strategia rifiuti zero
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Attualità

Cave avvelenate, fumi tossici, Tari alle stelle e strategia rifiuti zero, non solo a parole

Si può fare di più. Casella chiede un tavolo di concertazione con tutte le forze politiche prima dell'ennesimo cambio di gestione del servizio igiene urbana

La Puglia, in tema di rifiuti, è tutta ad un passo dal baratro. Ma c'è chi ha fatto peggio, chi si è rimboccato le maniche e ha provato a fare meno danni possibili. Poi c'è chi vuole recuperare, consapevole che non c'è altro modo per poter proseguire.

"Città leggera, Tari Pulita", l'incontro organizzato per l'attuazione della strategia Rifiuti Zero a Bisceglie, ha messo tutto insieme: le pratiche virtuose e quelle da non imitare, ma da cui è urgente difendersi.

A Trani, come spiegato dal geologo Francesco Bartucci, accade il peggio: quattro cave in 1 km, due abusive e due legali, tutte degradate. In una pubblica di proprietà della municipalizzata Amiu fino al 2015 si conferiva tal quale - sebbene la legge lo vietasse - più del doppio dei rifiuti consentiti. Poi la discarica è stata è stata chiusa quando si è scoperto che la zuppa di rifiuti e percolati scendeva in profondità fino a 21 metri, creando una pressione idraulica che ha rotto la barriera di fondo e contaminato la falda con metalli pesanti che scaricano a mare. Poi ci sono le cave abbandonate, mai messe in sicurezza, dove per anni sono stati interrati inquinanti. C'è una cava fumante, a poco più di 5 km da Bisceglie, che da settembre solleva polveri sottili, gas e metalli pesanti superando di 10000 volte il limite previsto dalla legge. È una bomba ad orologeria: sotto la superficie, a 50 cm dal suolo, la massa arde a 400° di temperatura e, se sollevata, potrebbe letteralmente esplodere, con danni al comune di Trani e a quelli di Bisceglie difficilmente calcolabili.
«Potevamo evitarci tutto questo se solo avessimo attuato la strategia rifiuti zero».

A Bitetto, di converso, dove la strategia è applicata in tutti i suoi 10 punti e dal 2016 si sperimenta la tarrifazione puntuale, la differenziata supera l'80%, i cittadini sono felici e l'evasione cala. Il sindaco Fiorenza Pascazio svela il segreto di tanto successo: una campagna informativa partita prima del porta a porta e molto serrata; mastelli intelligenti che tarano la produzione media per famiglia di rifiuto, poi ne registrano gli scostamenti, punendo chi per non pagare conferisce troppo poco (e poi evidentemente abbandona) e premiando chi più e meglio differenzia. «La maglia nera resta l'organico - spiega - che di per sé sarebbe una grande risorsa, perché alimenterebbe un'agricoltura sana e riduce l'uso dei concimi, ma in Puglia non ha fortuna. L'unico impianto di conferimento è privato e sovraffollato. Gli altri pagano per il conferimento in discarica, che costa poco meno della carissima indifferenziata».

A Bisceglie, dove dopo un anno e mezzo dall'approvazione unanime del consiglio comunale della Strategia Rifiuti Zero, Maurizio Parisi, referente del Movimento Rifiuti Zero a Bisceglie e promotore dai 10 passi, registra solo un buon potenziale:
«La strategia - ha spiegato - è applicabile a qualsiasi tipo città con i dovuti correttivi, purché si segua una precisa strategia. I passi sono dieci, primo dei quali il coinvolgimento attivo dei cittadini, che devono afferrare bene un concetto basilare: io rifiuti sono oro, nel vero senso della parola e pagare per donare l'oro non è più ammissibile.
Se differenziati bene rifiuti possono essere venduti, anziché essere un costo. Per smaltire i rifiuti raccolti a Bisceglie, paghiamo il costo della raccolta, quello del trasporto a Foggia per la biostabilozzazione e ancora quello del trasferimento da Foggia a Taranto per la discarica. Poi ci sono i costi ambientali, quelli dell'abbandono dei rifiuti nelle campagne e per le strade. Oltre alla tariffa puntuale, la strategia Rifiuti zero propone centri di riuso per tutto quel materiale che può trovare nuova vita in loco e centri di ricerca e riprogettazione per quegli oggetti che non hanno ancora una seconda vita in nessun luogo».


La proposta di Gianni Casella, consigliere comunale di opposizione e sostenitore della strategia Rifiuti zero, tocca invece più da vicino la città, nell'immediato: «La sentenza del Consiglio di Stato che obbliga Ambiente 2.0 a passare il testimone alla ditta Sangalli ci permette di ricominciare senza passi falsi. Ma per far questo, per stanare i 5000 evasori biscegliesi, portare l'ecotassa al minimo e recuperare 2,5 milioni di euro da una corretta differenziata, serve che tutte le forze politiche dialoghino tra loro. Invito il vicesindaco Vittorio Fata a convocare un tavolo di concertazione a cui possano sedere aziende, associazioni sindacali e forze politiche tutte, senza distinzioni. Se ci sediamo tutto attorno ad un tavolo forse riusciremo a trovare le giuste soluzioni».
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