Politica
«Aldo Moro vive tra i giovani»
Un ricordo nel 44esimo anniversario dell'uccisione del grande statista
Bisceglie - lunedì 9 maggio 2022
Era il 9 maggio del 1978. A 44 anni dalla barbara uccisione dello statista e professore Aldo Moro, ricordiamo il grande e decisivo apporto che Egli dà alla nascita ed al consolidarsi della nuova democrazia italiana, attraverso un non comune impegno culturale, civile e politico sorretto da una profonda fede religiosa e da una eccezionale intelligenza.
Per Aldo Moro il valore fondamentale dello Stato democratico è la persona: «La persona prima di tutto». «Ogni persona è un universo». Muovendo da tale principio Moro in quegli anni difficili è artefice di un processo di evoluzione socio culturale della realtà del Mezzogiorno d'Italia.
L'Università di Bari diventa un momento fondamentale di tale evoluzione con l'impegno di docenti e studenti per portare il popolo italiano verso nuovi ideali di libertà e giustizia.
Alla sua prima lezione Moro entrando in aula dice «La persona prima di tutto» ed è questa frase che caratterizza la sua vita e la sua morte.
I giovani devono conoscere il pensiero lungimirante e tenace del professore e statista Aldo Moro che nell'Assemblea Costituente e nell'elaborazione della Costituzione italiana profonde le sue doti di giurista e lascia il suo inconfutabile segno di legislatore illuminato da una fede profonda.
È Moro a porsi il problema della scuola italiana, perchè consapevole che è molto difficile costruire con l'analfabetismo un Paese dopo le rovine del fascismo.
Ogni studente deve essere consapevole che il costo sopportato dallo Stato per istruire un ragazzo non va inteso come spesa ma come progresso, perché senza scuola non vi sono pace, progresso e benessere.
La speranza è che ricordare l'operato dello statista e professore possa essere una valida occasione di riflessione per docenti, studenti, intellettuali e cittadini desiderosi di contribuire alla crescita democratica, con la consapevolezza che molto è stato fatto e sofferto da parte di una generazione che ha saputo darci il grande dono di un Paese libero e democratico.
Ma la democrazia non esiste in natura: ogni democrazia è stata conquistata anche attraverso drammatiche rivoluzioni, perché di fatto chi detiene il potere si sente sempre minacciato dalla possibilità di perderlo. E una volta conquistata, la democrazia, va difesa, tutelata e non sempre di fronte a tante scelte difficili si riesce a salvarla. Quando la democrazia non viene curata, difesa ed esercitata, la storia ritorna indietro e rispunta inevitabilmente la violenza e la tragedia della guerra.
La crisi di questi giorni, che rischia di degenerare in un conflitto mondiale e in una guerra nucleare, è condotta da un potere autoritario (Putin si è autoproclamato presidente a vita), mentre le democrazie occidentali stanno mettendo in luce la loro debolezza nelle relazioni internazionali.
Per Aldo Moro il valore fondamentale dello Stato democratico è la persona: «La persona prima di tutto». «Ogni persona è un universo». Muovendo da tale principio Moro in quegli anni difficili è artefice di un processo di evoluzione socio culturale della realtà del Mezzogiorno d'Italia.
L'Università di Bari diventa un momento fondamentale di tale evoluzione con l'impegno di docenti e studenti per portare il popolo italiano verso nuovi ideali di libertà e giustizia.
Alla sua prima lezione Moro entrando in aula dice «La persona prima di tutto» ed è questa frase che caratterizza la sua vita e la sua morte.
I giovani devono conoscere il pensiero lungimirante e tenace del professore e statista Aldo Moro che nell'Assemblea Costituente e nell'elaborazione della Costituzione italiana profonde le sue doti di giurista e lascia il suo inconfutabile segno di legislatore illuminato da una fede profonda.
È Moro a porsi il problema della scuola italiana, perchè consapevole che è molto difficile costruire con l'analfabetismo un Paese dopo le rovine del fascismo.
Ogni studente deve essere consapevole che il costo sopportato dallo Stato per istruire un ragazzo non va inteso come spesa ma come progresso, perché senza scuola non vi sono pace, progresso e benessere.
La speranza è che ricordare l'operato dello statista e professore possa essere una valida occasione di riflessione per docenti, studenti, intellettuali e cittadini desiderosi di contribuire alla crescita democratica, con la consapevolezza che molto è stato fatto e sofferto da parte di una generazione che ha saputo darci il grande dono di un Paese libero e democratico.
Ma la democrazia non esiste in natura: ogni democrazia è stata conquistata anche attraverso drammatiche rivoluzioni, perché di fatto chi detiene il potere si sente sempre minacciato dalla possibilità di perderlo. E una volta conquistata, la democrazia, va difesa, tutelata e non sempre di fronte a tante scelte difficili si riesce a salvarla. Quando la democrazia non viene curata, difesa ed esercitata, la storia ritorna indietro e rispunta inevitabilmente la violenza e la tragedia della guerra.
La crisi di questi giorni, che rischia di degenerare in un conflitto mondiale e in una guerra nucleare, è condotta da un potere autoritario (Putin si è autoproclamato presidente a vita), mentre le democrazie occidentali stanno mettendo in luce la loro debolezza nelle relazioni internazionali.