Politica
Bisceglie in zona arancione, Silvestris: «Dov'è il preavviso? Siamo numeri o persone?»
L'esponente di Forza Italia esorta i cittadini a forme di autosostentamento: «Compriamo biscegliese»
Bisceglie - martedì 8 dicembre 2020
13.45
«Lunedì sera un'ordinanza regionale ha riportato Bisceglie in "zona arancione". Che vuol dire? Ristoranti e bar chiusi, negozi che tornano a svuotarsi». È l'amara constatazione di Sergio Silvestris, già consigliere regionale e parlamentare europeo.
«Qual è l'assurdità? Da martedì i ristoranti avrebbero aperto a pranzo. Anche i bar avrebbero riaperto. Tutti avevano rifornito le dispense, le cucine erano all'opera per preparare i menù dell'Immacolata e molti tavoli erano prenotati. L'ordinanza è piombata dopo una giornata di preparativi, approvvigionamenti, allestimenti... a poche ore dall'avvio di una graduale ripresa! Dov'è il preavviso? Siamo numeri o persone?» ha aggiunto l'esponente di Forza Italia, esecrando di fatto l'operato di Michele Emiliano.
«Ma la beffa continua: solo 4 comuni della Bat sono stati dichiarati "zona arancione", quindi a Trani, Molfetta, Corato, Ruvo, Giovinazzo i ristoranti e i bar sono aperti, a Bisceglie sono chiusi. A Bisceglie ci sono 290 fra bar, ristoranti, pizzerie e alberghi. Ci lavorano più di 2mila persone, 2 mila famiglie ora sono senza stipendio e si stanno indebitando. Quanti di loro avranno la forza di ripartire dopo la pandemia e questi tira e molla?» ha rimarcato, suggerendo: «Cerchiamo di essere tutti solidali con ristoratori e baristi di Bisceglie. Se possiamo, compriamo cibi da asporto dai nostri locali. Niente regali da Amazon o da internet: acquistiamo quel che possiamo nei negozi biscegliesi. Preferiamo i panettoni artigianali dei nostri pasticceri a quelli industriali. Regaliamo una lattina di olio locale anziché una bottiglia di vino importato».
Silvestris ha esortato la popolazione a dar vita a una forma di autosostentamento: «Diamoci tutti una mano, perché la situazione è molto più grave di quel che ci raccontano. E le vittime del Covid rischiano di essere molte ma molte di più di quelle raccontate dalle statistiche ufficiali. Diamoci tutti una mano, perché ormai solo la forza e la generosità dei biscegliesi può aiutare la nostra città a resistere e a risollevarsi» ha concluso.
«Qual è l'assurdità? Da martedì i ristoranti avrebbero aperto a pranzo. Anche i bar avrebbero riaperto. Tutti avevano rifornito le dispense, le cucine erano all'opera per preparare i menù dell'Immacolata e molti tavoli erano prenotati. L'ordinanza è piombata dopo una giornata di preparativi, approvvigionamenti, allestimenti... a poche ore dall'avvio di una graduale ripresa! Dov'è il preavviso? Siamo numeri o persone?» ha aggiunto l'esponente di Forza Italia, esecrando di fatto l'operato di Michele Emiliano.
«Ma la beffa continua: solo 4 comuni della Bat sono stati dichiarati "zona arancione", quindi a Trani, Molfetta, Corato, Ruvo, Giovinazzo i ristoranti e i bar sono aperti, a Bisceglie sono chiusi. A Bisceglie ci sono 290 fra bar, ristoranti, pizzerie e alberghi. Ci lavorano più di 2mila persone, 2 mila famiglie ora sono senza stipendio e si stanno indebitando. Quanti di loro avranno la forza di ripartire dopo la pandemia e questi tira e molla?» ha rimarcato, suggerendo: «Cerchiamo di essere tutti solidali con ristoratori e baristi di Bisceglie. Se possiamo, compriamo cibi da asporto dai nostri locali. Niente regali da Amazon o da internet: acquistiamo quel che possiamo nei negozi biscegliesi. Preferiamo i panettoni artigianali dei nostri pasticceri a quelli industriali. Regaliamo una lattina di olio locale anziché una bottiglia di vino importato».
Silvestris ha esortato la popolazione a dar vita a una forma di autosostentamento: «Diamoci tutti una mano, perché la situazione è molto più grave di quel che ci raccontano. E le vittime del Covid rischiano di essere molte ma molte di più di quelle raccontate dalle statistiche ufficiali. Diamoci tutti una mano, perché ormai solo la forza e la generosità dei biscegliesi può aiutare la nostra città a resistere e a risollevarsi» ha concluso.