Politica
Belsito: «Chi decide a proposito dell'illuminazione pubblica?»
Il responsabile della coalizione Patti Chiari: «Lampade a luce fredda, un triste ritorno al passato»
Bisceglie - lunedì 17 febbraio 2020
14.31
Antonio Belsito, responsabile politico della coalizione "Patti chiari", ha diffuso una nota in merito alla questione dell'illuminazione pubblica a Bisceglie.
«Stiamo assistendo in questi giorni alla sostituzione delle lampade dell'illuminazione cittadina da quelle a basso consumo di luce calda a quelle a led. Come è noto anche ai non addetti ai lavori, le luci al led possono essere fredde o calde» ha affermato.
«Ebbene, tutte le lampade che il gestore sta sostituendo sono a luce fredda. Non sappiamo chi abbia fatto questa scelta, né riteniamo che il sindaco ne sappia qualcosa: possiamo soltanto prendere atto che si tratta di una disinvolta iniziativa imposta da qualcuno» ha aggiunto.
«Il Palazzuolo è ritornato ad essere triste e buio, e la sostituzione di tale lampade in tutta la città certamente non la renderà più bella.
D'altronde se per caso qualche amministratore o dirigente del comune involontariamente passasse di sera da via Finizia si accorgerebbe di come il gestore, in maniera arbitraria e disinvolta, ha sistemato lampade fioche nella cosiddetta zona artigianale rendendola meno illuminata e meno sicura. Ciò è accaduto tempo fa» ha sottolineato l'ex presidente del Distretto urbano del commercio.
«Si può insomma conoscere quali sono i criteri che vengono adottati in queste discutibili scelte?
Chi esercita il controllo? Il gestore è sempre la stessa impresa che ha reso buio il porto di Bisceglie-città turistica?
Chi sono il dirigente e l'amministratore comunale che si stanno interessando di questa questione?
Eppure l'illuminazione pubblica e la relativa manutenzione sono costose!
In effetti per loro non è importante, ma per chi ama e vive in questa città è una scelta molto determinante» ha attaccato l'esponente della coalizione "Patti Chiari".
«Speriamo che qualcuno fornisca serie spiegazioni per questo triste ritorno al passato, che rende ancora più dormiente la nostra città: cosicché, grazie a costoro, il confronto con le città limitrofe ci vede sempre perdenti» ha concluso Antonio Belsito.
«Stiamo assistendo in questi giorni alla sostituzione delle lampade dell'illuminazione cittadina da quelle a basso consumo di luce calda a quelle a led. Come è noto anche ai non addetti ai lavori, le luci al led possono essere fredde o calde» ha affermato.
«Ebbene, tutte le lampade che il gestore sta sostituendo sono a luce fredda. Non sappiamo chi abbia fatto questa scelta, né riteniamo che il sindaco ne sappia qualcosa: possiamo soltanto prendere atto che si tratta di una disinvolta iniziativa imposta da qualcuno» ha aggiunto.
«Il Palazzuolo è ritornato ad essere triste e buio, e la sostituzione di tale lampade in tutta la città certamente non la renderà più bella.
D'altronde se per caso qualche amministratore o dirigente del comune involontariamente passasse di sera da via Finizia si accorgerebbe di come il gestore, in maniera arbitraria e disinvolta, ha sistemato lampade fioche nella cosiddetta zona artigianale rendendola meno illuminata e meno sicura. Ciò è accaduto tempo fa» ha sottolineato l'ex presidente del Distretto urbano del commercio.
«Si può insomma conoscere quali sono i criteri che vengono adottati in queste discutibili scelte?
Chi esercita il controllo? Il gestore è sempre la stessa impresa che ha reso buio il porto di Bisceglie-città turistica?
Chi sono il dirigente e l'amministratore comunale che si stanno interessando di questa questione?
Eppure l'illuminazione pubblica e la relativa manutenzione sono costose!
In effetti per loro non è importante, ma per chi ama e vive in questa città è una scelta molto determinante» ha attaccato l'esponente della coalizione "Patti Chiari".
«Speriamo che qualcuno fornisca serie spiegazioni per questo triste ritorno al passato, che rende ancora più dormiente la nostra città: cosicché, grazie a costoro, il confronto con le città limitrofe ci vede sempre perdenti» ha concluso Antonio Belsito.