Attualità
Coronavirus, bonus regionale per gli operatori della sanità. La suddivisione per fasce
Emiliano: «Intesa coi sindacati, 35 milioni a disposizione»
Puglia - venerdì 29 maggio 2020
Regione Puglia e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo finalizzato al riconoscimento di un bonus in favore dei lavoratori della sanità impegnati nel fronteggiare l'emergenza Coronavirus.
«Per i due mesi di lavoro instancabile e complicato, dal 15 marzo al 15 maggio, le buste paga dei lavoratori della sanità pugliese saranno più sostanziose» ha sostenuto il presidente della Regione Michele Emiliano.
«Il meccanismo individuato - ha spiegato il direttore del dipartimento regionale politiche per la salute Vito Montanaro - punta a premiare chi ha lavorato in questi mesi difficili. Il riconoscimento economico sarà erogato esclusivamente in base ai turni di effettivo servizio, oltre ai sanitari che hanno contratto il virus e sono stati posti in quarantena. La Regione provvederà inoltre con le proprie risorse a garantire un riconoscimento a quella parte del sistema sanitario esterna rispetto alla dipendenza, ma che è stata pienamente coinvolta dall'emergenza, come medici e lavoratori dipendenti del 118 o i lavoratori delle sanità service e gli specializzandi che hanno operato in reparti Covid».
Saranno messi a disposizione 29 milioni di euro rinvenienti dai decreti Cura Italia e Rilancio, oltre che da 6 milioni di euro di risorse regionali.
«Abbiamo fatto un lavoro molto importante con tutti i sindacati che hanno sottoscritto l'intesa» ha sottolineato Montanaro. «È un modo per ringraziare tutti coloro che in questi due mesi hanno sacrificato la loro vita, con turni massacranti, a volte non tornando neanche a casa, incuranti del pericolo del contagio».
Il consigliere del presidente Domenico De Santis ha illustrato il meccanismo del riparto della misura: «Il bonus sarà suddiviso in quattro fasce, la prima di coloro i quali sono stati direttamente impegnati nell'epidemia (reparti malattie infettive, pneumologia, emergenza, anestesia e rianimazione etc etc), ai quali andrà un riconoscimento di 63 euro a giornata lavorativa per un massimo di venti giornate lavorative. Per due mesi quindi la cifra è pari a 2 mila 520 euro lordi.
Poi ci sarà una seconda fascia, coloro cioè che sono stati indirettamente coinvolti nell'emergenza (ostetricia, dialisi, unità operativa cure palliative etc etc) che avranno un bonus 37 euro per massimo 20 giornate lavorative. La cifra può andare fino a 1520 euro lordi.
Chi fa parte della terza fascia riceverà fino ad un massimo di 800 euro lordi, cioè 20 euro a giornata sempre per un massimo di 20 giornate lavorative in un mese.
Una quarta fascia di 10 euro a giornata lavorativa per massimo 20 giornate lavorative per due mesi, quindi di 400 euro complessivi, per tutto il resto del personale che ha lavorato in questi due mesi».
«Per i due mesi di lavoro instancabile e complicato, dal 15 marzo al 15 maggio, le buste paga dei lavoratori della sanità pugliese saranno più sostanziose» ha sostenuto il presidente della Regione Michele Emiliano.
«Il meccanismo individuato - ha spiegato il direttore del dipartimento regionale politiche per la salute Vito Montanaro - punta a premiare chi ha lavorato in questi mesi difficili. Il riconoscimento economico sarà erogato esclusivamente in base ai turni di effettivo servizio, oltre ai sanitari che hanno contratto il virus e sono stati posti in quarantena. La Regione provvederà inoltre con le proprie risorse a garantire un riconoscimento a quella parte del sistema sanitario esterna rispetto alla dipendenza, ma che è stata pienamente coinvolta dall'emergenza, come medici e lavoratori dipendenti del 118 o i lavoratori delle sanità service e gli specializzandi che hanno operato in reparti Covid».
Saranno messi a disposizione 29 milioni di euro rinvenienti dai decreti Cura Italia e Rilancio, oltre che da 6 milioni di euro di risorse regionali.
«Abbiamo fatto un lavoro molto importante con tutti i sindacati che hanno sottoscritto l'intesa» ha sottolineato Montanaro. «È un modo per ringraziare tutti coloro che in questi due mesi hanno sacrificato la loro vita, con turni massacranti, a volte non tornando neanche a casa, incuranti del pericolo del contagio».
Il consigliere del presidente Domenico De Santis ha illustrato il meccanismo del riparto della misura: «Il bonus sarà suddiviso in quattro fasce, la prima di coloro i quali sono stati direttamente impegnati nell'epidemia (reparti malattie infettive, pneumologia, emergenza, anestesia e rianimazione etc etc), ai quali andrà un riconoscimento di 63 euro a giornata lavorativa per un massimo di venti giornate lavorative. Per due mesi quindi la cifra è pari a 2 mila 520 euro lordi.
Poi ci sarà una seconda fascia, coloro cioè che sono stati indirettamente coinvolti nell'emergenza (ostetricia, dialisi, unità operativa cure palliative etc etc) che avranno un bonus 37 euro per massimo 20 giornate lavorative. La cifra può andare fino a 1520 euro lordi.
Chi fa parte della terza fascia riceverà fino ad un massimo di 800 euro lordi, cioè 20 euro a giornata sempre per un massimo di 20 giornate lavorative in un mese.
Una quarta fascia di 10 euro a giornata lavorativa per massimo 20 giornate lavorative per due mesi, quindi di 400 euro complessivi, per tutto il resto del personale che ha lavorato in questi due mesi».