Religioni
Alla Masseria San Vittore esperienze formative per i seminaristi diocesani
Visita dell'Arcivescovo mons. D'Ascenzo al Progetto diocesano “Senza Sbarre“
Bisceglie - giovedì 24 agosto 2023
11.24
Nella mattinata di mercoledì 23 agosto 2023, presso la Masseria San Vittore di Andria, sede del progetto Diocesano "Senza Sbarre", si è tenuto un incontro con l'arcivescovo di Trani Mons. Leonardo D'Ascenzo, accompagnato dal Vicario episcopale don Cosimo Delcuratolo e da 14 studenti di teologia della Diocesi di Trani Barletta Bisceglie.
Dopo le testimonianze di Don Vincenzo Giannelli, di Francesco Liantonio, volontario, e di Massimo, giovane detenuto affidato al progetto, Don Riccardo Agresti, responsabile del Progetto diocesano "Senza Sbarre", ha rivolto un sentito personale ringraziamento all'Arcivescovo D'Ascenzo per lo speciale incontro con i giovani seminaristi. Ha apprezzato l'iniziativa tesa alla ricerca del proprio progetto di vita degli stessi seminaristi affinché emerga in loro, in modo esplicito e forte, la dimensione vocazionale ed ha quindi aggiunto: "L'esperienza di vita del seminarista non è tanto un luogo ben circoscritto, ma è soprattutto un 'tempo' che si estende alle varie realtà che incrociano la loro vita nelle esperienze formative vissute fuori dal seminario. Queste esperienze tendono a presentare ai seminaristi le diverse realtà ecclesiali con cui poi dovranno confrontarsi".
Mons. D'Ascenzo si è così espresso: "Alcune cose già le conoscevo, avevo qualche idea, ma l'incontro con la realtà, con chi ha avuto l'idea del progetto, con chi ora lo segue, con le persone che ne fanno parte, che ne beneficiano, è ben diversa. Entrare in un mondo fatto di persone è fare esperienza, condividerla. E' il caso di affrontare il tema della giustizia, a cominciare da quello che ci racconta la Bibbia andando indietro migliaia di anni, dalla giustizia fai da te alla giustizia riparativa, una modalità sempre più somigliante alla logica di Dio che giustifica, che tende ad accompagnare ogni persona, perché ognuno ha i suoi errori. Dio desidera portare ogni persona a ciò che era all'origine, dare la possibilità concreta di ricominciare dignitosamente. L'esperienza che sto incontrando questa mattina è veramente valida e bella, perché sta in questa direzione: incontrare dei fratelli e aiutarli a ridar loro dignità. Dio con il suo atteggiamento paterno si avvicina all'uomo, che è fragile, che spesso si è andato ad infrangere. Per le istituzioni, per la società, per la Chiesa questa strada naturalmente è molto più impegnativa di altre che a volte si percorrono".
Il dott. Giannicola Sinisi, sostituto Procuratore generale della Repubblica di Bari, anch'egli presente alla Masseria San Vittore, ha aggiunto: "Questo progetto, che è rivolto tecnicamente ai condannati, in realtà è uno spazio rilevantissimo anche per le vittime dei reati, che fanno richiesta di punizione, risarcimento del danno per quella ferita, quella lesione che hanno subito sia risarcita, vogliono le scuse come risarcimento morale ed infine la giustizia di Dio. Un luogo come questo consente all'autore del reato di dare risposte. Questo è il luogo che favorisce questo incontro: può dare soddisfazione allo Stato attraverso la rieducazione, alla Chiesa, attraverso la riconciliazione, ma anche al condannato per la rieducazione e il rinserimento e quindi anche alla vittima del reato, che può venire in questo luogo a chiedere delle risposte a queste domande che il sistema oggi non consente".
Don Cosimo Delcuratolo ha concluso: "Questo luogo è adatto ad accogliere il Seminario, in quanto si dovrebbe iniziare dal basso a conoscere Dio ed apprezzare il profumo di Gesù" e, con una simpatica battuta l'ha paragonato al profumo dei taralli prodotti dagli affidati al Progetto.
Dopo le testimonianze di Don Vincenzo Giannelli, di Francesco Liantonio, volontario, e di Massimo, giovane detenuto affidato al progetto, Don Riccardo Agresti, responsabile del Progetto diocesano "Senza Sbarre", ha rivolto un sentito personale ringraziamento all'Arcivescovo D'Ascenzo per lo speciale incontro con i giovani seminaristi. Ha apprezzato l'iniziativa tesa alla ricerca del proprio progetto di vita degli stessi seminaristi affinché emerga in loro, in modo esplicito e forte, la dimensione vocazionale ed ha quindi aggiunto: "L'esperienza di vita del seminarista non è tanto un luogo ben circoscritto, ma è soprattutto un 'tempo' che si estende alle varie realtà che incrociano la loro vita nelle esperienze formative vissute fuori dal seminario. Queste esperienze tendono a presentare ai seminaristi le diverse realtà ecclesiali con cui poi dovranno confrontarsi".
Mons. D'Ascenzo si è così espresso: "Alcune cose già le conoscevo, avevo qualche idea, ma l'incontro con la realtà, con chi ha avuto l'idea del progetto, con chi ora lo segue, con le persone che ne fanno parte, che ne beneficiano, è ben diversa. Entrare in un mondo fatto di persone è fare esperienza, condividerla. E' il caso di affrontare il tema della giustizia, a cominciare da quello che ci racconta la Bibbia andando indietro migliaia di anni, dalla giustizia fai da te alla giustizia riparativa, una modalità sempre più somigliante alla logica di Dio che giustifica, che tende ad accompagnare ogni persona, perché ognuno ha i suoi errori. Dio desidera portare ogni persona a ciò che era all'origine, dare la possibilità concreta di ricominciare dignitosamente. L'esperienza che sto incontrando questa mattina è veramente valida e bella, perché sta in questa direzione: incontrare dei fratelli e aiutarli a ridar loro dignità. Dio con il suo atteggiamento paterno si avvicina all'uomo, che è fragile, che spesso si è andato ad infrangere. Per le istituzioni, per la società, per la Chiesa questa strada naturalmente è molto più impegnativa di altre che a volte si percorrono".
Il dott. Giannicola Sinisi, sostituto Procuratore generale della Repubblica di Bari, anch'egli presente alla Masseria San Vittore, ha aggiunto: "Questo progetto, che è rivolto tecnicamente ai condannati, in realtà è uno spazio rilevantissimo anche per le vittime dei reati, che fanno richiesta di punizione, risarcimento del danno per quella ferita, quella lesione che hanno subito sia risarcita, vogliono le scuse come risarcimento morale ed infine la giustizia di Dio. Un luogo come questo consente all'autore del reato di dare risposte. Questo è il luogo che favorisce questo incontro: può dare soddisfazione allo Stato attraverso la rieducazione, alla Chiesa, attraverso la riconciliazione, ma anche al condannato per la rieducazione e il rinserimento e quindi anche alla vittima del reato, che può venire in questo luogo a chiedere delle risposte a queste domande che il sistema oggi non consente".
Don Cosimo Delcuratolo ha concluso: "Questo luogo è adatto ad accogliere il Seminario, in quanto si dovrebbe iniziare dal basso a conoscere Dio ed apprezzare il profumo di Gesù" e, con una simpatica battuta l'ha paragonato al profumo dei taralli prodotti dagli affidati al Progetto.