inserire altri giovani nel nostro progetto non ci tireremmo certo indietro.
Dopo l'esperienza sulla panchina dell'Under 17 del Bisceglie, in prima squadra come vice di Rudy Vanoli e diverse stagioni nel settore giovanile dell'Unione, il 29enne trainer guiderà la formazione che sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato di Eccellenza pugliese.
Cosa l'ha spinta a tornare sulla panchina dell'Unione Calcio Bisceglie?
La voglia di rivincita. Tre anni fa, quando sono stato chiamato la prima volta, non era certo quello l'epilogo che sognavo per la mia avventura e perciò, quando la società mi ha proposto questa seconda possibilità, non ci ho pensato due volte e l'ho accolta con grande entusiasmo.
Come approccerà questa seconda opportunità?
Sicuramente imparando dagli errori. È ovvio che se la prima volta è andata male il motivo risiede negli errori commessi. In questi tre anni mi sono fatto un esame di coscienza per cercare di comprendere in cosa ho sbagliato, ho continuato a studiare e a cercare un miglioramento. L'obiettivo è far tesoro di ciò che non ha funzionato e giocarmi questa nuova opportunità.
In che misura l'ha fatta maturare il lavoro compiuto nel Bisceglie al fianco di un tecnico come Rudy Vanoli?
Sono stati cinque mesi importanti. In un periodo molto delicato, specie durante i playout, affiancare Vanoli è stata un'esperienza assolutamente formativa. In più, guardare da vicino la realtà del campionato di Serie C mi ha permesso di apprendere e cogliere aspetti che non conoscevo, imparando tanto. Sono stati mesi molto intensi.
L'ultima stagione non si è conclusa a causa dell'emergenza Covid. Come si avvia un nuovo progetto partendo dal presupposto che quello precedente non è stato ultimato?
Da quando l'Unione è approdata in Eccellenza (sei anni fa, ndr), l'obiettivo della società è rimasto sempre lo stesso: portare a casa la salvezza. Ed è quello per cui lavoreremo anche quest'anno, partendo come sempre dalla valorizzazione dei giovani a cui affiancheremo dei giocatori più esperti che siano di supporto nel perseguimento di questo obiettivo.
Nell'ottica di un campionato a 18 squadre cambia qualcosa nella costruzione dell'organico?
L'Eccellenza pugliese è il torneo più difficile secondo me. Molte società con ambizioni di vertice si sono già mosse per mettere su rose più che competitive. Per quello che ci riguarda, cercheremo di fare un mix di giocatori di esperienza, riconfermando alcuni dei giocatori che già hanno fatto bene nelle stagioni passate e aggiungendo ragazzi che hanno voglia di dimostrare il loro valore. Sicuramente, a parte il raggiungimento della salvezza, desidero che la mia squadra possa dare filo da torcere a tutti, giocando secondo le mie idee. Con un campionato più lungo del solito c'è bisogno di avere sempre tutto il roster a disposizione e sarà importante lavorare bene.
L'Unione ha dato sempre spazio a molti giovani calciatori in prima squadra: cosa significa allenarli? Quali sono le accortezze da seguire?
Sono un allenatore giovane ma mi rendo conto benissimo che le generazioni stanno cambiando e i ragazzi di 18/19 anni di oggi hanno bisogno di attenzioni diverse rispetto a quelli del passato: bisogna seguirli sia dentro che fuori dal campo, perché devono rendersi conto che per fare il calciatore sono necessari sacrifici. Il nostro compito è farli crescere come calciatori e come uomini.
In questi anni l'utilizzo degli under nel campionato di Eccellenza è sempre stato un caposaldo: sarà così anche nel 2020-2021 o potrebbe cambiare qualcosa da questo punto di vista?
Al di là della carta di identità, secondo me è giusto che un ragazzo meritevole possa fare presenza e mettersi in mostra. Quindi, se c'è la possibilità di farli giocare, perché no? Nel nostro club i giovani hanno sempre avuto la possibilità di fare bene perché è nel progetto della squadra quello di valorizzare i giovani e farli crescere. Il mercato degli under è una sorta di "mercato parallelo": noi godiamo di un settore giovanile molto florido che ci porta giocatori ogni stagione e in un certo senso abbiamo sempre una buona base di partenza, però se ci fosse l'occasione di inserire altri giovani nel nostro progetto non ci tireremmo certo indietro.