Cronaca
Arresti nell'Arma, confronto per il carabiniere biscegliese coinvolto nell'inchiesta
Il militare parteciperà venerdì all'incidente probatorio in videoconferenza
Bisceglie - giovedì 28 gennaio 2021
13.30
Si terrà nella mattinata di venerdì, in videoconferenza, l'incidente probatorio finalizzato al consolidamento delle dichiarazioni degli indagati nell'inchiesta in cui è coinvolto anche un Carabiniere di Bisceglie in servizio a Giovinazzo all'epoca dei fatti e al momento recluso nel penitenziario militare di Santa Maria Capua a Vetere. Il "faccia a faccia", seppure solo on line, è stato chiesto dalla Procura di Bari.
Secondo l'accusa, il militare biscegliese (Antonio Salerno, 51 anni) avrebbe ricevuto insieme a un collega molfettese 50enne (Domenico Laforgia) regali e persino l'indebito risarcimento del danno per un incidente stradale organizzato al fine di approfittare dell'indennità di servizio per la malattia. I due appartenenti all'Arma si sarebbero fatti consegnare soldi (1000 euro al mese, poi ridotti a 500) e beni di vario tipo per un valore complessivo di 400 mila euro da alcuni pregiudicati vicini al clan mafioso Di Cosola, per il tramite di un commerciante. In cambio, i militari avrebbero rivelato informazioni sulle operazioni di Polizia giudiziaria, sulle indagini in corso o sui provvedimenti restrittivi da eseguire nei confronti di affiliati all'articolazione di Giovinazzo del clan Di Cosola, fornendo agli appartenenti all'organizzazione mafiosa "copertura" e, in alcune occasioni, registrazioni e verbali ancora coperti da segreto con le dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
Le loro versioni dei fatti saranno quindi messe a confronto con quelle di Mario Del Vecchio, ritenuto referente del sodalizio criminale (ora rinchiuso nel carcere di Badu 'e Carros a Nuoro) e il commerciante Gerardo Giotti (detenuto a Lecce). L'incidente probatorio, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come una prova, assunte alla presenza delle parti e in contraddittorio tra di loro, servirà a cristallizzare non solo le dichiarazioni degli arrestati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma anche quelle di Michele Giangaspero che con le sue dichiarazioni ha dato il via alle indagini.
L'attività è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Bari, sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Federico Perrone Capano.
All'incidente probatorio, che si svolgerà davanti al gip Marco Galesi, parteciperanno il pm Federico Perrone Capano e i legali Mario Malcangi per Antonio Salerno, Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi per Domenico Laforgia, Massimo Roberto Chiusolo per Mario Del Vecchio e Maurizio Masellis e Mario Mongelli per Gerardo Giotti.
Secondo l'accusa, il militare biscegliese (Antonio Salerno, 51 anni) avrebbe ricevuto insieme a un collega molfettese 50enne (Domenico Laforgia) regali e persino l'indebito risarcimento del danno per un incidente stradale organizzato al fine di approfittare dell'indennità di servizio per la malattia. I due appartenenti all'Arma si sarebbero fatti consegnare soldi (1000 euro al mese, poi ridotti a 500) e beni di vario tipo per un valore complessivo di 400 mila euro da alcuni pregiudicati vicini al clan mafioso Di Cosola, per il tramite di un commerciante. In cambio, i militari avrebbero rivelato informazioni sulle operazioni di Polizia giudiziaria, sulle indagini in corso o sui provvedimenti restrittivi da eseguire nei confronti di affiliati all'articolazione di Giovinazzo del clan Di Cosola, fornendo agli appartenenti all'organizzazione mafiosa "copertura" e, in alcune occasioni, registrazioni e verbali ancora coperti da segreto con le dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
Le loro versioni dei fatti saranno quindi messe a confronto con quelle di Mario Del Vecchio, ritenuto referente del sodalizio criminale (ora rinchiuso nel carcere di Badu 'e Carros a Nuoro) e il commerciante Gerardo Giotti (detenuto a Lecce). L'incidente probatorio, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come una prova, assunte alla presenza delle parti e in contraddittorio tra di loro, servirà a cristallizzare non solo le dichiarazioni degli arrestati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma anche quelle di Michele Giangaspero che con le sue dichiarazioni ha dato il via alle indagini.
L'attività è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Bari, sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Federico Perrone Capano.
All'incidente probatorio, che si svolgerà davanti al gip Marco Galesi, parteciperanno il pm Federico Perrone Capano e i legali Mario Malcangi per Antonio Salerno, Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi per Domenico Laforgia, Massimo Roberto Chiusolo per Mario Del Vecchio e Maurizio Masellis e Mario Mongelli per Gerardo Giotti.