Scuola
Concluso il progetto "Star bene a scuola" promosso dalla Monterisi
Iniziativa di supporto psicologico ai giovanissimi studenti in questa delicata fase di pandemia
Bisceglie - venerdì 28 maggio 2021
9.38
Si è concluso il progetto "Star bene a scuola: relazioni, conflitti, emozioni" attivato nellla scuola secondaria di primo grado "Riccardo Monterisi" di Bisceglie. Obiettivo, condiviso tra l'istituzione scolastica e il Comune di Bisceglie, la promozione all'interno del gruppo classe «di un "luogo psichico" in cui il ragazzo si senta accolto, sostenuto, rassicurato, accettato, reso consapevole e incoraggiato nella totale espressione della propria individualità, accrescendo la sua capacità di autoriflessione, la capacità di autoregolare i propri stati emotivi, di relazionarsi in modo rispettoso verso l'individualità altrui vista come punto di forza e non di emarginazione» come hanno spiegato i referenti del progetto, di cui è responsabile la professoressa Teresa Angarano.
L'anno scolastico che sta per concludersi ha rappresentato una sfida difficile nel percorso evolutivo degli alunni e dei docenti. La pandemia, con le sue conseguenze e il ricorso alla didattica digitale integrale prolungato nel tempo, ha incrinato il rapporto di ogni singolo alunno coi suoi coetanei e con gli insegnanti producendo chiare manifestazioni comportamentali di ritiro emotivo-affettivo. In altre parole, gli alunni hanno esperito una situazione di solitudine e abbandono, mai conosciuta prima, in un momento di massima fragilità quale è l'adolescenza. La paura del Covid, l'ansia e l'incertezza legata alla malattia dei propri cari, la rabbia, il distanziamento sociale e la frustrazione per la forzata solitudine, il dolore per la perdita di persone care insieme ad un diffuso senso di colpa sono state tra le emozioni più dirompenti che i ragazzi hanno percorso in questo tempo, adducendo un reale rischio non solo sul loro sviluppo cognitivo ma soprattutto emotivo.
«Eccessiva irritabilità, disattenzione, ritiro emotivo, scarsa comunicazione, fino a giungere a problemi più complessi quale l'anoressia, la bulimia, i disturbi del sonno, l'autolesionismo, il bullismo e il cyberbullismo hanno costellato la vita dei nostri ragazzi in questo tempo storico» hanno osservato i responsabili del progetto. «Il nostro mondo di adulti e di insegnanti si è trovato inerte nell'affrontare una situazione pandemica che ha sconvolto il nostro essere. La possibilità di condividere tutte le problematiche emerse dal vissuto dei ragazzi, attuando un vero percorso di meta- comunicazione del sentire emotivo, è stato possibile grazie alla collaborazione con la dottoressa Annamaria Bonasia, psicologa del Comune. Il suo lavoro, condotto in sinergia con l'intero team docente, il confronto costante tra la psicologa e il dirigente scolastico Lucia Scarcelli, hanno incentivato tutto il percorso di alfabetizzazione emotiva, rispecchiando chiaramente gli obiettivi dell'intervento. L'intero percorso progettuale, inserito nella didattica quotidiana, ha permesso anche ai docenti di sperimentarsi e imparare un diverso approccio di educare, tirando fuori davvero il meglio da ciascun ragazzo e dall'intero gruppo classe».
Punto di forza dell'iniziativa è stato, senza dubbio, il lavoro di rete e la sinergia tra istituzione scolastica e Comune, rappresentato dal Sindaco Angelantonio Angarano, dal dirigente della ripartizione Annalisa Fortunato e alla dottoressa Annamaria Bonasia.
L'anno scolastico che sta per concludersi ha rappresentato una sfida difficile nel percorso evolutivo degli alunni e dei docenti. La pandemia, con le sue conseguenze e il ricorso alla didattica digitale integrale prolungato nel tempo, ha incrinato il rapporto di ogni singolo alunno coi suoi coetanei e con gli insegnanti producendo chiare manifestazioni comportamentali di ritiro emotivo-affettivo. In altre parole, gli alunni hanno esperito una situazione di solitudine e abbandono, mai conosciuta prima, in un momento di massima fragilità quale è l'adolescenza. La paura del Covid, l'ansia e l'incertezza legata alla malattia dei propri cari, la rabbia, il distanziamento sociale e la frustrazione per la forzata solitudine, il dolore per la perdita di persone care insieme ad un diffuso senso di colpa sono state tra le emozioni più dirompenti che i ragazzi hanno percorso in questo tempo, adducendo un reale rischio non solo sul loro sviluppo cognitivo ma soprattutto emotivo.
«Eccessiva irritabilità, disattenzione, ritiro emotivo, scarsa comunicazione, fino a giungere a problemi più complessi quale l'anoressia, la bulimia, i disturbi del sonno, l'autolesionismo, il bullismo e il cyberbullismo hanno costellato la vita dei nostri ragazzi in questo tempo storico» hanno osservato i responsabili del progetto. «Il nostro mondo di adulti e di insegnanti si è trovato inerte nell'affrontare una situazione pandemica che ha sconvolto il nostro essere. La possibilità di condividere tutte le problematiche emerse dal vissuto dei ragazzi, attuando un vero percorso di meta- comunicazione del sentire emotivo, è stato possibile grazie alla collaborazione con la dottoressa Annamaria Bonasia, psicologa del Comune. Il suo lavoro, condotto in sinergia con l'intero team docente, il confronto costante tra la psicologa e il dirigente scolastico Lucia Scarcelli, hanno incentivato tutto il percorso di alfabetizzazione emotiva, rispecchiando chiaramente gli obiettivi dell'intervento. L'intero percorso progettuale, inserito nella didattica quotidiana, ha permesso anche ai docenti di sperimentarsi e imparare un diverso approccio di educare, tirando fuori davvero il meglio da ciascun ragazzo e dall'intero gruppo classe».
Punto di forza dell'iniziativa è stato, senza dubbio, il lavoro di rete e la sinergia tra istituzione scolastica e Comune, rappresentato dal Sindaco Angelantonio Angarano, dal dirigente della ripartizione Annalisa Fortunato e alla dottoressa Annamaria Bonasia.