Politica
Bartolo Sasso: «L'eredità del 25 aprile»
Intervento del biscegliese, componente dell'assemblea nazionale del Partito Democratico
Bisceglie - giovedì 25 aprile 2019
Il 25 aprile ricorre la Festa della Liberazione; nel 1945 l'Italia si liberò dai nazisti e dal regime fascista. Radio Bari dette la notizia dell'Italia Libera. Nel 1948 la Costituzione repubblicana, fra le più belle al mondo, stella polare e faro della nuova vita istituzionale, dettò le regole di riferimento dello Stato democratico. Si lavorò alla costruzione dell'Europa dei popoli per una politica di pace, di distensione, di sicurezza e di difesa delle popolazioni.
Tutte le forze politiche democratiche, sindacali, sociali e culturali lavorarono al miglioramento strutturale, tecnologico, innovativo dell'Italia: la riforma sanitaria che ha garantito l'assistenza e la cura di tutti gli italiani e dei residenti, l'istruzione obbligatoria fino a 16 anni, lo Statuto dei lavoratori, la riforma dei Codici, l'approvazione del divorzio, dell'aborto e dei diritti civici, che oggi qualcuno vuole cancellare, delle pari opportunità, del diritto di famiglia, delle unioni civili ed altre riforme finalizzate alla modernizzazione dello Stato.
Certo, non possiamo vivere di ricordi, ma abbiamo voluto rimarcare il percorso fatto solo per un fatto culturale e identitario, per quello che siamo sempre stati e vogliamo continuare ad essere. Per questo motivo abbiamo tutti il dovere di sostenere l'apertura della sezione biscegliese dell'Anpi, perché attraverso loro non ricordiamo solo la memoria dei nostri nonni, ma i loro valori e quei principi che hanno fatto dell'Italia un paese democratico.
Oggi, una dottrina politica che propugna la difesa o la riconquista della "sovranità nazionale" da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle politiche sovranazionali sta vanificando quanto fin ora realizzato e sta minando la stessa sopravvivenza dell'Europa. Vogliono portare le lancette dell'orologio indietro e propinarci, come panacea per superare le politiche attuali dell'Europa, il ritorno al dannoso, inopportuno e superato nazionalismo, in passato foriero di facili conflitti tra nazioni. Sembra un disastro annunciato.
Ai giovani consigliamo di studiare bene la storia, di meditare seriamente sulle conseguenze disastrose di certe scelte politiche, di puntare tutto sul dialogo e sul confronto civile con altri soggetti ed espressioni politiche e culturali, di privilegiare il pluralismo e multiculturalismo, di accettare le diversità con rispetto e senza pregiudizio verso chi la pensa diversamente da voi, verso chi ha un diverso colore della pelle, un diverso credo o pensiero politico, verso chi appartiene a un'altra razza. Difendete il vostro futuro con autonomia e non lasciatevelo rubare. Fate valere il merito e non la forza dei muscoli. Occorre rispetto fra le parti e non l'insulto. Abbiate considerazione delle ragioni altrui, e non solo delle vostre. Lavoriamo tutti per la pace e la solidarietà, battiamoci per l'ambiente e l'energia pulita, contro le ecomafie, e schieriamoci a fianco di Greta, la giovane ambientalista svedese che sta conducendo una giusta e sacrosanta battaglia, nell'interesse superiore di tutta l'umanità, che vale la pena sostenere se vogliamo prevenire quella che lei definisce la "catastrofe ecologica".
Scegliete la via democratica e delle Istituzioni, senza violenza, la via della partecipazione e della cittadinanza attiva. Il diritto primitivo non risolve i problemi. Negare in modo ostinato l'apertura dei porti e l'asilo nel nostro paese a chi fugge dalla guerra è un'ottusa crudeltà ed una colossale idiozia, oltre che un crimine contro l'umanità. I porti non sono proprietà privata del ministro Salvini, né di altri.
Piaccia o no, sono questi i valori umani e cristiani sempre ricordati da Papa Francesco, in cui noi della tanto vituperata sinistra democratica e riformista crediamo e ne andiamo orgogliosi.
Noi siamo per la pace, per la solidarietà e la cooperazione internazionale. Le armi non ci piacciono. A noi piace dialogare con coloro che usano responsabilmente e con equilibrio la propria testa e non con quelli che hanno la testa dura e giocano in proprio. Noi del Partito Democratico saremo vigili e resisteremo ad ogni tentativo di portare l'Italia indietro nel tempo.
Agli altri lasciamo il gusto sadico e l'idiozia di deriderci e infangarci. Noi comunque resisteremo, resisteremo, resisteremo.
Tutte le forze politiche democratiche, sindacali, sociali e culturali lavorarono al miglioramento strutturale, tecnologico, innovativo dell'Italia: la riforma sanitaria che ha garantito l'assistenza e la cura di tutti gli italiani e dei residenti, l'istruzione obbligatoria fino a 16 anni, lo Statuto dei lavoratori, la riforma dei Codici, l'approvazione del divorzio, dell'aborto e dei diritti civici, che oggi qualcuno vuole cancellare, delle pari opportunità, del diritto di famiglia, delle unioni civili ed altre riforme finalizzate alla modernizzazione dello Stato.
Certo, non possiamo vivere di ricordi, ma abbiamo voluto rimarcare il percorso fatto solo per un fatto culturale e identitario, per quello che siamo sempre stati e vogliamo continuare ad essere. Per questo motivo abbiamo tutti il dovere di sostenere l'apertura della sezione biscegliese dell'Anpi, perché attraverso loro non ricordiamo solo la memoria dei nostri nonni, ma i loro valori e quei principi che hanno fatto dell'Italia un paese democratico.
Oggi, una dottrina politica che propugna la difesa o la riconquista della "sovranità nazionale" da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle politiche sovranazionali sta vanificando quanto fin ora realizzato e sta minando la stessa sopravvivenza dell'Europa. Vogliono portare le lancette dell'orologio indietro e propinarci, come panacea per superare le politiche attuali dell'Europa, il ritorno al dannoso, inopportuno e superato nazionalismo, in passato foriero di facili conflitti tra nazioni. Sembra un disastro annunciato.
Ai giovani consigliamo di studiare bene la storia, di meditare seriamente sulle conseguenze disastrose di certe scelte politiche, di puntare tutto sul dialogo e sul confronto civile con altri soggetti ed espressioni politiche e culturali, di privilegiare il pluralismo e multiculturalismo, di accettare le diversità con rispetto e senza pregiudizio verso chi la pensa diversamente da voi, verso chi ha un diverso colore della pelle, un diverso credo o pensiero politico, verso chi appartiene a un'altra razza. Difendete il vostro futuro con autonomia e non lasciatevelo rubare. Fate valere il merito e non la forza dei muscoli. Occorre rispetto fra le parti e non l'insulto. Abbiate considerazione delle ragioni altrui, e non solo delle vostre. Lavoriamo tutti per la pace e la solidarietà, battiamoci per l'ambiente e l'energia pulita, contro le ecomafie, e schieriamoci a fianco di Greta, la giovane ambientalista svedese che sta conducendo una giusta e sacrosanta battaglia, nell'interesse superiore di tutta l'umanità, che vale la pena sostenere se vogliamo prevenire quella che lei definisce la "catastrofe ecologica".
Scegliete la via democratica e delle Istituzioni, senza violenza, la via della partecipazione e della cittadinanza attiva. Il diritto primitivo non risolve i problemi. Negare in modo ostinato l'apertura dei porti e l'asilo nel nostro paese a chi fugge dalla guerra è un'ottusa crudeltà ed una colossale idiozia, oltre che un crimine contro l'umanità. I porti non sono proprietà privata del ministro Salvini, né di altri.
Piaccia o no, sono questi i valori umani e cristiani sempre ricordati da Papa Francesco, in cui noi della tanto vituperata sinistra democratica e riformista crediamo e ne andiamo orgogliosi.
Noi siamo per la pace, per la solidarietà e la cooperazione internazionale. Le armi non ci piacciono. A noi piace dialogare con coloro che usano responsabilmente e con equilibrio la propria testa e non con quelli che hanno la testa dura e giocano in proprio. Noi del Partito Democratico saremo vigili e resisteremo ad ogni tentativo di portare l'Italia indietro nel tempo.
Agli altri lasciamo il gusto sadico e l'idiozia di deriderci e infangarci. Noi comunque resisteremo, resisteremo, resisteremo.