Riforma dello sport: nasce la figura del Safeguarding
Le parole di Antonio Rutigliano, delegato provinciale CONI Bat: «L’obiettivo del provvedimento arginare il rischio di abusi, violenze e discriminazioni»
venerdì 31 gennaio 2025
Con l'articolo 16 del decreto legislativo numero 39 del 2021 il Dipartimento per lo Sport del Consiglio dei Ministri ha richiesto a tutte le associazioni e società sportive la predisposizione per modelli organizzativi di controllo dell'attività sportiva e soprattutto codici di condotta a tutela dei minori. Il provvedimento è volto alla creazione di uno spazio sicuro per praticare le discipline sportive, così come ad evitare molestie e violenze di genere e di ogni altra condizione. Anche il Coni ha assecondato l'importante riforma dello sport, presa coscienza dell'importanza del provvedimento anche a seguito dello scandalo nazionale relativo alle denunce di abusi da parte delle Farfalle della ginnastica ritmica dopo le Olimpiadi di Tokyo nel 2021.
«Con l'articolo 33 del decreto legislativo 36 del 2021 veniva richiesta la designazione nelle diverse strutture del Responsabile di Safeguarding entro il 31 dicembre 2024 - ha raccontato Antonio Rutigliano, delegato provinciale Bat del Coni -. Si tratta di una figura che diventa davvero molto importante, soprattutto alla luce di quelli che sono stati gli avvenimenti delle ultime passate stagioni sportive e soprattutto in alcune discipline in maniera particolare». «Come Coni avevamo già avviato un percorso formativo e informativo delle nostre associazioni con un convegno che avevamo fatto ad aprile del 2023, dove avevamo invitato un po' di esperti. Ma anche il Coni Puglia, proprio a novembre del 2024, ha ulteriormente incrementato e implementato questo tipo di informazioni proprio per cercare di portare a conoscenza di tutte le associazioni sportive e quelle che possono essere le implicazioni di una normativa di questo tipo» ha aggiunto.
La nomina del Responsabile di safeguarding può essere fatta direttamente dal consiglio direttivo o dall'assemblea dei soci. Non è indispensabile che la persona designata sia esterna, ma può essere anche individuata all'interno dell'associazione stessa. Condizione necessaria è che si individui una persona che abbia la giusta autonomia e soprattutto la necessaria indipendenza di giudizio, accompagnata da spiccata sensibilità e una forte autorevolezza nell'affrontare casi specifici di discriminazione.
«Noi guardiamo con un occhio particolare anche al gran numero delle nostre associazioni che sono piccole associazioni, piccole società dove non ci sono tantissime persone nei i quadri direttivi. Chiaramente prima la responsabilità era in capo soprattutto al Presidente che era un po' la figura unica, il classico buon padre di famiglia che cercava naturalmente di vigilare un po' su tutto l'operato dei tecnici e dei propri collaboratori. Oggi, naturalmente, questa figura viene amplificata perché c'è tutto un codice di condotta che la società deve aver comunque preparato e a cui ha dato adesione. Sentiamo chiara la necessità di continuare a lavorare in questa direzione per ridurre sensibilmente la possibilità che accadano eventi spiacevoli» ha raccontato Rutigliano.
«Bisogna stare attenti solo su una cosa. Qualcuno pensava che magari con la figura del responsabile di safeguarding si andasse a sollevare la responsabilità del legale rappresentante. Questo è falso. Il legale rappresentante non può cedere la responsabilità propria del suo ruolo quindi comunque il Presidente o chi per lui, naturalmente, rimane sempre il responsabile maggiore di tutto ciò che accade all'interno della sua struttura sportiva o della sua società» ha poi aggiunto.
La riforma dello sport rappresenta per il Coni, così come per l'intero mondo dello sport, una sfida complessa ed organizzata in diversi decreti legislativi.
«Ci siamo molto impegnati in questi ultimi mesi, in questi ultimi anni, per cercare di comunicarla e di informare i nostri tesserati. Oggi stiamo disperatamente cercando di recuperare il tempo e lo spazio perduto durante gli anni del Covid proprio per cercare di dare la giusta informazione. Non è un'impresa facile, però cerchiamo di riuscirci, partendo dalla base, e cercando di fare questo tipo di informazione innanzitutto nelle scuole, soprattutto nei licei sportivi, nelle scuole superiori, là dove comunque c'è la maggior parte dei ragazzi che svolgono attività. Non è semplice, dobbiamo continuare a perseverare in questo nostro obiettivo e quindi cercare di dare la massima informazione a tutti» ha poi concluso.
«Con l'articolo 33 del decreto legislativo 36 del 2021 veniva richiesta la designazione nelle diverse strutture del Responsabile di Safeguarding entro il 31 dicembre 2024 - ha raccontato Antonio Rutigliano, delegato provinciale Bat del Coni -. Si tratta di una figura che diventa davvero molto importante, soprattutto alla luce di quelli che sono stati gli avvenimenti delle ultime passate stagioni sportive e soprattutto in alcune discipline in maniera particolare». «Come Coni avevamo già avviato un percorso formativo e informativo delle nostre associazioni con un convegno che avevamo fatto ad aprile del 2023, dove avevamo invitato un po' di esperti. Ma anche il Coni Puglia, proprio a novembre del 2024, ha ulteriormente incrementato e implementato questo tipo di informazioni proprio per cercare di portare a conoscenza di tutte le associazioni sportive e quelle che possono essere le implicazioni di una normativa di questo tipo» ha aggiunto.
La nomina del Responsabile di safeguarding può essere fatta direttamente dal consiglio direttivo o dall'assemblea dei soci. Non è indispensabile che la persona designata sia esterna, ma può essere anche individuata all'interno dell'associazione stessa. Condizione necessaria è che si individui una persona che abbia la giusta autonomia e soprattutto la necessaria indipendenza di giudizio, accompagnata da spiccata sensibilità e una forte autorevolezza nell'affrontare casi specifici di discriminazione.
«Noi guardiamo con un occhio particolare anche al gran numero delle nostre associazioni che sono piccole associazioni, piccole società dove non ci sono tantissime persone nei i quadri direttivi. Chiaramente prima la responsabilità era in capo soprattutto al Presidente che era un po' la figura unica, il classico buon padre di famiglia che cercava naturalmente di vigilare un po' su tutto l'operato dei tecnici e dei propri collaboratori. Oggi, naturalmente, questa figura viene amplificata perché c'è tutto un codice di condotta che la società deve aver comunque preparato e a cui ha dato adesione. Sentiamo chiara la necessità di continuare a lavorare in questa direzione per ridurre sensibilmente la possibilità che accadano eventi spiacevoli» ha raccontato Rutigliano.
«Bisogna stare attenti solo su una cosa. Qualcuno pensava che magari con la figura del responsabile di safeguarding si andasse a sollevare la responsabilità del legale rappresentante. Questo è falso. Il legale rappresentante non può cedere la responsabilità propria del suo ruolo quindi comunque il Presidente o chi per lui, naturalmente, rimane sempre il responsabile maggiore di tutto ciò che accade all'interno della sua struttura sportiva o della sua società» ha poi aggiunto.
La riforma dello sport rappresenta per il Coni, così come per l'intero mondo dello sport, una sfida complessa ed organizzata in diversi decreti legislativi.
«Ci siamo molto impegnati in questi ultimi mesi, in questi ultimi anni, per cercare di comunicarla e di informare i nostri tesserati. Oggi stiamo disperatamente cercando di recuperare il tempo e lo spazio perduto durante gli anni del Covid proprio per cercare di dare la giusta informazione. Non è un'impresa facile, però cerchiamo di riuscirci, partendo dalla base, e cercando di fare questo tipo di informazione innanzitutto nelle scuole, soprattutto nei licei sportivi, nelle scuole superiori, là dove comunque c'è la maggior parte dei ragazzi che svolgono attività. Non è semplice, dobbiamo continuare a perseverare in questo nostro obiettivo e quindi cercare di dare la massima informazione a tutti» ha poi concluso.