Franco Napoletano
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Politica

«Ciò che serve alla città», Napoletano verso l'ottava candidatura a Sindaco?

L'ex primo cittadino ne ha per tutti, da Angarano a Silvestris, da Spina a Fata senza tralasciare il Pd

Critiche durissime nei confronti di tutti. Franco Napoletano, già Sindaco di Bisceglie dal 1996 al 2006, non ha risparmiato quasi nessuno nel suo dettagliato documento politico intitolato «Ciò che serve alla città»: dall'attuale capo dell'amministrazione Angarano al suo partner di coalizione Silvestris, dal centrodestra a Francesco Spina, dal Partito Democratico a Vittorio Fata, fino ad altri soggetti - facilmente individuabili - accusati apertamente di partecipare al tavolo del centrosinistra pur percorrendo, contemporaneamente, strade "alternative". Considerazioni che potrebbero indurre a ragionare su una nuova candidatura - sarebbe l'ottava - dell'esponente comunista, che ha corso per diventare Sindaco in tutti gli appuntamenti amministrativi dall'introduzione della legge sull'elezione diretta con l'esclusione del 2006, quando fu candidato (ed eletto) alla Camera dei deputati.

«L'amministrazione Angarano, dopo avere suscitato illusorie aspettative di cambiamento e disatteso le mirabolanti promesse elettorali, si è rivelata un autentico danno per la città. D'altronde, fare il Sindaco non è un compito facile e non tutti ne sono capaci. Il Sindaco Angarano, a metà strada tra il fanciullino pascoliano ed il pavido Don Abbondio manzoniano, appare timoroso della sua stessa ombra e per nulla incline ad assumersi ogni minima responsabilità. È opinione diffusa che venga portato per mano dai dirigenti comunali e da taluni esponenti del vecchio ceto politico. Il risultato è il degrado cittadino, che è sotto gli occhi di tutti» ha rimarcato Napoletano.

«Non a caso, i cittadini, anche quelli che, ormai pentiti, hanno sostenuto Angarano, si augurano che questa amministrazione vada a caso quanto prima. Certo, non tutte le responsabilità sono attribuibili per intere a questo Sindaco, che ha ereditato ed aggravato le indubbie manchevolezze dei suoi più recenti predecessori, che, pure, smaniano per ritornare» ha aggiunto, riferendosi a Spina e Fata.

«Sta di fatto che la grave inadeguatezza di questo Sindaco lascerà una montagna di macerie, che non sarà semplice rimuovere da chi verrà dopo. In questa situazione, qual è la cosa più utile per una rinascita della città? Il senso di responsabilità imporrebbe la costruzione di un ampio fronte alternativo, unitario e democratico, con tutti coloro che in questi anni hanno avversato il modo sciagurato di governare il Comune. Un ampio fronte alternativo, che, sulla base di un programma e di un percorso politico condiviso, chiami a raccolta la parte migliore della società biscegliese e ne promuova la partecipazione» ha osservato.

«In questo contesto, non c'è spazio per le precipitose e deleterie fughe in avanti di chi punti a fare il Sindaco a tutti i costi, in una campagna elettorale prematura e permanente. Rompere l'unità delle forze di opposizione per finalità personali rappresenta un grave errore politico, che rischia di fare il gioco proprio di coloro che si vorrebbe mandare a casa. Bisogna partire dalle cose da fare e solo dopo si deve decidere, insieme e non dall'alto, chi debba guidare una coalizione alternativa di governo. Agli uomini politici avveduti si chiede responsabilità, non vanità; generosità, non egoismo incontrollato. Deve essere chiaro che prima vengono gli interessi della Città e poi quelli, pur legittimi, dei singoli!» ha tuonato l'ex parlamentare.

«Chi ha maturato una presenza importante nelle istituzioni ha il dovere di fare un passo non indietro, ma di lato, mettendo a disposizione la propria esperienza e favorendo la formazione di una nuova classe dirigente, a cui lasciare in mani solide, già a partire da oggi, il testimone per il futuro della città. Esperienza e nuove generazioni devono costituire il fondamento su cui costruire un avvenire di progresso» ha spiegato, aprendo perciò alla possibilità di un nome "terzo" rispetto ai consueti protagonisti sulla scena politica biscegliese, peraltro non semplice da indicare. «Vanno stigmatizzati coloro che danno ai giovani l'illusione di partecipare a soluzioni programmatiche che, tanto, verranno puntualmente ignorate (ciò che ha fatto Angarano, insegna). È necessario, pertanto, che i giovani non vengano strumentalizzati per portare voti, ma vengano considerati dei reali protagonisti, con tutto l'entusiasmo e la determinazione di cui sono portatori, ma anche con l'umiltà di chi vuole imparare con onestà, per meglio servire la collettività. Nessuna garanzia di cambiamento può venire da coloro che mettono la propria persona davanti a tutto ed a tutti, che immolano ogni necessaria coerenza ad alleanze spregiudicate e senza scrupoli» ha sottolineato.

«È ora di finirla con la proposizione di una miriade di liste civiche fasulle, che costituiscono una perversione della democrazia, un utilizzo strumentale di candidati ed un modo per abbindolare gli elettori. E che dire della malsana abitudine di taluni di promettere, già oggi, assessorati e cariche istituzionali a chiunque, pur di conquistare consensi? Questi metodi vanno definitivamente banditi dalla vita pubblica» è quanto sostenuto da Napoletano.

«Occorre, invece, affermare con forza il principio che la politica debba essere affrontata con spirito di servizio, servendo degli ideali ed affermando, sempre e ad ogni costo, il rispetto della legge, nelle piccole come nelle grandi cose: fare politica per la collettività, non servirsi della politica per se stessi!
Il Partito Democratico di Bisceglie nel 2018 s'inventò un candidato sindaco debole, "per bene" che fosse, spaccò il centrosinistra e determinò la vittoria di Angarano e delle destre, di cui la città sta pagando le conseguenze» ha affermato, attaccando ancora una volta Vittorio Fata.
«Mi auguro, come sembrerebbe, che non perseveri nell'errore e lavori per unire e non per dividere, a tutto beneficio di chi, negli intenti, si vorrebbe sconfiggere.
Mettere bandierine di partito, sempre e comunque, non mi sembra un buon affare e potrebbe favorire un'altra e peggiore sconfitta per la città.
Né è corretto partecipare al tavolo del centrosinistra e, contemporaneamente, percorrere in proprio altre strade.
Sia chiaro, però, che un reale processo di cambiamento e di rinascita cittadina deve tenere fuori gli opportunisti, i trasformisti e tutti coloro che, ora da una parte, ora dall'altra, intendono la politica come raggiungimento di un tornaconto personale. Se si vuole essere credibili verso i cittadini, bisogna tenere questi soggetti fuori da ogni percorso politico. Bisogna vincere, ma bisogna, successivamente, poter governare senza ricatti».

Napoletano non ha dubbi: «Coloro che, nelle fila dell'attuale maggioranza di governo cittadino, continuano a sostenere, seppure con il mal di pancia, l'attuale Sindaco, abbiano il coraggio di uscire subito allo scoperto - e non alla fine della consigliatura - e di non essere più complici di scelte amministrative disastrose per la città e, perfino, pericolose per loro stessi. Si continui, in conclusione, a lavorare per costruire percorsi politici ed amministrativi unitari e non divisivi, sulla base di un concreto e possibile programma da realizzare, da aprire al coinvolgimento ed al contributo della città». È il preludio ad una sua nuova candidatura a Sindaco? Lo si scoprirà presto.
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