Bisceglie Illuminata: «Ripristinare via Giudea»
Proposta rivolta in sinergia con l'associazione "Come una volta"
«La strada ripercorre storie di uomini e di donne che componevano il mosaico della vita medievale cittadina, le cui tracce si presentano ancora oggi nell'origine ebraica di molti cognomi biscegliesi» hanno sostenuto Alberto De Toma (Bisceglie illuminata) e Luciano Capurso (Come una volta). «Tracce di una storia volutamente cancellata e ridotta all'oblio dai diktat delle leggi razziali, un colpo di spugna volto a cancellare la coscienza ultrasecolare di un popolo vivo e integrato nella società di quel tempo.
Una delibera datata 20 dicembre 1941 ufficializzò il cambio del nome dell'antica via:
"L'anno 1941 il giorno 20 del mese di dicembre in Bisceglie e nel Palazzo Comunale, ritenuto che si ravvisa opportuno ed urgente la denominazione della via Giudea di questo comune, la cui terminologia risulta ormai superata dagli eventi e che è in contrasto con le direttive politiche del Partito Nazionale Fascista. Atteso ché la denominazione suddetta può sostituirsi con "via Tevere", visto il decreto legislativo 10/05/1923 n°1158; delibera modificare la denominazione della via La Giudea in via Tevere.
Pubblicata il 21/12/1941 senza opposizioni. Approvata dal ministro dell'educazione nazionale".
Nonostante siano passati 80 anni la strada non ha ancora recuperato il suo nome d'origine. Il movimento e l'associazione hanno chiesto all'amministrazione comunale, come segno riparatore simbolico, di prendere in carico il ripristino alla toponomastica originale perché via Giudea non è solo patrimonio ebraico, lo è anche per tutti i biscegliesi che ignorano il passato sia della storia della città che di quella delle proprie famiglie, alcune delle quali derivanti da ebrei convertiti al cattolicesimo. «In un tempo in cui si cercano di cancellare le radici giudaico-cristiane dall'Europa, sarebbe un atto controcorrente seppur piccolo ma di forte simbologia il tornare a camminare in via Giudea» hanno concluso De Toma e Capurso.