Politica
Boccia: «Far nascere Gesù due ore prima non è eresia». Polemica sulle parole del ministro
Gli affondi di Salvini e Meloni, l'attacco di un altro biscegliese illustre, Monsignor Giovanni Ricchiuti
Italia - venerdì 27 novembre 2020
17.00
«Seguire la Santa Messa di Natale, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre». Le parole del biscegliese Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie, a margine di un tavolo di confronto cui hanno partecipato il collega del dicastero della salute Roberto Speranza e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, si sono imposte inevitabilmente e rapidamente all'attenzione del dibattito politico e sociale.
«Non facciamo i sepolcri imbiancati: Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa col cronometro ma è un atto di fede» ha puntualizzato l'esponente del Partito Democratico, per il quale la priorità, in queste settimane, è l'uscita dalla seconda ondata Covid.
Dure le reazioni registrate nel centrodestra: «Occupatevi di cose serie e non rovinate il Natale almeno ai bambini!» ha tuonato Matteo Salvini, definendo «delirante» quanto sostenuto da Boccia.
«Già che ci siamo perchè non festeggiare Capodanno spostando le lancette dell'orologio avanti come in un film di Fantozzi?» ha dichiarato Giorgia Meloni per la quale «il Governo è sempre più imbarazzante».
«Giù le mani dal Natale dei cristiani» ha invece commentato un altro illustre biscegliese, Monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi e Vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. «Sul Natale non si facciano battute al limite della presa in giro. La battuta che può nascere due ore prima o tre ore prima non mi sembra intelligente» ha evidenziato, rincarando la dose nei confronti di Boccia e anticipando che una riunione del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, in programma martedì 1 dicembre, sarà la sede in cui i vertici della Chiesa italiana si esprimeranno sull'intricata questione degli orari di svolgimento delle celebrazioni liturgiche.
«Il Natale lo lascino prima di tutto alla celebrazione cristiana e ai fedeli. E si possa in qualche modo partecipare, sia pure con tutte le precauzioni necessarie e la disponibilità all'obbedienza alle norme» ha detto Ricchiuti a ilfattoquotidiano.it. «Alcune parrocchie anticipano alle 21 o alle 22. Ricordo che da parroco a Bisceglie alle 23 iniziava la veglia e a mezzanotte la Messa con la nascita di Gesù. Ad Acerenza, negli anni in cui sono stato vescovo lì, alle 23. Nella cattedrale di Altamura, dove celebro ora, la messa inizia alle 22:30 e finiamo intorno a mezzanotte. Per questo dico che non è necessario fare battute fuori posto. È la memoria della natività. È ovvio che la puoi celebrare anche il pomeriggio del 24, ma si tratta anche di rispettare i tempi della liturgia, la celebrazione collocata nel silenzio della notte» ha spiegato, senza risparmiare un'altra frecciata nei confronti del ministro.
«Credo che per la notte di Natale ci debba essere qualche concessione in più sugli orari e sulla partecipazione dei fedeli, che non ci venga tolta questa gioia di celebrare la natività sia nel rispetto delle norme che della liturgia» ha concluso Monsignor Ricchiuti.
«Non facciamo i sepolcri imbiancati: Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa col cronometro ma è un atto di fede» ha puntualizzato l'esponente del Partito Democratico, per il quale la priorità, in queste settimane, è l'uscita dalla seconda ondata Covid.
Dure le reazioni registrate nel centrodestra: «Occupatevi di cose serie e non rovinate il Natale almeno ai bambini!» ha tuonato Matteo Salvini, definendo «delirante» quanto sostenuto da Boccia.
«Già che ci siamo perchè non festeggiare Capodanno spostando le lancette dell'orologio avanti come in un film di Fantozzi?» ha dichiarato Giorgia Meloni per la quale «il Governo è sempre più imbarazzante».
«Giù le mani dal Natale dei cristiani» ha invece commentato un altro illustre biscegliese, Monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi e Vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. «Sul Natale non si facciano battute al limite della presa in giro. La battuta che può nascere due ore prima o tre ore prima non mi sembra intelligente» ha evidenziato, rincarando la dose nei confronti di Boccia e anticipando che una riunione del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, in programma martedì 1 dicembre, sarà la sede in cui i vertici della Chiesa italiana si esprimeranno sull'intricata questione degli orari di svolgimento delle celebrazioni liturgiche.
«Il Natale lo lascino prima di tutto alla celebrazione cristiana e ai fedeli. E si possa in qualche modo partecipare, sia pure con tutte le precauzioni necessarie e la disponibilità all'obbedienza alle norme» ha detto Ricchiuti a ilfattoquotidiano.it. «Alcune parrocchie anticipano alle 21 o alle 22. Ricordo che da parroco a Bisceglie alle 23 iniziava la veglia e a mezzanotte la Messa con la nascita di Gesù. Ad Acerenza, negli anni in cui sono stato vescovo lì, alle 23. Nella cattedrale di Altamura, dove celebro ora, la messa inizia alle 22:30 e finiamo intorno a mezzanotte. Per questo dico che non è necessario fare battute fuori posto. È la memoria della natività. È ovvio che la puoi celebrare anche il pomeriggio del 24, ma si tratta anche di rispettare i tempi della liturgia, la celebrazione collocata nel silenzio della notte» ha spiegato, senza risparmiare un'altra frecciata nei confronti del ministro.
«Credo che per la notte di Natale ci debba essere qualche concessione in più sugli orari e sulla partecipazione dei fedeli, che non ci venga tolta questa gioia di celebrare la natività sia nel rispetto delle norme che della liturgia» ha concluso Monsignor Ricchiuti.