
Economia e lavoro
Convegno sul cracking delle ciliegie, una riflessione di Enzo Di Pierro
«Gli agricoltori non hanno più la forza economica per affrontare nuove sfide»
Bisceglie - giovedì 13 febbraio 2020
10.03
Mercoledì 12 febbraio si è tenuto a Bisceglie un convegno organizzato da Op Arcafruit sulla tematica molto delicata del cracking delle ciliegie, ovvero lo spacco dovuto all'umidità di una delle risorse agricole più apprezzate e specifiche del territorio. Enzo Di Pierro, già assessore comunale all'agricoltura e imprenditore del comparto, ha messo giù alcune riflessioni su quanto emerso nel corso dell'incontro.
«Ho partecipato all'evento, ben organizzato e intelligentemente presentato da Gianni Porcelli, vice direttore di Confagricoltura, con la partecipazione di Walter Monari, presidente del consorzio di Vignola. Entrambi hanno permesso alla platea degli agricoltori di approfondire la questione con esperti, giunti da ogni angolo d'Italia e dall'estero» ha spiegato.
«Il cracking delle ciliegie è stato già da tempo affrontato in altri paesi anche con l'aiuto delle professionalità Italiane. Altri tecnici hanno illustrato le modalità per recuperare risorse per le nuove e necessarie installazioni di protezione, attraverso finanziamenti.
Tutto interessante, ma nella sala è sembrato serpeggiare, più che interesse, uno scoramento totale. Di fronte alle calamità atmosferiche c'è poco da fare, anche se protetti dalle coperture. E poi sono due anni che non si ricava un ragno dal buco, né dalle ciliegie, né dall'uva da tavola, né dalle olive per l'olio extravergine» ha rimarcato.
«Gli agricoltori hanno ancora la forza di alzarsi presto la mattina, ma non hanno più la forza economica per affrontare nuove sfide. Non si pretendono finanziamenti, non si cercano aiuti a pioggia: il comparto chiede solo un giusto riconoscimento di prezzo al prodotto, di grande qualità, che questo territorio riesce a produrre. Non si può più andare avanti così, svalutando tutto» ha evidenziato.
«L'abbassamento dei prezzi porta all'impoverimento di tutta l'economia del territorio. Fatevi un giro in città: i negozi sono vuoti. L'agricoltura, in altri periodi, arricchiva tutti: dopo le varie campagne si animava tutta l'economia, ora non più. Chi se ne frega se la regione restituisce 142 milioni di euro!
Stiamo morendo di finanziamenti. Facciamo business plan per accedervi, riceviamo il 50% a fondo perduto il resto si fanno mutui che poi non si possono pagare perché i calcoli erano stati fatti su aumenti di produzione e su prezzi che non esistono più» ha osservato.
«C'è bisogno di un nuovo piano agricolo nazionale, per tutti i settori, di un piano di educazione alimentare sui benefici dei prodotti agricoli che porterebbe, negli anni, anche un risparmio sulla sanità. Bisognerebbe sedersi a un tavolo con la grande distribuzione per un giusto riconoscimento di prezzo agli agricoltori. Sarebbe necessario che i costi di trasporto di prodotti a volte così leggeri non incidessero più del prezzo del prodotto e che non si accusassero gli imprenditori di caporalato quando le norme sono troppo burocratiche e contorte oltre che lontane dalle vere problematiche, che paradossalmente tutti conoscono e, non si sa perché, fanno finta di niente.
L'anno che stiamo per affrontare non sarà più facile di quelli passati: non è cambiato nulla e l'Italia è ferma e l'Europa pure, tranne gli spagnoli che agiscono per conto proprio. Noi pensiamo alle fatture elettroniche, agli sbarchi, agli scontrini fiscali a scontri politici senza ideali che non interessano più a nessuno» ha concluso Enzo Di Pierro.
«Ho partecipato all'evento, ben organizzato e intelligentemente presentato da Gianni Porcelli, vice direttore di Confagricoltura, con la partecipazione di Walter Monari, presidente del consorzio di Vignola. Entrambi hanno permesso alla platea degli agricoltori di approfondire la questione con esperti, giunti da ogni angolo d'Italia e dall'estero» ha spiegato.
«Il cracking delle ciliegie è stato già da tempo affrontato in altri paesi anche con l'aiuto delle professionalità Italiane. Altri tecnici hanno illustrato le modalità per recuperare risorse per le nuove e necessarie installazioni di protezione, attraverso finanziamenti.
Tutto interessante, ma nella sala è sembrato serpeggiare, più che interesse, uno scoramento totale. Di fronte alle calamità atmosferiche c'è poco da fare, anche se protetti dalle coperture. E poi sono due anni che non si ricava un ragno dal buco, né dalle ciliegie, né dall'uva da tavola, né dalle olive per l'olio extravergine» ha rimarcato.
«Gli agricoltori hanno ancora la forza di alzarsi presto la mattina, ma non hanno più la forza economica per affrontare nuove sfide. Non si pretendono finanziamenti, non si cercano aiuti a pioggia: il comparto chiede solo un giusto riconoscimento di prezzo al prodotto, di grande qualità, che questo territorio riesce a produrre. Non si può più andare avanti così, svalutando tutto» ha evidenziato.
«L'abbassamento dei prezzi porta all'impoverimento di tutta l'economia del territorio. Fatevi un giro in città: i negozi sono vuoti. L'agricoltura, in altri periodi, arricchiva tutti: dopo le varie campagne si animava tutta l'economia, ora non più. Chi se ne frega se la regione restituisce 142 milioni di euro!
Stiamo morendo di finanziamenti. Facciamo business plan per accedervi, riceviamo il 50% a fondo perduto il resto si fanno mutui che poi non si possono pagare perché i calcoli erano stati fatti su aumenti di produzione e su prezzi che non esistono più» ha osservato.
«C'è bisogno di un nuovo piano agricolo nazionale, per tutti i settori, di un piano di educazione alimentare sui benefici dei prodotti agricoli che porterebbe, negli anni, anche un risparmio sulla sanità. Bisognerebbe sedersi a un tavolo con la grande distribuzione per un giusto riconoscimento di prezzo agli agricoltori. Sarebbe necessario che i costi di trasporto di prodotti a volte così leggeri non incidessero più del prezzo del prodotto e che non si accusassero gli imprenditori di caporalato quando le norme sono troppo burocratiche e contorte oltre che lontane dalle vere problematiche, che paradossalmente tutti conoscono e, non si sa perché, fanno finta di niente.
L'anno che stiamo per affrontare non sarà più facile di quelli passati: non è cambiato nulla e l'Italia è ferma e l'Europa pure, tranne gli spagnoli che agiscono per conto proprio. Noi pensiamo alle fatture elettroniche, agli sbarchi, agli scontrini fiscali a scontri politici senza ideali che non interessano più a nessuno» ha concluso Enzo Di Pierro.