Olimpiadi, Elena Di Liddo: «Vi racconto la mia esperienza a Tokyo»
La nuotatrice a BisceglieViva: «L'atmosfera nel villaggio e a bordo vasca è stata incredibile. Le restrizioni non hanno influito molto»
giovedì 12 agosto 2021
8.56
La prima Olimpiade non si scorda mai. L'avventura vissuta da Elena Di Liddo in Giappone, per quasi due settimane, sarà sicuramente indimenticabile, sia per i risultati ottenuti (più che positivi con una semifinale raggiunta nell'individuale e un grandissimo contributo dato alla squadra azzurra nelle staffette) che per il viaggio in sé forse irripetibile.
La nuotatrice, che ha portato in alto la città di Bisceglie con questa prima storica partecipazione ai giochi a cinque cerchi, ha raccontato nel dettaglio l'esperienza di Tokyo in un'intervista rilasciata a BisceglieViva.
Con quali aspettative, trattandosi della tua prima partecipazione a un'Olimpiade, eri partita per Tokyo?
Le aspettative erano semplici: esserci era l'aspetto che contava e che più desideravo da tanti anni. Aver già ottenuto la qualificazione era per me un grande motivo di orgoglio. Ovviamente poi gli obiettivi vengono pian piano in base alle gare, quindi a ogni passaggio del turno l'obiettivo diventava sempre più ambizioso.
Hai nuotato sotto i 57" la frazione lanciata in staffetta, andando sotto il primato italiano sui 100 farfalla. Ritieni ci siano margini per ritoccarlo in tempi brevi?
Le staffette sono completamente diverse dalle gare individuali, sia per le sensazioni che si vivono prima della partenza che proprio la gara di per se. I tempi ottenuti sono di grande spessore e mi fanno ben sperare per le prossima stagione.
C'è una "lezione" che hai tratto da quest'esperienza?
Mi è piaciuto molto vivere e assaporare la cultura giapponese, dall'educazione alla loro ospitalità. Quello che più porterò nel mio bagaglio da quest'Olimpiade è proprio tutta l'aria che si respirava non solo nel villaggio olimpico ma a Tokyo in generale.
Clima, cibo e "bolla" nel villaggio olimpico: quanto è stato complicato abituarsi allo stile giapponese e alle diverse regole anti-Covid?
Le regole anti-Covid una volta arrivati sono diventate normalità e quotidianità: non hanno influito sulle nostre prestazioni, proprio perché dovevi restare concentrato sulle tue gare e tutto ciò che era superfluo dovevi cercare di lasciarlo fuori. Anche se un minimo le restrizioni, i tamponi quotidiani e la mancanza di pubblico potevano influenzarci dal punto di vista psicologico, l'esperienza è stata vissuta comunque al 100%.
Il ricordo più bello e significativo delle giornate vissute in Giappone che difficilmente dimenticherai.
Tutto quello che non si può dimenticare da un'Olimpiade è la convivialità e lo spirito che si respira all'interno del villaggio e a bordo vasca. L'unione di tante etnie e di tanti Paesi in un unico posto, nonostante le diversità, è qualcosa di incredibile.
La nuotatrice, che ha portato in alto la città di Bisceglie con questa prima storica partecipazione ai giochi a cinque cerchi, ha raccontato nel dettaglio l'esperienza di Tokyo in un'intervista rilasciata a BisceglieViva.
Con quali aspettative, trattandosi della tua prima partecipazione a un'Olimpiade, eri partita per Tokyo?
Le aspettative erano semplici: esserci era l'aspetto che contava e che più desideravo da tanti anni. Aver già ottenuto la qualificazione era per me un grande motivo di orgoglio. Ovviamente poi gli obiettivi vengono pian piano in base alle gare, quindi a ogni passaggio del turno l'obiettivo diventava sempre più ambizioso.
Hai nuotato sotto i 57" la frazione lanciata in staffetta, andando sotto il primato italiano sui 100 farfalla. Ritieni ci siano margini per ritoccarlo in tempi brevi?
Le staffette sono completamente diverse dalle gare individuali, sia per le sensazioni che si vivono prima della partenza che proprio la gara di per se. I tempi ottenuti sono di grande spessore e mi fanno ben sperare per le prossima stagione.
C'è una "lezione" che hai tratto da quest'esperienza?
Mi è piaciuto molto vivere e assaporare la cultura giapponese, dall'educazione alla loro ospitalità. Quello che più porterò nel mio bagaglio da quest'Olimpiade è proprio tutta l'aria che si respirava non solo nel villaggio olimpico ma a Tokyo in generale.
Clima, cibo e "bolla" nel villaggio olimpico: quanto è stato complicato abituarsi allo stile giapponese e alle diverse regole anti-Covid?
Le regole anti-Covid una volta arrivati sono diventate normalità e quotidianità: non hanno influito sulle nostre prestazioni, proprio perché dovevi restare concentrato sulle tue gare e tutto ciò che era superfluo dovevi cercare di lasciarlo fuori. Anche se un minimo le restrizioni, i tamponi quotidiani e la mancanza di pubblico potevano influenzarci dal punto di vista psicologico, l'esperienza è stata vissuta comunque al 100%.
Il ricordo più bello e significativo delle giornate vissute in Giappone che difficilmente dimenticherai.
Tutto quello che non si può dimenticare da un'Olimpiade è la convivialità e lo spirito che si respira all'interno del villaggio e a bordo vasca. L'unione di tante etnie e di tanti Paesi in un unico posto, nonostante le diversità, è qualcosa di incredibile.