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Cronaca

Carabiniere biscegliese coinvolto nell'inchiesta choc sulla caserma di Piacenza

L'uomo, un 52 enne, è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio in concorso con un collega

C'è anche un 52enne biscegliese, appuntato scelto in forza alla Centrale operativa dei Carabinieri di Piacenza, tra coloro che sono stati sottoposti, a vario titolo, alle misure cautelari personali richieste dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale piacentino Luca Milani nell'ambito dell'inchiesta, condotta negli ultimi sei mesi, che ha portato al sequestro della caserma Piacenza Levante dell'Arma. 23 le persone coinvolte, tra cui dieci carabinieri, cinque dei quali arrestati, uno posto ai domiciliari, altri tre - fra cui il biscegliese - all'obbligo di presentazione e firma alla polizia (nello specifico, alla Guardia di Finanza per tre giorni a settimana) e uno all'obbligo di dimora.

Fatti piuttosto gravi (spaccio, arresti illegali, estorsione e tortura) quelli rilevati dagli inquirenti, al punto da ottenere una ribalta nazionale notevole: per la prima volta, in Italia, una caserma è stata di fatto chiusa. È doveroso precisare che il coinvolgimento dell'appuntato biscegliese riguarda altre contestazioni.

L'uomo, secondo quanto contenuto nelle 326 pagine dell'ordinanza del Gip, sarebbe stato protagonista di un solo episodio risalente al pomeriggio del 12 aprile: in concorso con un collega in servizio nella stazione di San Nicolò, «essendo stata segnalata al numero di pronto intervento 112, da una donna che aveva preferito conservare l'anonimato, una festa in corso presso l'abitazione di un Carabiniere, in occasione delle festività pasquali» avrebbe omesso «di effettuare qualsiasi controllo e di redigere gli atti dell'intervento, avvisando e addirittura scusandosi telefonicamente col collega, avendo pensato fosse l'abitazione di un altro militare appartenente all'Arma dei Carabinieri, altrimenti non avrebbe inviato la pattuglia». In base a quanto ricostruito, si sarebbe effettivamente svolta una festa nell'abitazione del militare, con la partecipazione di una decina di persone, malgrado le restrizioni imposte durante il lockdown.

Il 52enne è accusato del reato di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio (articolo 326 del codice penale) in quanto, «violando i doveri inerenti alle proprie funzioni, in data 14 aprile 2020, approfittando dell'assenza dalla Centrale operativa di colleghi» avrebbe inviato il file della telefonata con cui una donna - che aveva preferito conservare l'anonimato - si era rivolta per segnalare la violazione della restrizione e lo svolgimento della festa, attraverso Whatsapp, proprio all'appuntato coinvolto nella vicenda «al fine di consentire a questi di identificarla dalla voce, inviandogli anche il numero di telefono con cui la donna aveva effettuato la telefonata».

Il gip, nel dispositivo, ritiene che il carabiniere biscegliese «sapesse perfettamente che nelle circostanze in cui avevano rivelato a un colleganotizie destinate a rimanere segrete costui non era un semplice "collega" ma poteva essere direttamente coinvolto come responsabile delle attività in corso di accertamento» e per questo motivo sostiene «che il reato sia configurabile e non sia scriminato da alcuna causa di giustificazione» in quanto i fatti contestati «sono gravissimi e rivelano un'assoluta mancanza di consapevolezza dell'importanza del proprio ruolo e dei rispettivi doveri in capo agli indagati». Ne consegue che «si reputa opportuna l'applicazione della misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, la quale consentirà di monitorare gli spostamenti di questi soggetti, rendendoli consapevoli della gravità dei loro comportamenti ed evitando che gli stessi possano adottare condotte in grado di inquinare le indagini ancora in corso».

L'Arma dei Carabinieri, intanto, ha nominato un nuovo comandante di Compagnia e dislocato otto militari con due stazioni mobili, al fine di continuare a garantire le funzionalità della caserma. «Pronti e desiderosi di difendervi, così come in tutta Italia, anche da chi non è degno di indossare questa divisa. Una storia gloriosa non basta a lenire il dolore di una ferita al cuore. Come voi, feriti sono 100mila Carabinieri che ogni giorno adempiono il proprio dovere con onore e sacrificio» è quanto riportato in una nota ufficiale.
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