Attualità
Cecilia Sala ospite alle Vecchie Segherie Mastrototaro - IL VIDEO
La giornalista a Bisceglie per presentare il suo nuovo libro "L'incendio - reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan"
Bisceglie - domenica 17 dicembre 2023
17.04
Un'energia decisamente particolare quella che ha inondato gli spazi delle Vecchie Segherie Matrototaro domenica mattina all'ingresso di Cecilia Sala. Un'energia incendiaria e densa, assetata di dialogo e consapevolezza. Del resto «L'incendio - reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan», ultima uscita di Cecilia Sala, nota giornalista e reporter di guerra, nasce proprio con l'intenzione di fare informazione, un'informazione attiva e partecipata sui conflitti attuali. A moderare l'evento-presentazione l'autrice Anna Puricella.
La storia di una intera generazione, quella nata nei primi anni duemila, che oggi si trova ad affrontare i conflitti più sanguinosi degli ultimi tempi raccontata nelle pagine del nuovo libro di Sala con una ambizione chiara e definita: decostruire la narrazione parziale e politicizzata dei conflitti per fotografarli nella loro durezza e crudeltà.
Quelle raccontate nel libro sono storie di giovani e persone, microstorie all'interno di un ecosistema molto più grande, quell'ecosistema di ampio respiro che finisce nei libri di storia sotto forma di paragrafi, capitoli o sotto titoletti. Il messaggio è chiaro: l'assuefazione al numero dei morti si deve combattere con il racconto delle storie personali di coloro che vivono la guerra, gente comune costretta a guardare il mostro del conflitto armato dritto negli occhi. Una strategia lucida quella adottata dalla giornalista: partire dalla dimensione quanto più personale e intima dell'individuo che vive il conflitto, personificarlo, definirlo per colpire l'empatia della persona che legge, lasciandola senza via di scampo. I conflitti internazionali colpiscono tutte le persone nel corso della danza infinita e dannata della storia, lasciando nessuno escluso.
Presenti alla presentazione del libro anche le persone attiviste del gruppo Amnesty International di Bisceglie con un banchetto di raccolta firme per l'appello "Cessate il fuoco".
Nel libro Sala riporta un messaggio struggente ricevuto nel settembre 2022 da una sua amica, una ragazza iraniana, Sadira: «Il mondo è violento. Cosa vi è preso a voi europei che fate finta di non saperlo, di non ricordarlo? C'è vita su questo pianeta, i popoli come i regimi non sono pezzi da museo. O forse voi lo siete, noi no. Mai»
Questa, forse la morale dell'intera opera.
La storia di una intera generazione, quella nata nei primi anni duemila, che oggi si trova ad affrontare i conflitti più sanguinosi degli ultimi tempi raccontata nelle pagine del nuovo libro di Sala con una ambizione chiara e definita: decostruire la narrazione parziale e politicizzata dei conflitti per fotografarli nella loro durezza e crudeltà.
Quelle raccontate nel libro sono storie di giovani e persone, microstorie all'interno di un ecosistema molto più grande, quell'ecosistema di ampio respiro che finisce nei libri di storia sotto forma di paragrafi, capitoli o sotto titoletti. Il messaggio è chiaro: l'assuefazione al numero dei morti si deve combattere con il racconto delle storie personali di coloro che vivono la guerra, gente comune costretta a guardare il mostro del conflitto armato dritto negli occhi. Una strategia lucida quella adottata dalla giornalista: partire dalla dimensione quanto più personale e intima dell'individuo che vive il conflitto, personificarlo, definirlo per colpire l'empatia della persona che legge, lasciandola senza via di scampo. I conflitti internazionali colpiscono tutte le persone nel corso della danza infinita e dannata della storia, lasciando nessuno escluso.
Presenti alla presentazione del libro anche le persone attiviste del gruppo Amnesty International di Bisceglie con un banchetto di raccolta firme per l'appello "Cessate il fuoco".
Nel libro Sala riporta un messaggio struggente ricevuto nel settembre 2022 da una sua amica, una ragazza iraniana, Sadira: «Il mondo è violento. Cosa vi è preso a voi europei che fate finta di non saperlo, di non ricordarlo? C'è vita su questo pianeta, i popoli come i regimi non sono pezzi da museo. O forse voi lo siete, noi no. Mai»
Questa, forse la morale dell'intera opera.