Politica
Bat, elezioni provinciali nel 2024
I cittadini torneranno a scegliere il presidente e i consiglieri (il cui numero scenderà a 20)
Bisceglie - sabato 10 giugno 2023
10.30
I cittadini della Bat torneranno nel 2024, salvo complicazioni, ad eleggere direttamente il loro presidente e i componenti del consiglio provinciale a distanza di quindici anni dall'unico precedente, risalente al 2009. Il disegno di legge n° 417, con prima firmataria Licia Ronzulli e fra i sottoscrittori il senatore barlettano Dario Damiani, dovrebbe essere sottoposto molto presto al vaglio dell'assemblea di Palazzo Madama. L'iter sembrerebbe meno complesso del solito, in ragione dell'esigenza di ripristinare l'elezione diretta in tempo utile per consentire il voto provinciale in concomitanza con le amministrative della prossima primavera.
La bozza all'esame della Commissione affari costituzionali, in attesa di approdare in aula, prevede anche il ripristino delle giunte provinciali, secondo uno schema cadenzato in proporzione alla popolazione residente dei territori. I dieci comuni della Bat contribuiscono a formare una provincia con numero di abitanti inferiore ai 500 mila e perciò, in base a quanto proposto nel disegno legislativo, il consiglio dovrebbe essere composto da 20 eletti oltre al presidente, che avrebbe facoltà di nominare fino a quattro assessori con ruolo incompatibile a quello di consigliere.
Una novità rilevante sarebbe rappresentata dalla soglia necessaria per l'elezione del presidente, abbassata dal consueto 50%+1 dei consensi validi al 40%+1. L'obiettivo dichiarato è impedire lo svolgimento dei ballottaggi incoraggiando l'aggregazione preventiva di liste. Uno dei nodi da sciogliere riguarda il divieto di voto disgiunto, in vigore per le provinciali nel formato precedente. Quanto ai collegi, invece, si discute di listini plurinominali contrariamente al passato (un candidato per ciascuna lista nel singolo collegio). Nel testo è contenuta una disposizione in virtù della quale, in caso di decadenza del presidente per sfiducia da parte della maggioranza dei componenti del consiglio, le sue funzioni siano assunte da un commissario di nomina prefettizia con compiti di ordinaria e straordinaria amministrazione fino al termine del mandato.
Il primo e unico consiglio provinciale espressione della volontà diretta dei cittadini della Bat fu eletto nel 2009, quando s'impose Francesco Ventola alla guida di una coalizione di centrodestra: 30 i componenti dell'assemblea in base alla ripartizione dei collegi fra Andria (8, uno dei quali condiviso con Canosa), Barletta (7), Bisceglie (4), Trani (4), Canosa (2 più quello in coabitazione con Andria), Margherita, Minervino Murge, San Ferdinando, Spinazzola e Trinitapoli (uno a testa). Il contingente si ridurrà, in base a un principio che assegnerà un collegio ogni 20.000 residenti circa: Andria e Barletta dovrebbero scendere a 5 collegi ciascuno, Bisceglie e Trani a 3, Canosa a 1 o 2 (insieme ad Andria), i tre comuni del Tavoliere meridionale a uno complessivo e lo stesso dovrebbe accadere per Minervino e Spinazzola.
La bozza all'esame della Commissione affari costituzionali, in attesa di approdare in aula, prevede anche il ripristino delle giunte provinciali, secondo uno schema cadenzato in proporzione alla popolazione residente dei territori. I dieci comuni della Bat contribuiscono a formare una provincia con numero di abitanti inferiore ai 500 mila e perciò, in base a quanto proposto nel disegno legislativo, il consiglio dovrebbe essere composto da 20 eletti oltre al presidente, che avrebbe facoltà di nominare fino a quattro assessori con ruolo incompatibile a quello di consigliere.
Una novità rilevante sarebbe rappresentata dalla soglia necessaria per l'elezione del presidente, abbassata dal consueto 50%+1 dei consensi validi al 40%+1. L'obiettivo dichiarato è impedire lo svolgimento dei ballottaggi incoraggiando l'aggregazione preventiva di liste. Uno dei nodi da sciogliere riguarda il divieto di voto disgiunto, in vigore per le provinciali nel formato precedente. Quanto ai collegi, invece, si discute di listini plurinominali contrariamente al passato (un candidato per ciascuna lista nel singolo collegio). Nel testo è contenuta una disposizione in virtù della quale, in caso di decadenza del presidente per sfiducia da parte della maggioranza dei componenti del consiglio, le sue funzioni siano assunte da un commissario di nomina prefettizia con compiti di ordinaria e straordinaria amministrazione fino al termine del mandato.
Il primo e unico consiglio provinciale espressione della volontà diretta dei cittadini della Bat fu eletto nel 2009, quando s'impose Francesco Ventola alla guida di una coalizione di centrodestra: 30 i componenti dell'assemblea in base alla ripartizione dei collegi fra Andria (8, uno dei quali condiviso con Canosa), Barletta (7), Bisceglie (4), Trani (4), Canosa (2 più quello in coabitazione con Andria), Margherita, Minervino Murge, San Ferdinando, Spinazzola e Trinitapoli (uno a testa). Il contingente si ridurrà, in base a un principio che assegnerà un collegio ogni 20.000 residenti circa: Andria e Barletta dovrebbero scendere a 5 collegi ciascuno, Bisceglie e Trani a 3, Canosa a 1 o 2 (insieme ad Andria), i tre comuni del Tavoliere meridionale a uno complessivo e lo stesso dovrebbe accadere per Minervino e Spinazzola.