Cronaca
Azzollini rinviato a giudizio per il crac Cdp
14 in totale le persone coinvolte nel procedimento che avrà inizio il prossimo 9 novembre
Bisceglie - giovedì 20 luglio 2017
20.02
Il senatore Antonio Azzollini è stato rinviato a giudizio con altri 13 imputati accusati a vario titolo del voraginoso crac economico di Casa Divina Provvidenza.
Il processo inizierà davanti al Tribunale di Trani il 9 novembre.
Il giudice per l'udienza preliminare Angela Schiralli ha, dunque, accolto le richieste di processo formulate dai pubblici ministeri Francesco Giannella e Silvia Curioni, titolari del voluminoso e variegato fascicolo d'inchiesta da cui furono stralciate alcune posizioni inviate per competenza territoriale alla Procure di Foggia e Roma.
Quanto ad Azzollini scrive il gup: "Promise nella sua qualità di presidente della Commissione Bilancio di intervenire per il riconoscimento in favore della Cdp del provvedimento di proroga della sospensione degli oneri fiscali e previdenziali di cui aveva goduto a far tempo dalla legge finanziaria 2005. Il dato forte della tesi accusatoria che vede il senatore a capo indiscusso del management occulto della Cdp è dato dal fatto che i suoi uomini di fiducia lo informavano preventivamente di tutte le questioni di maggiore importanza sottoponendogli in visione i provvedimenti adottati dell'ente".
Oltre al senatore di centrodestra finiscono a processo: Suor Rita Cesa; Suor Assunta Puzzello; Dario Rizzi, direttore amministrativo della sede di Foggia di Cdp nonché direttore generale; l'avvocato foggiano Antonio Battiante; Angelo Belsito, presunto amministratore di fatto; il commercialista biscegliese Rocco Di Terlizzi; Adrijana Vasiljevic, dipendente della sede foggiana di Cdp; Lorenzo Lombardi, direttore amministrativo della Cdp Foggia; Giuseppe Domenico de Bari ex direttore generale; il commercialista barese Augusto Toscani; l'ex direttore generale Antonio Albano; il revisore contabile Arturo Nicola Pansini; l'ex direttore generale Giuseppe D'Alessandro.
Il default e la presunta bancarotta avrebbero avuto molti artefici e ragioni. Per i pm tranesi Casa Divina Provvidenza, ora in amministrazione straordinaria sotto l'egida del Ministero dello Sviluppo Economico, è stato "un vero e proprio centro di potere e clientelare", ritenuto affossato per spese ed assunzioni inutili.
Nel corso delle indagini furono sequestrati oltre 28 milioni di euro ritenuti dirottati a Casa di Procura Suore Ancelle della Divina Provvidenza: ente ecclesiastico cassaforte (dunque con pregiudizio dei creditori tra cui Fisco ed Inps) con sede a Guidonia e sulla carta distinto da Casa Divina Provvidenza.
Lo stesso gup il 29 settembre emetterà sentenza per gli altri 4 imputati che hanno chiesto il giudizio abbreviato: l'ex consigliere nonchè assessore alle Infrastrutture e vicepresidente della giunta della regione Basilicata Agatino Lino Mancusi; l'ex consulente fiscale di Cdp Antonio Damascelli; il rappresentante sindacale aziendale Cisl Michele Perrone; l'amministratore di Ambrosia Technologies (società che somministrava i pasti ai degenti) Luciano Di Vincenzo.
Il processo inizierà davanti al Tribunale di Trani il 9 novembre.
Il giudice per l'udienza preliminare Angela Schiralli ha, dunque, accolto le richieste di processo formulate dai pubblici ministeri Francesco Giannella e Silvia Curioni, titolari del voluminoso e variegato fascicolo d'inchiesta da cui furono stralciate alcune posizioni inviate per competenza territoriale alla Procure di Foggia e Roma.
Quanto ad Azzollini scrive il gup: "Promise nella sua qualità di presidente della Commissione Bilancio di intervenire per il riconoscimento in favore della Cdp del provvedimento di proroga della sospensione degli oneri fiscali e previdenziali di cui aveva goduto a far tempo dalla legge finanziaria 2005. Il dato forte della tesi accusatoria che vede il senatore a capo indiscusso del management occulto della Cdp è dato dal fatto che i suoi uomini di fiducia lo informavano preventivamente di tutte le questioni di maggiore importanza sottoponendogli in visione i provvedimenti adottati dell'ente".
Oltre al senatore di centrodestra finiscono a processo: Suor Rita Cesa; Suor Assunta Puzzello; Dario Rizzi, direttore amministrativo della sede di Foggia di Cdp nonché direttore generale; l'avvocato foggiano Antonio Battiante; Angelo Belsito, presunto amministratore di fatto; il commercialista biscegliese Rocco Di Terlizzi; Adrijana Vasiljevic, dipendente della sede foggiana di Cdp; Lorenzo Lombardi, direttore amministrativo della Cdp Foggia; Giuseppe Domenico de Bari ex direttore generale; il commercialista barese Augusto Toscani; l'ex direttore generale Antonio Albano; il revisore contabile Arturo Nicola Pansini; l'ex direttore generale Giuseppe D'Alessandro.
Il default e la presunta bancarotta avrebbero avuto molti artefici e ragioni. Per i pm tranesi Casa Divina Provvidenza, ora in amministrazione straordinaria sotto l'egida del Ministero dello Sviluppo Economico, è stato "un vero e proprio centro di potere e clientelare", ritenuto affossato per spese ed assunzioni inutili.
Nel corso delle indagini furono sequestrati oltre 28 milioni di euro ritenuti dirottati a Casa di Procura Suore Ancelle della Divina Provvidenza: ente ecclesiastico cassaforte (dunque con pregiudizio dei creditori tra cui Fisco ed Inps) con sede a Guidonia e sulla carta distinto da Casa Divina Provvidenza.
Lo stesso gup il 29 settembre emetterà sentenza per gli altri 4 imputati che hanno chiesto il giudizio abbreviato: l'ex consigliere nonchè assessore alle Infrastrutture e vicepresidente della giunta della regione Basilicata Agatino Lino Mancusi; l'ex consulente fiscale di Cdp Antonio Damascelli; il rappresentante sindacale aziendale Cisl Michele Perrone; l'amministratore di Ambrosia Technologies (società che somministrava i pasti ai degenti) Luciano Di Vincenzo.