Chiamiamola 164
Riflessione di un cittadino biscegliese sulla situazione delle due litoranee
Ho letto nelle ultime settimane, su BisceglieViva, questo numero 165 e li per li non sono riuscito a capire di cosa si trattasse. Purtroppo una cataratta bilaterale mi affligge e sono in attesa di intervento chirurgico.Il resto lo fa la presbiopia che a causa la mia età avanzata - molto avanzata - non riesce a essere solo parzialmente corretta dalle lenti. Non mancano la sordità e altre particolari condizioni che l'età regala a tutti noi.
Incuriosito da questo numero, 165, e dalla lettura delle esternazioni di vari personaggi pubblici su tale questioni, quando domenica 28 giugno mia figlia è venuta a prendermi per trascorrere la domenica insieme a lei, a suo marito e ai miei nipoti, le ho chiesto di rileggermi i vari interventi apparsi su BisceglieViva, affinché potessi capirci qualcosa.
Subito dopo siamo saliti in auto e andati al mare. Negli ultimi vent'anni, quando andavo al mare provavo all'inizio un certo disagio, un disagio cui non riuscivo a dare una spiegazione. Poi però - parlandone anche con la mia famiglia - ho capito il perché: nella mia "vecchia" mente era ormai fissato il ricordo di un mare degli anni '60 in cui i bagnanti erano veramente pochissimi, l'accesso era limitatissimo e anche nei pochi luoghi più accessibili non era molto agevole.
Un mare per pochi: non esistevano sedie a sdraio, non esistevano ombrelloni, non esistevano creme solari e comunque quelle poche famiglie di privilegiati che andavano al mare si trattenevano poco tempo, perché da noi mancava la cultura del mare e del sole. Senza poi parlare degli ampi tratti di lungomare senza marciapiede, senza scale d'accesso, con una riva piena di pietroni che anche io e gli amici, allora ragazzi, avevamo difficoltà a raggiungere e ad utilizzare.
Domenica ho visto la litoranea di Ponente, a cominciare dalla spiaggia "del manicomio" e passando lungo La salata, La grotta e il lungo tratto fino ad arrivare alle celebri quattro scale di Salsello, invase da giovani e meno giovani, famiglie, bambini: tutti felici e contenti.
Mio genero mi ha spiegato che c'erano famiglie di Corato, Ruvo, Terlizzi, Andria, persino Canosa. E poi molti di questi nostri ospiti, nel trattenersi sulla spiaggia, consumano pasti e bevande che non solo portano da casa ma che in molti acquistano nei vari bar lungo la spiaggia. E poi ci sono ristorantini, pizzerie, chioschi di gelati presi d'assalto da centinaia e centinaia di persone arrivate da tutte le parti. Senza poi contare l'arredo con il verde e non solo delle tante direi tantissime ville piccole medie e grandi che hanno reso la riviera biscegliese una litoranea fruibile da tutti.
Mia figlia ha raccontato che di sera sciamano ragazzi che percorrono tutto il lungomare a piedi o in motorino o in bicicletta (e i più grandi in auto) per raggiungere l'agognato "anfiteatro" perché quello, da sempre è stato eletto a luogo magico di incontri di gioco, di svago. E speriamo che al più presto apre la Discoteca ex Divinæ Follie, perché quella è il traguardo finale, la meta del divertimento di tutti tra canti, balli, pizze, aperitivi e musica a tutto volume.
«Che bello» ho detto a mia figlia e a mio genero. «Godetevi tutto questo e ringraziate chi ha fatto tutto questo anche per voi. Perché quando avevo la vostra età non c'era proprio niente».
«Hai ragione» mi rispondono. «Stiamo cercando una villetta in affitto per l'estate in attesa chissà di trovarne una da acquistare».
Penso: «E dall'altra parte?» . Insomma, questa 165; sono tanti anni che ne parlano e continuano a parlarne e a discutere ma ho l'impressione che non si venga a capo di niente. Non capisco, eppure il nostro mare è bello anche a Levante: dalla bella insenatura del Pantano alla la fascinosa Grotta di Ripalta, dalla spiaggia del Macello a Nettuno... Perché non rendere fruibile a tutti comodamente questo mare arricchendo la costa di infrastrutture ancora più moderne ed eleganti in modo che possano essere utilizzate da altre centinaia e centinaia di persone come quelle che da tanti anni si riversano sulla riviera di Ponente? Così almeno si bonificherebbe una volta per tutte lo scolo della fogna in mare...
E allora - penso - almeno prima che lasci questo mondo, auguriamoci che tutto ciò si realizzi e magari si cambi il nome alla zona: piuttosto che 165, dato che non è mai esistita, chiamiamola 164 come quella bella macchina dell'Alfa Romeo che toccava persino i 250 orari. Così mi dicono quelli che ne sanno.