Attualità
Confcommercio sul decreto Cura Italia: «Necessario fare molto di più»
L'organizzazione guidata sul territorio biscegliese da Leo Carriera esprime preoccupazione per le ripercussioni dell'emergenza Coronavirus sul comparto
Bisceglie - venerdì 20 marzo 2020
Tempi durissimi per l'economia. Le previsioni di conseguenze nefaste per intere filiere fanno capolino nelle considerazioni a margine della situazione sanitaria che resta, naturalmente, prioritaria in questo momento. Non è esente dal timore di scompensi e pesantissimi ripercussioni il comparto commerciale.
«Il decreto Cura Italia è un punto di partenza per il molto di più che è necessario fare per la risposta a un'emergenza sanitaria che si è fatta anche emergenza economica e sociale» è l'opinione di Confcommercio, organizzazione di cui il biscegliese Leo Carriera è direttore per l'area Bari-Bat.
«Alla luce di questa considerazione di fondo si ribadisce l'esigenza di una più ampia e inclusiva moratoria fiscale. Va rivista decisamente al rialzo la soglia massima dei 2 milioni di euro di ricavi fissata per l'accesso al regime di sospensione delle scadenze fiscali per il mese di marzo».
Preoccupa anche lo scenario delle scadenze fiscali ravvicinate e posticipate per un lasso di tempo ritenuto insufficiente a garantire una copertura adeguata da parte dei contribuenti: «Non è davvero realistico prevedere una ripresa dei pagamenti già dalla fine del mese di maggio e in non più di cinque rate. Non può essere poi dimenticato il tema dell'impatto dei tributi locali. Bisogna dare risposta a queste esigenze. E bisogna farlo subito».
«Il decreto Cura Italia è un punto di partenza per il molto di più che è necessario fare per la risposta a un'emergenza sanitaria che si è fatta anche emergenza economica e sociale» è l'opinione di Confcommercio, organizzazione di cui il biscegliese Leo Carriera è direttore per l'area Bari-Bat.
«Alla luce di questa considerazione di fondo si ribadisce l'esigenza di una più ampia e inclusiva moratoria fiscale. Va rivista decisamente al rialzo la soglia massima dei 2 milioni di euro di ricavi fissata per l'accesso al regime di sospensione delle scadenze fiscali per il mese di marzo».
Preoccupa anche lo scenario delle scadenze fiscali ravvicinate e posticipate per un lasso di tempo ritenuto insufficiente a garantire una copertura adeguata da parte dei contribuenti: «Non è davvero realistico prevedere una ripresa dei pagamenti già dalla fine del mese di maggio e in non più di cinque rate. Non può essere poi dimenticato il tema dell'impatto dei tributi locali. Bisogna dare risposta a queste esigenze. E bisogna farlo subito».