Vincenzo Calace
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Cultura

«Calace e Salvemini, due democratici poco studiati»

Riflessione di Antonello Rustico, presidente Anpi Bisceglie

Antonello Rustico, presidente della sezione "Michele D'Addato" di Bisceglie dell'Anpi - associazione nazionale partigiani d'Italia - ha affidato alla scrittura le sue riflessioni riguardo un evento tenutosi nei giorni scorsi.

Che bella lezione di storia contemporanea avrebbero ascoltato i nostri maturandi nel pomeriggio del 16 giugno alle Vecchie Segherie Mastrototaro se avessero assistito all'incontro delle delegazioni Anpi di Bisceglie e di Molfetta, guidate dai rispettivi presidenti (Antonello Rustico e Fiorenza Minervini).

L'occasione è stata creata dalla dottoressa Rosalba D'Addato per permettere alla novantenne scrittrice molfettese Liliana Gadaleta Minervini di consegnare una lettera scritta dalla sua amica Franca Di Noia il 23 ottobre 1996 al nostro storico locale dottor Felice Calace Pellegrini.
La lettera, rimasta tra le carte della professoressa Minervini, fu redatta ventiquattro anni fa dopo la lettura dell'opera "Testimone di libertà" in cui Felice Pellegrini traccia una biografia del suo avo Vincenzo Calace. «Quanti "fatti", persone, documenti! Figure grandi e umane inserite in un contesto problematico, fanno rivivere un mondo di ideali nobili, danno la misura della grande incidenza di personaggi come il Calace che hanno fatto la storia, ma dei quali la storia non parla» scrive Di Noia nella lettera, in cui sono citate altre grandi personalità che hanno fatto la storia Gaetano Salvemini, Tommaso Fiore, Giovanni Minervini…

Ecco: le oltre due ore dell'incontro hanno permesso ai due "storici" locali Pellegrini Calace e Gadaleta Minervini (anche se modestamente non vogliono essere definiti tali) di "raccontare" episodi di storia vissuta ma con personaggi storici di grande notorietà.

Citiamo, solo come esempio dei tanti punti di contatto tra Calace e Salvemini, la critica di Vincenzo Calace al compagno Togliatti in difesa di Gaetano Salvemini, da un articolo pubblicato sulla rivista Belfagor, la rivista di Luigi Russo. La ricostruzione minuziosa e puntuale sugli eventi che portarono il Partito Comunista italiano al cambio di strategia nell'accettare, ob torto collo, la presenza dei Savoia prima della fine delle ostilità con i nazifascisti e la decisione che, solo dopo la liberazione, si sarebbe fatto il referendum e risolta la questione monarchica.

È evidente - sottolineò Vincenzo Calace - che quest'ordine a Togliatti arrivò da Mosca rompendo così il fronte antimonarchico dei partiti antifascisti italiani.
Non ultimo, nel segno di questa amicizia "reale" Calace partecipò al funerale di Gaetano Salvemini che si tenne a Sorrento il 6 settembre del 1957.

Fulcro centrale dell'incontro è stata la constatazione che queste due illustri figure non sono riuscite ad essere valorizzate e apprezzate di più nelle loro terre natali. Sia a Molfetta che a Bisceglie Salvemini e Calace sono poco ricordati e ancor meno studiati e conosciuti...

Come Anpi vorremmo fare memoria storica di questi due "democratici" pugliesi e fare tesoro dei loro insegnamenti quanto mai attuali. E, riprendendo le attività di divulgazione storica che l'Anpi ha nel proprio dna, ci si propone di intraprendere percorsi sinergici al fine di dare ai giovani la conoscenza diretta dei due personaggi, questi due "fari" della nostra terra: i due uomini hanno avuto uno scambio epistolare, hanno condiviso alcune battaglie politiche sia durante il regime fascista sia dopo con l'avvento della Repubblica italiana. Sono stati, con stili e vedute poi non tanto diversi come appare, protagonisti e profeti della nostra Repubblica, pagando con enormi e personali sacrifici il prezzo della libertà loro e di tutti noi.
E lo si vuol fare anche con l'aiuto di testimonianze orali come quella che, in pochi, hanno potuto ascoltare martedì pomeriggio.

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