Territorio
Coldiretti: «Danni da milioni di euro per l'agricoltura pugliese»
«Perso quasi tutto il raccolto di ciliegie, mandorle e albicocche»
Puglia - lunedì 8 giugno 2020
11.46
Coldiretti ha stimato che nell'ultimo periodo il clima ha causato milioni di euro di danni all'agricoltura pugliese, con la perdita del raccolto delle ciliegie, delle mandorle, di albicocche e pesche e della campagna primaverile degli ortaggi e delle patate.
Questo è stato il bilancio drammatico esposto dall'associazione, a causa delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici: «L'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto nei primi 5 mesi del 2020. L'inverno bollente ha lasciato il posto a una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell'European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado, di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d'aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio e le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi.
«Le bombe d'acqua degli ultimi giorni sono l'ultima spallata del clima impazzito in una maledetta primavera che è iniziata con il gelo, che ha compromesso le fioriture, ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine. L'effetto immediato è stata la perdita quasi totale del raccolto di ciliegie, delle mandorle, delle albicocche, con gravi danni ad ortaggi e patate» ha allarmato Savino Muraglia.
«Il risultato è la perdita di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti fino al 90% delle ciliegie primizie e della 'Ferrovia', ma anche dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-58%), e un rincaro dei prezzi al consumo. Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti di copertura, con le coltivazioni in serra e con la manutenzione di terreni e canali e serre ma spesso la furia delle tempeste è così violenta da far esplodere le protezioni, distruggere frutta e ortaggi e gonfiare d'acqua i terreni provocando pericolosi smottamenti» ha sottolineato Coldiretti.
«La Puglia convive da sempre con un vero e proprio paradosso idrico. Da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, come denunciato nel 2020 nelle province di Foggia, Bari e Taranto, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e in alcune aree mancanza di infrastrutture ad hoc».
«D'altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno di incrinare l'andamento del settore agricolo pugliese. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica» ha concluso.
Questo è stato il bilancio drammatico esposto dall'associazione, a causa delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici: «L'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto nei primi 5 mesi del 2020. L'inverno bollente ha lasciato il posto a una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell'European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado, di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d'aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio e le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi.
«Le bombe d'acqua degli ultimi giorni sono l'ultima spallata del clima impazzito in una maledetta primavera che è iniziata con il gelo, che ha compromesso le fioriture, ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine. L'effetto immediato è stata la perdita quasi totale del raccolto di ciliegie, delle mandorle, delle albicocche, con gravi danni ad ortaggi e patate» ha allarmato Savino Muraglia.
«Il risultato è la perdita di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti fino al 90% delle ciliegie primizie e della 'Ferrovia', ma anche dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-58%), e un rincaro dei prezzi al consumo. Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti di copertura, con le coltivazioni in serra e con la manutenzione di terreni e canali e serre ma spesso la furia delle tempeste è così violenta da far esplodere le protezioni, distruggere frutta e ortaggi e gonfiare d'acqua i terreni provocando pericolosi smottamenti» ha sottolineato Coldiretti.
«La Puglia convive da sempre con un vero e proprio paradosso idrico. Da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, come denunciato nel 2020 nelle province di Foggia, Bari e Taranto, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e in alcune aree mancanza di infrastrutture ad hoc».
«D'altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno di incrinare l'andamento del settore agricolo pugliese. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica» ha concluso.