Niente pubblico, niente spettacolo
Il Catania passa sul "solito" Bisceglie
domenica 8 marzo 2020
17.53
Niente pubblico, niente spettacolo. Il Bisceglie non è riuscito a far punti nel match col Catania e quindi non potrà ridurre il divario dalle squadre che lo precedono. Una partita monotona, quella di domenica 8 marzo, con qualche sprazzo di gioco a illuminare la scena del "Gustavo Ventura," ancor più desolato del solito per via delle note disposizioni sanitarie.
Le condizioni del manto erboso, non ancora all'altezza di un campionato professionistico e appesantito dalle precipitazioni degli ultimi giorni, sono parse così critiche da costringere i portieri a non impostare dalle retrovie ma a lanciare lungo, situazione di gioco ormai superata negli ultimi anni.
Il team nerazzurro, schierato col 3-5-2 (3-4-1-2 in fase d'attacco con Ferrante a supporto di Gatto e Montero), non ha espresso un gioco fluido, anzi; al contrario, è risultato abbastanza macchinoso e incapace, nella prima mezz'ora, di superare la metà campo eccezion fatta per il colpo ti testa di Gatto, su calcio piazzato di Zibert. Proprio il mediano sloveno, il migliore dei suoi, si è reso protagonista di conclusioni dal limite terminate non distanti dalla porta catanese, sia nel primo che nel secondo tempo. Troppo poco per una squadra a caccia di punti salvezza, che dovrebbe giocare "col sangue negli occhi" alla ricerca della vittoria.
Non sempre le scelte nei passaggi sono risultate giuste e molto spesso gli esterni, pronti a sfruttare gli spazi lasciati liberi dai difensori etnei, sono stati ignorati. Giocare a testa bassa, di certo, non aiuta. Negli ultimi minuti, con gli ingressi di Ungaro e Longo, si è vista finalmente qualche azione degna di questo nome ma il Bisceglie ha tirato il primo calcio d'angolo all'87°. Dato triste quanto eloquente. La doppia occasione mancata da Zibert e Gatto al 91° lascia un pizzico di amaro in bocca e, a differenza di quanto accaduto a Terni, l'impresa non è stata compiuta. Non si può cominciare a giocare sul serio quando le gare si avviano alla conclusione. Da sottolineare l'esordio dell'estremo classe 2002 Sebastiano Messina, entrato al posto di Casadei a seguito di un brutto infortunio alla spalla.
Quanto al Catania, lontano parente della squadra piena zeppa di big costruita a inizio stagione, pur dimostrando molta determinazione non ha proprio entusiasmato col suo 4-2-3-1. Buona la prova del giovane Di Molfetta, l'attaccante scuola Milan di chiare origini biscegliesi, schierato nell'undici iniziale da mister Lucarelli. In fase offensiva Curcio si è dimostrato molto duttile e al centro di ogni azione pronto a innescare il possente ma pur agile Beleck. Il gol partita, segnato da Salandria al 62°, è scaturito da un'azione di contropiede 5 contro 3, ben orchestrata dai rossazzurri. Cinica e concreta. La squadra etnea, ai punti, ha meritato la vittoria per quanto visto in campo. Di sicuro, è quella che ci ha creduto e provato di più.
Le condizioni del manto erboso, non ancora all'altezza di un campionato professionistico e appesantito dalle precipitazioni degli ultimi giorni, sono parse così critiche da costringere i portieri a non impostare dalle retrovie ma a lanciare lungo, situazione di gioco ormai superata negli ultimi anni.
Il team nerazzurro, schierato col 3-5-2 (3-4-1-2 in fase d'attacco con Ferrante a supporto di Gatto e Montero), non ha espresso un gioco fluido, anzi; al contrario, è risultato abbastanza macchinoso e incapace, nella prima mezz'ora, di superare la metà campo eccezion fatta per il colpo ti testa di Gatto, su calcio piazzato di Zibert. Proprio il mediano sloveno, il migliore dei suoi, si è reso protagonista di conclusioni dal limite terminate non distanti dalla porta catanese, sia nel primo che nel secondo tempo. Troppo poco per una squadra a caccia di punti salvezza, che dovrebbe giocare "col sangue negli occhi" alla ricerca della vittoria.
Non sempre le scelte nei passaggi sono risultate giuste e molto spesso gli esterni, pronti a sfruttare gli spazi lasciati liberi dai difensori etnei, sono stati ignorati. Giocare a testa bassa, di certo, non aiuta. Negli ultimi minuti, con gli ingressi di Ungaro e Longo, si è vista finalmente qualche azione degna di questo nome ma il Bisceglie ha tirato il primo calcio d'angolo all'87°. Dato triste quanto eloquente. La doppia occasione mancata da Zibert e Gatto al 91° lascia un pizzico di amaro in bocca e, a differenza di quanto accaduto a Terni, l'impresa non è stata compiuta. Non si può cominciare a giocare sul serio quando le gare si avviano alla conclusione. Da sottolineare l'esordio dell'estremo classe 2002 Sebastiano Messina, entrato al posto di Casadei a seguito di un brutto infortunio alla spalla.
Quanto al Catania, lontano parente della squadra piena zeppa di big costruita a inizio stagione, pur dimostrando molta determinazione non ha proprio entusiasmato col suo 4-2-3-1. Buona la prova del giovane Di Molfetta, l'attaccante scuola Milan di chiare origini biscegliesi, schierato nell'undici iniziale da mister Lucarelli. In fase offensiva Curcio si è dimostrato molto duttile e al centro di ogni azione pronto a innescare il possente ma pur agile Beleck. Il gol partita, segnato da Salandria al 62°, è scaturito da un'azione di contropiede 5 contro 3, ben orchestrata dai rossazzurri. Cinica e concreta. La squadra etnea, ai punti, ha meritato la vittoria per quanto visto in campo. Di sicuro, è quella che ci ha creduto e provato di più.