Cultura
"Avvistamenti" si sposta a Bari per una mostra antologica delle opere di Paolo Gioli
L'iniziativa dei biscegliesi Antonio Musci e Daniela Di Niso farà tappa all'Apulia Film House con l'esposizione curata da Bruno Di Marino
Italia - mercoledì 27 ottobre 2021
8.55
Il lungo viaggio di "Avvistamenti (non) è un Festival" proseguirà per alcune settimane a Bari. Venerdì 29 ottobre, alle ore 19, sarà inaugurata l'esposizione "Schermi-schermi", curata da Bruno Di Marino nell'ambito del più vasto progetto "Paolo Gioli: Antologica/Analogica". L'allestimento è previsto all'interno della sede dell'Apulia Film House sul lungomare Starita, a pochi passi dalla Fiera del Levante. La mostra sarà visitabile su prenotazione fino al prossimo 17 dicembre.
In esposizione alcune litografie tratte dai frames filmici di Gioli e una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall'artista a metà degli anni '70, frutto di un trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni suoi film, come Traumatografo o Immagini disturbate da un intenso parassita, installati in loop su più monitor in modo che lo spettatore possa fare esperienza di quello sconfinamento tra tecniche, supporti e linguaggi, a testimonianza di uno scambio alchemico di temi e di procedimenti. Il cinema, come anche la fotografia e la pittura di Paolo Gioli, è il frutto di una sapiente ricerca e sperimentazione, in alcuni casi con procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini, ecc. Le opere esposte, insieme ai film di Gioli, coprono un arco temporale di oltre 50 anni, dalla fine degli anni '60 a oggi, documentando la ricchezza di una produzione multiforme che, pur nella grande varietà, mantiene una propria coerenza stilistica.
L'iniziativa promossa dai biscegliesi Antonio Musci e Daniela Di Niso, fondatori del Cineclub Canudo, è sostenuta da Apulimia Film Commission e Regione Puglia nell'ambito del Piano staordinario "Custodiamo la cultura in Puglia". L'approfondita serie di eventi dedicati a Paolo Gioli è realizzata grazie al sostegno dell'Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell'arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale creatività contemporanea del ministero della cultura.
L'estetica foto-filmica di Paolo Gioli si ricollega alle origini dei due medium, ovvero a quella miriade di sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato. Una fase limbica, dunque, in bilico tra immagine fissa e in movimento, che l'artista riesce da sempre a far dialogare con risultati fertili e stimolanti. Ed è proprio per sottolineare questa natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, che si è deciso di inserire l'aggettivo "analogico" nel titolo del progetto espositivo.
La diciannovesima edizione di "Avvistamenti" si concluderà dal 27 al 30 dicembre, con il nuovo appuntamento dedicato a un altro grande maestro della sperimentazione: Michele Sambin. Pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore, a cui è dedicato il progetto Michele Sambin: Arché/Téchne, vincitore della nona edizione dell'Italian Council, che vedrà il Museo Castromediano acquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma, al centro di una grande mostra personale che si inaugurerà al Castromediano il 29 gennaio 2022. Un'opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l'innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie.
L'opera sarà esposta il 12 novembre 2021 a Marsiglia, in occasione della 34 edizione del Festival Instants Vidéo e sarà visitabile, insieme ad altre opere di Sambin, fino al 13 febbraio 2022.
In esposizione alcune litografie tratte dai frames filmici di Gioli e una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall'artista a metà degli anni '70, frutto di un trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni suoi film, come Traumatografo o Immagini disturbate da un intenso parassita, installati in loop su più monitor in modo che lo spettatore possa fare esperienza di quello sconfinamento tra tecniche, supporti e linguaggi, a testimonianza di uno scambio alchemico di temi e di procedimenti. Il cinema, come anche la fotografia e la pittura di Paolo Gioli, è il frutto di una sapiente ricerca e sperimentazione, in alcuni casi con procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini, ecc. Le opere esposte, insieme ai film di Gioli, coprono un arco temporale di oltre 50 anni, dalla fine degli anni '60 a oggi, documentando la ricchezza di una produzione multiforme che, pur nella grande varietà, mantiene una propria coerenza stilistica.
L'iniziativa promossa dai biscegliesi Antonio Musci e Daniela Di Niso, fondatori del Cineclub Canudo, è sostenuta da Apulimia Film Commission e Regione Puglia nell'ambito del Piano staordinario "Custodiamo la cultura in Puglia". L'approfondita serie di eventi dedicati a Paolo Gioli è realizzata grazie al sostegno dell'Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell'arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale creatività contemporanea del ministero della cultura.
L'estetica foto-filmica di Paolo Gioli si ricollega alle origini dei due medium, ovvero a quella miriade di sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato. Una fase limbica, dunque, in bilico tra immagine fissa e in movimento, che l'artista riesce da sempre a far dialogare con risultati fertili e stimolanti. Ed è proprio per sottolineare questa natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, che si è deciso di inserire l'aggettivo "analogico" nel titolo del progetto espositivo.
La diciannovesima edizione di "Avvistamenti" si concluderà dal 27 al 30 dicembre, con il nuovo appuntamento dedicato a un altro grande maestro della sperimentazione: Michele Sambin. Pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore, a cui è dedicato il progetto Michele Sambin: Arché/Téchne, vincitore della nona edizione dell'Italian Council, che vedrà il Museo Castromediano acquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma, al centro di una grande mostra personale che si inaugurerà al Castromediano il 29 gennaio 2022. Un'opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l'innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie.
L'opera sarà esposta il 12 novembre 2021 a Marsiglia, in occasione della 34 edizione del Festival Instants Vidéo e sarà visitabile, insieme ad altre opere di Sambin, fino al 13 febbraio 2022.