Attualità
Coronavirus, Bisceglie passa alla forchetta tra 11 e 20 casi
Il bollettino della regione Puglia certifica un incremento rispetto ai nove comunicati dal sindaco Angarano
Bisceglie - sabato 28 marzo 2020
17.00
Una "forchetta" molto ampia: da undici a venti casi positivi. La mappa dei contagi comune per comune diffusa dalla regione Puglia nel pomeriggio di sabato 28 marzo certifica la crescita ulteriore del numero di individui affetti da Coronavirus a Bisceglie rispetto al dato comunicato dal sindaco Angelantonio Angarano in un videomessaggio diffuso nella serata di venerdì 27.
Che il dato potesse aumentare piuttosto sensibilmente nel corso di questo fine settimana era emerso non solo tra le indiscrezioni poco affidabili dei social e dei canali privati ma soprattutto nelle pochissime informazioni "off the record" trapelate dalle varie autorità sanitarie, costrette a trincerarsi nell'incomprensibile silenzio ufficiale imposto loro da una politica cieca e senza nerbo. Come definire altrimenti quelli che, ritenendo di non dover violare la privacy degli individui (aspetto peraltro condiviso) hanno finito per nascondere non soltanto nomi, cognomi e riferimenti ma persino i numeri complessivi ai sindaci non consentendo loro di mantenere il controllo della situazione? Che cosa c'entra col diritto alla riservatezza dei singoli non comunicare neppure l'entità esatta dei casi positivi alla massima autorità sanitaria di un comune?
Gli effetti collaterali di questo comportamento insensato sono fin troppo semplici da immaginare oltre che dannosi per la collettività: la "caccia al positivo" ha praticamente soppiantato qualsiasi altro passatempo o disciplina sportiva in questi tempi di permanenza forzata e distanziamento sociale. Le chat private dei biscegliesi sono tempestate da indicazioni e presunte "segnalazioni" - spesso completamente sbagliate e fuori da ogni logica - di persone risultate positive al Covid-19, con riferimenti a questo o a quello, ai parenti, ai luoghi di lavoro, a situazioni specifiche che non di rado risultano inventate di sana pianta. Un'autentica carneficina del buon senso.
Il sabato sera dei biscegliesi e buona parte della domenica trascorreranno così all'insegna della ricerca di coloro che potrebbero aver contratto il Coronavirus. Poco importa, pur se lo specificheremo comunque, spiegare che i casi riscontrati in questi giorni sono riconducibili, con ogni probabilità, a soggetti rimasti contagiati finanche due settimane fa. La decisione scellerata di non fornire dati chiari e puntualmente aggiornati ai sindaci è la prova più marcata di una volontà di scaricare responsabilità sulle spalle altrui. Il gioco reggerà ancora poco.
Che il dato potesse aumentare piuttosto sensibilmente nel corso di questo fine settimana era emerso non solo tra le indiscrezioni poco affidabili dei social e dei canali privati ma soprattutto nelle pochissime informazioni "off the record" trapelate dalle varie autorità sanitarie, costrette a trincerarsi nell'incomprensibile silenzio ufficiale imposto loro da una politica cieca e senza nerbo. Come definire altrimenti quelli che, ritenendo di non dover violare la privacy degli individui (aspetto peraltro condiviso) hanno finito per nascondere non soltanto nomi, cognomi e riferimenti ma persino i numeri complessivi ai sindaci non consentendo loro di mantenere il controllo della situazione? Che cosa c'entra col diritto alla riservatezza dei singoli non comunicare neppure l'entità esatta dei casi positivi alla massima autorità sanitaria di un comune?
Gli effetti collaterali di questo comportamento insensato sono fin troppo semplici da immaginare oltre che dannosi per la collettività: la "caccia al positivo" ha praticamente soppiantato qualsiasi altro passatempo o disciplina sportiva in questi tempi di permanenza forzata e distanziamento sociale. Le chat private dei biscegliesi sono tempestate da indicazioni e presunte "segnalazioni" - spesso completamente sbagliate e fuori da ogni logica - di persone risultate positive al Covid-19, con riferimenti a questo o a quello, ai parenti, ai luoghi di lavoro, a situazioni specifiche che non di rado risultano inventate di sana pianta. Un'autentica carneficina del buon senso.
Il sabato sera dei biscegliesi e buona parte della domenica trascorreranno così all'insegna della ricerca di coloro che potrebbero aver contratto il Coronavirus. Poco importa, pur se lo specificheremo comunque, spiegare che i casi riscontrati in questi giorni sono riconducibili, con ogni probabilità, a soggetti rimasti contagiati finanche due settimane fa. La decisione scellerata di non fornire dati chiari e puntualmente aggiornati ai sindaci è la prova più marcata di una volontà di scaricare responsabilità sulle spalle altrui. Il gioco reggerà ancora poco.