Cronaca
Con.te.sto denuncia: «I nostri ragazzi costretti ad andar via da un bar»
I giovani affetti da autismo (fra cui alcuni biscegliesi) sarebbero stati oggetto di un pessimo trattamento
Bisceglie - sabato 10 luglio 2021
«Accade nella civilissima Trani, dove l'attenzione verso le diverse abilità, e in particolar modo l'autismo, è molto alta. Ed è per questo che non te lo aspetti e fa ancora più male. Sono le 10:30 di un normalissimo martedì e il gruppo dei ragazzi più grandi dell'associazione Con.te.sto odv è felicissimo: oggi escono in passeggiata con i loro compagni tutor e gli operatori. Lo fanno spesso, e quella passeggiata che per loro è una boccata d'ossigeno termina sempre con la visita ad un bar, dove si siedono ordinati in attesa di mangiare un gelato e una porzione di patatine. Solitamente sono sempre bene accolti, ma questo martedì le cose sono andate diversamente: hanno incontrato chi la diversità non vuole comprenderla e non la tollera».
Queste le parole con cui Raffaella Caifasso, presidente di Con.te.sto, ha aperto una nota diffusa al fine di porre all'attenzione dell'opinione pubblica un avvenimento spiacevole che avrebbe coinvolto anche alcuni giovani biscegliesi che frequentano l'associazione.
«Al termine della loro passeggiata, accompagnati dal presidente, i ragazzi hanno raggiunto un bar e, come sempre, si sono seduti in attesa che gli operatori raccogliessero le loro ordinazioni.
Sin da subito il titolare del bar ha accusato i ragazzi e i loro accompagnatori di voler occupare abusivamente, a suo dire, i tavoli senza consumare.
A nulla sono valse le rassicurazioni del presidente: i ragazzi avevano i soldi e avrebbero tutti ordinato qualcosa.
Sono ragazzi con disabilità, ci vuole soltanto qualche minuto in più, appena un briciolo di pazienza. Lui ha continuato a sostenere la sua tesi urlando a gran voce, finché ai ragazzi non è restato che alzarsi e andar via, non senza difficoltà perché alcuni di loro non comprendevano cosa avessero fatto di male.
Ora ci chiediamo: i soldi hanno un colore diverso se usati dai nostri ragazzi?
Avrebbero pagato e consumato come tutti. Restiamo basiti di fronte a tanta incomprensione e allo stesso tempo ringraziamo ancora di più chi invece ci accoglie con amore ogni volta.
Certi episodi non vanno taciuti perché cresca la consapevolezza, noi ci siamo e continueremo a fare le nostre uscite e le nostre passeggiate. Non ci abbattiamo perché per fortuna le strutture accoglienti superano di gran lunga quelle ostili, alle quali diciamo: Invece di alzare la voce, formatevi!».
Queste le parole con cui Raffaella Caifasso, presidente di Con.te.sto, ha aperto una nota diffusa al fine di porre all'attenzione dell'opinione pubblica un avvenimento spiacevole che avrebbe coinvolto anche alcuni giovani biscegliesi che frequentano l'associazione.
«Al termine della loro passeggiata, accompagnati dal presidente, i ragazzi hanno raggiunto un bar e, come sempre, si sono seduti in attesa che gli operatori raccogliessero le loro ordinazioni.
Sin da subito il titolare del bar ha accusato i ragazzi e i loro accompagnatori di voler occupare abusivamente, a suo dire, i tavoli senza consumare.
A nulla sono valse le rassicurazioni del presidente: i ragazzi avevano i soldi e avrebbero tutti ordinato qualcosa.
Sono ragazzi con disabilità, ci vuole soltanto qualche minuto in più, appena un briciolo di pazienza. Lui ha continuato a sostenere la sua tesi urlando a gran voce, finché ai ragazzi non è restato che alzarsi e andar via, non senza difficoltà perché alcuni di loro non comprendevano cosa avessero fatto di male.
Ora ci chiediamo: i soldi hanno un colore diverso se usati dai nostri ragazzi?
Avrebbero pagato e consumato come tutti. Restiamo basiti di fronte a tanta incomprensione e allo stesso tempo ringraziamo ancora di più chi invece ci accoglie con amore ogni volta.
Certi episodi non vanno taciuti perché cresca la consapevolezza, noi ci siamo e continueremo a fare le nostre uscite e le nostre passeggiate. Non ci abbattiamo perché per fortuna le strutture accoglienti superano di gran lunga quelle ostili, alle quali diciamo: Invece di alzare la voce, formatevi!».