La soddisfazione di Vincenzo Todaro per la vittoria del Bisceglie

Il presidente: «Non avevo dubbi. I ragazzi hanno dimostrato il loro attaccamento a questa maglia»

domenica 9 dicembre 2018 18.45
A cura di Cristina Scarasciullo
Dopo l'impresa dei nerazzurri sul rettangolo di gioco del "Ventura" al cospetto di una delle formazioni più accreditate per la promozione in Serie B del campionato, il presidente del Bisceglie Vincenzo Todaro si è presentato in conferenza estremamente soddisfatto della prova dei suoi: «Questa vittoria è un segnale di un gruppo sano, unito, che oggi ha dimostrato il proprio valore e il proprio attaccamento alla maglia. Non avevo dubbi. Sapevo che dopo la defaiance di Viterbo i ragazzi si sarebbero ripresi al meglio».

Nonostante il marasma che ha caratterizzato le ore precedenti alla sfida, infatti, i giocatori nerazzurri sono scesi in campo e hanno dato il massimo, difendendo fino al triplice fischio un risultato importantissimo. A proposito delle dimissioni del tecnico puteolano, Todaro ha detto: «Ciro era parte integrante di questa famiglia, penso che la società gli abbia dato tutta la fiducia che meritava. Non ci aspettavamo le dimissioni venerdì, ma gli auguro il meglio. L'avevo sentito in mattinata e pensavo di aver quanto meno alleggerito l'amarezza derivante dalla sconfitta di Viterbo. In settimana arriverà il nuovo tecnico: Capuano è mio amico da 26 anni, è stato il mio ultimo allenatore, ma non era l'unico presente stasera. Vedremo».

Al suo fianco si sono presentati in conferenza anche Emanuele Belviso e Umberto Quistelli, che hanno a loro volta elogiato la prestazione dei ragazzi in campo. «Dopo la sconfitta di Viterbo noi dirigenti ci siamo riuniti e per capire dove intervenire, ma abbiamo avuto fiducia nella nostra squadra. - ha spiegato Belviso - È stata la reazione di tutta la squadra, anche perché tutti ci davano per sconfitti visto che il Catania è una delle squadre candidati a vincere il campionato. Penso sia una vittoria meritata, che fa morale e fa bene anche in prospettiva. Da oggi tutte le partite fino alla fine del girone di andata sono finali». Menzione speciale per Ernesto Starita, uomo partita nella serata del "Ventura" da parte del direttore sportivo: «Ernesto lo conosco benissimo, anche da prima che arrivasse a Bisceglie. I ragazzi hanno bisogno solo di fiducia perché poi i risultati arrivano. Il Bisceglie ha bisogno della piazza e chiediamo questo fino a gennaio».

Si è parlato anche di mercato, perché nelle ultime giornate è parso evidente che con gli uomini contati il Bisceglie ha fatto un po' fatica: «Stiamo facendo delle valutazioni, per capire dove intervenire. Con calma, se c'è da intervenire lo faremo. Adesso dobbiamo pensare a chiudere il girone di andata» ha spiegato Belviso, mentre il presidente ha aggiunto: «Noi abbiamo tracciato un percorso dall'inizio della stagione, la nostra politica è chiara, crediamo nei nostri giocatori e a gennaio interverremo sul mercato per integrare la rosa. Non abbiamo altre prospettive se non quello di mantenere la categoria».

Certamente tra i migliori in campo del Bisceglie, in conferenza ha parlato anche Nikola Jakimovski: «Voglio ringraziare i miei compagni, perché abbiamo dimostrato di essere una squadra e per il risultato che abbiamo ottenuto. Voglio ringraziare anche mister Ginestra e tutto lo staff che ha lavorato con noi per due mesi, non possiamo di certo dire che è colpa sua se non vincevamo. Abbiamo perso tante partite dove non meritavamo di perdere, però va bene così il calcio è questo. Oggi sono contento per la vittoria, perché la squadra ha reagito. Dobbiamo continuare a lavorare partita per partita, perché il campionato è lungo. Con le squadre più forti di noi sulla carta giochiamo meglio perché forse siamo più motivati, ma se facciamo bene con le grandi possiamo fare bene con le nostre pari». Il capitano nerazzurro ci ha tenuto a sottolineare anche un aspetto di non poca importanza prima di salutare: «Io vengo sempre offeso in campo, mi chiamano "zingaro" solo perché sono macedone questo è razzismo». Con le squadre più forti sulla carta giochiamo meglio perché siamo più motivati, ma se facciamo bene con le grandi possiamo fare bene con le nostre pari».