Chi ha potato i rovi sul "ponte dei baci" di via Macchione?
Senza le pulizie post intervento, il sovrappasso invaso da scarti verdi e rifiuti
mercoledì 17 maggio 2017
9.59
iReport
Il "ponte dei baci" di via Macchione è come il letto di un fiume in secca preso d'assalto da romantici privi di scrupoli.
Privo di illuminazione pubblica, da vent'anni è frequentato nella notte da coppie in cerca di luoghi isolati che poi non temono di abbandonare lungo il luogo che li accoglie ogni genere di rifiuto di piccola dimensione.
Quel letto che più spesso il vento che lo spazzamento ripulisce dagli scarti dell'"attività umana", è stato dopo anni oggetto di un intervento di manutenzione del verde.
I rami dei rovi rigogliosi alle pendici del sovrappasso sono stati, dopo lungo tempo, potati, così come quelli del ponte gemello di via Ruvo.
All'intervento non è seguito, nei giorni successivi, alcuna pulizia, cosicché ai scarti verdi sparsi per la strada si sono sovrapposti nuovi rifiuti.
L'immagine è eloquente: è quella di un paesaggio che per centinaia di metri si dimostra in abbandono assoluto.
Al ponte di via Macchione resta solo la notte, quel lasso di tempo in cui l'oscurità rende romantico anche il brutto.
Privo di illuminazione pubblica, da vent'anni è frequentato nella notte da coppie in cerca di luoghi isolati che poi non temono di abbandonare lungo il luogo che li accoglie ogni genere di rifiuto di piccola dimensione.
Quel letto che più spesso il vento che lo spazzamento ripulisce dagli scarti dell'"attività umana", è stato dopo anni oggetto di un intervento di manutenzione del verde.
I rami dei rovi rigogliosi alle pendici del sovrappasso sono stati, dopo lungo tempo, potati, così come quelli del ponte gemello di via Ruvo.
All'intervento non è seguito, nei giorni successivi, alcuna pulizia, cosicché ai scarti verdi sparsi per la strada si sono sovrapposti nuovi rifiuti.
L'immagine è eloquente: è quella di un paesaggio che per centinaia di metri si dimostra in abbandono assoluto.
Al ponte di via Macchione resta solo la notte, quel lasso di tempo in cui l'oscurità rende romantico anche il brutto.