Politica
Nichi Vendola ospite delle Vecchie Segherie Mastrototaro
martedì 20 luglio 2021
20:00 - 22:00
scalinata di via Porto
0808091021 info@vecchiesegherie.it
Parlerà di poesie, raccolte nell'ultimo volume intitolato "Patrie" (edizioni Il saggiatore), ma la sua conversazione con Silvia Godelli non potrà non toccare i temi dell'attualità politica. Nichi Vendola, già parlamentare e presidente della Regione Puglia dal 2010 al 2015, sarà a Bisceglie martedì 20 luglio, ospite delle Vecchie Segherie Mastrototaro sulla scalinata di via Porto. L'evento, con inizio fissato per le ore 20, si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid: ingresso libero con prenotazione al numero telefonico 0808091021 o via mail a info@vecchiesegherie.it.
Siamo nella magia del Salento, su uno scoglio pronti al tuffo, insieme a un bambino: nostro figlio. Poi a Mosca, nella Piazza Rossa tutta coperta di neve. Siamo esuli a Los Angeles, o corriamo per le strade di Genova in fuga dai lacrimogeni. Vediamo Sarajevo e Baghdad martoriate dalla guerra, fremiamo nella sala d'attesa di un reparto maternità. Queste poesie di Nichi Vendola vibrano delle sue mille battaglie e formano una costellazione di infinite Patrie, linguistiche, emotive, culturali. Parole controcorrente rispetto al tempo che viviamo, parole che ospitano umanità, festeggiano il dono della diversità, invocano un patriottismo senza nazione o razza o genere; parole come cantieri, conflitti, gravidanze. La varietà di temi e ambientazioni si riflette in quella delle forme, dall'icasticità dell'ideogramma alla musicalità delle ballate e delle filastrocche. Sospesi tra passione e ideologia, questi versi sono materia palpitante di desideri e allegrie e ansie e dolori. È una poesia, quella di Patrie, che non dice le cose: è le cose. Cose antiche, attuali o ancora da venire che, attraverso lo sguardo del poeta, giungono a vivere davanti a noi, sotto i nostri occhi.
Siamo nella magia del Salento, su uno scoglio pronti al tuffo, insieme a un bambino: nostro figlio. Poi a Mosca, nella Piazza Rossa tutta coperta di neve. Siamo esuli a Los Angeles, o corriamo per le strade di Genova in fuga dai lacrimogeni. Vediamo Sarajevo e Baghdad martoriate dalla guerra, fremiamo nella sala d'attesa di un reparto maternità. Queste poesie di Nichi Vendola vibrano delle sue mille battaglie e formano una costellazione di infinite Patrie, linguistiche, emotive, culturali. Parole controcorrente rispetto al tempo che viviamo, parole che ospitano umanità, festeggiano il dono della diversità, invocano un patriottismo senza nazione o razza o genere; parole come cantieri, conflitti, gravidanze. La varietà di temi e ambientazioni si riflette in quella delle forme, dall'icasticità dell'ideogramma alla musicalità delle ballate e delle filastrocche. Sospesi tra passione e ideologia, questi versi sono materia palpitante di desideri e allegrie e ansie e dolori. È una poesia, quella di Patrie, che non dice le cose: è le cose. Cose antiche, attuali o ancora da venire che, attraverso lo sguardo del poeta, giungono a vivere davanti a noi, sotto i nostri occhi.