Territorio
Coldiretti si dimette in blocco da tutti i Gal pugliesi
Durissima presa di posizione dell'associazione nei confronti dell’assessorato regionale all’agricoltura sulla questione dei fondi Psr
Puglia - mercoledì 28 marzo 2018
14.34
Coldiretti Puglia ha annunciato le dimissioni in blocco dei propri rappresentanti, a vario titolo, da tutti i consigli di amministrazione dei Gal pugliesi, compreso il Gal "Ponte Lama" che comprende Bisceglie.
«È necessario che la regione Puglia si svegli e che l'assessorato all'agricoltura regionale esca fuori dal pantano Psr, mettendo mani alle istruttorie delle domande sulla misura degli investimenti 4.1.a» ha affermato il presidente Gianni Cantele, in aperta polemica con l'ente. «Il ricorso e la conseguente sentenza del Tar non possono diventare l'alibi per tenere congelata l'istruttoria delle domande che consentirebbe di capire quali progetti sono realmente finanziabili, evitando che gli agricoltori si sobbarchino di costi esosi relativi alla documentazione di bancabilità, cantierabilità, rilascio di permessi a costruire, per poi decadere dalla graduatoria iniziale, pubblicata nell'ormai lontano novembre 2017. Stiamo perdendo competitività, perché sono bloccati da 2 anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati nel lontano 2016, non ci sono risorse sufficienti a garantire copertura alle 5mila domande presentate dai giovani, alle 3200 degli imprenditori che intendono investire e a tutte le aziende colpite da Xylella che hanno bisogno di ripartire» ha spiegato il massimo esponente pugliese dell'associazione dei coltivatori diretti.
Riguardo la task force che si sta occupando dell'istruttoria delle domande per le misure a superficie, produzione Integrata e agricoltura biologica, Coldiretti Puglia ha sottolineato che si tratta dell'annualità 2016: «Coldiretti in blocco ha rassegnato le dimissioni da tutti i Gal in cui era presente a vario titolo» ha sottolineato il direttore Angelo Corsetti. «Pensare ad una rimodulazione che passi nuovamente sulla testa dell'imprenditoria agricola è inaccettabile, perché il Psr è e deve rimanere uno strumento economico a disposizione delle aziende agricole. Tra l'altro, è scarso l'avanzamento di spesa, e quella dei Gal è tra le misure Psr più arretrate nella spesa con rischio restituzione risorse a Bruxelles. Tutto ciò dimostra che siamo di fronte ad un gap burocratico che poteva e può essere superato dalla piena applicazione della semplificazione amministrativa».
«È necessario che la regione Puglia si svegli e che l'assessorato all'agricoltura regionale esca fuori dal pantano Psr, mettendo mani alle istruttorie delle domande sulla misura degli investimenti 4.1.a» ha affermato il presidente Gianni Cantele, in aperta polemica con l'ente. «Il ricorso e la conseguente sentenza del Tar non possono diventare l'alibi per tenere congelata l'istruttoria delle domande che consentirebbe di capire quali progetti sono realmente finanziabili, evitando che gli agricoltori si sobbarchino di costi esosi relativi alla documentazione di bancabilità, cantierabilità, rilascio di permessi a costruire, per poi decadere dalla graduatoria iniziale, pubblicata nell'ormai lontano novembre 2017. Stiamo perdendo competitività, perché sono bloccati da 2 anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati nel lontano 2016, non ci sono risorse sufficienti a garantire copertura alle 5mila domande presentate dai giovani, alle 3200 degli imprenditori che intendono investire e a tutte le aziende colpite da Xylella che hanno bisogno di ripartire» ha spiegato il massimo esponente pugliese dell'associazione dei coltivatori diretti.
Riguardo la task force che si sta occupando dell'istruttoria delle domande per le misure a superficie, produzione Integrata e agricoltura biologica, Coldiretti Puglia ha sottolineato che si tratta dell'annualità 2016: «Coldiretti in blocco ha rassegnato le dimissioni da tutti i Gal in cui era presente a vario titolo» ha sottolineato il direttore Angelo Corsetti. «Pensare ad una rimodulazione che passi nuovamente sulla testa dell'imprenditoria agricola è inaccettabile, perché il Psr è e deve rimanere uno strumento economico a disposizione delle aziende agricole. Tra l'altro, è scarso l'avanzamento di spesa, e quella dei Gal è tra le misure Psr più arretrate nella spesa con rischio restituzione risorse a Bruxelles. Tutto ciò dimostra che siamo di fronte ad un gap burocratico che poteva e può essere superato dalla piena applicazione della semplificazione amministrativa».