Attualità
Coronavirus, don Fabio Daddato reclama i tamponi per il Centro anziani Storelli
Lettera aperta del presidente dell'associazione laicale "San Silvestro"
Bisceglie - giovedì 23 aprile 2020
19.11
Una lettera appena per reclamare con urgenza i tamponi al Centro anziani Storelli della città di Bisceglie, per «valutare la presenza o l'assenza del Coronavirus, anche se al momento non sono presenti sintomi, considerando che prevenire o bloccare sul nascere un'eventuale epidemia, in questo contesto, deve essere considerato un salvavita». Così ha espresso don Fabio Daddato, presidente dell'associazione laiacale "San Silvestro".
«Notizie, accuse reciproche, indagini della procura… è ormai all'evidenza di tutti che le comunità di anziani risultano essere i luoghi più deboli in questa emergenza Covid-19 e, ciò nonostante, non hanno ancora la priorità in questa fase. Forse perché sono gli ultimi della società? Forse perché non conviene sprecare risorse per loro? Se i giovani sono il futuro della società, i nostri anziani sono la storia del nostro paese, la memoria della nostra grandezza, sono i nostri padri e le nostri madri, sono i nostri nonni. Eppure ancora non si sono decisi a fare un monitoraggio continuo degli operatori chiamati ad assistere i nostri anziani, visto che allo stato dei fatti, possono essere solo loro gli unici veicoli del virus» ha scritto.
«La beffa è che da eroi della nazione possano passare ad essere additati quali untori. Nessuno hai mai considerato, infatti, la tensione di questi operatori sanitari, visto che fino a due mesi fa assistevano i nostri anziani accompagnando il tutto con baci, abbracci, feste, balli, etc. Adesso invece oltre a protocolli militareschi, oltre ad indossare protezioni "spaziali", vivono anche la paura di essere proprio la causa del contagio. Dunque l'alternativa: o lasciare gli anziani in autogestione senza assistenza, oppure correre il rischio...» ha aggiunto.
«Qualcuno dai vertici ci dice che fare i tamponi "è inutile" e "non serve a niente". Invece è utile quando ci sono già i sintomi, per fare la conta dei già infettati. Nelle emergenze, a casa mia, si fa anche quello che può sembrare inutile o servire a poco, perché si prova a far di tutto, soprattutto se quel "tutto" è appena un tampone (o test sierologico) ed è essenziale poiché è l'unica cosa che rimane da far .Allora la questione comincia ad assumere tratti paradossali se non addirittura inquietanti. Per custodire la vita, anche di un anziano, bisogna fare di tutto! Non siamo certamente così ingenui da pensare che un tampone possa risolvere il problema. Non l'abbiamo mai pensato. Se però nel frattempo, con uno screening ripetuto nel tempo di emergenza, si riesce ad intercettare qualche positivo non ancora sintomatico, da poter cosi arginare e spegnere sul nascere un focolaio, è forse proprio inutile? È cosi dispendioso? Altri contestano che senza sintomi il tampone non è valido: come mai il bollettino della Protezione Civile ci da ogni giorno notizie del numero di positivi asintomatici in isolamento domiciliare? Forse tirano al tocco? O lo hanno stabilito facendo i tamponi?!» ha ribadito.
«Abbiamo visto tutti in televisione calciatori e politici risultati positivi ai tamponi ma senza sintomi, per loro non ci sono stati ritardi. Perché per gli anziani temporeggiare, visto che la circolare del ministero della salute lo scorso 18 aprile ha finalmente invitato a prendere accordi con il dipartimento di prevenzione competente per una eventuale strategia di screening per gli operatori della Rsa? Ma è dal 7 aprile che abbiamo chiesto che con urgenza venga fatto uno screening a tutti gli anziani e a tutto il personale in carico presso la nostra struttura, per valutare la presenza o l'assenza del Coronavirus (anche se al momento non sono presenti sintomi), considerando che prevenire o bloccare sul nascere una eventuale epidemia, in questo contesto, deve essere considerato salvavita. Ma ad oggi ancora niente! Nella giornata di giovedì 23 aprile, data in cui erano previsti, è stato tutto annullato perché gli agenti reattivi dei test sono terminati - ci è stato riferito - quindi gli altri, i più forti, hanno avuto la priorità. Gli anziani invece possono aspettare forse la prossima settimana, forse intanto arriverà maggio, e chissà nel frattempo cosa succederà e poi come i coccodrilli piangeremo».
«Sappiamo che il rischio rimarrà sempre, ma qualora qualcosa non dovesse andare bene allora non vogliamo rimproveraci niente, piangeremo lo stesso, ma non saremo là ad aggiungere al dolore la follia del rimbalzo delle responsabilità se tutti avranno fatto quello che avrebbero dovuto fare. Nel frattempo però sono stati realizzati bellissimi video di omaggio a questa generazione, supportati dalle più struggenti melodie, si appellano ai più nobili sentimenti di rimpianto. Non ci resta che continuare a fidarci ancora dei nostri instancabili operatori e alla provvidenza del nostro Buon Dio. A Lui la nostra preghiera!» ha concluso nella lettera don Fabio Daddato.
«Notizie, accuse reciproche, indagini della procura… è ormai all'evidenza di tutti che le comunità di anziani risultano essere i luoghi più deboli in questa emergenza Covid-19 e, ciò nonostante, non hanno ancora la priorità in questa fase. Forse perché sono gli ultimi della società? Forse perché non conviene sprecare risorse per loro? Se i giovani sono il futuro della società, i nostri anziani sono la storia del nostro paese, la memoria della nostra grandezza, sono i nostri padri e le nostri madri, sono i nostri nonni. Eppure ancora non si sono decisi a fare un monitoraggio continuo degli operatori chiamati ad assistere i nostri anziani, visto che allo stato dei fatti, possono essere solo loro gli unici veicoli del virus» ha scritto.
«La beffa è che da eroi della nazione possano passare ad essere additati quali untori. Nessuno hai mai considerato, infatti, la tensione di questi operatori sanitari, visto che fino a due mesi fa assistevano i nostri anziani accompagnando il tutto con baci, abbracci, feste, balli, etc. Adesso invece oltre a protocolli militareschi, oltre ad indossare protezioni "spaziali", vivono anche la paura di essere proprio la causa del contagio. Dunque l'alternativa: o lasciare gli anziani in autogestione senza assistenza, oppure correre il rischio...» ha aggiunto.
«Qualcuno dai vertici ci dice che fare i tamponi "è inutile" e "non serve a niente". Invece è utile quando ci sono già i sintomi, per fare la conta dei già infettati. Nelle emergenze, a casa mia, si fa anche quello che può sembrare inutile o servire a poco, perché si prova a far di tutto, soprattutto se quel "tutto" è appena un tampone (o test sierologico) ed è essenziale poiché è l'unica cosa che rimane da far .Allora la questione comincia ad assumere tratti paradossali se non addirittura inquietanti. Per custodire la vita, anche di un anziano, bisogna fare di tutto! Non siamo certamente così ingenui da pensare che un tampone possa risolvere il problema. Non l'abbiamo mai pensato. Se però nel frattempo, con uno screening ripetuto nel tempo di emergenza, si riesce ad intercettare qualche positivo non ancora sintomatico, da poter cosi arginare e spegnere sul nascere un focolaio, è forse proprio inutile? È cosi dispendioso? Altri contestano che senza sintomi il tampone non è valido: come mai il bollettino della Protezione Civile ci da ogni giorno notizie del numero di positivi asintomatici in isolamento domiciliare? Forse tirano al tocco? O lo hanno stabilito facendo i tamponi?!» ha ribadito.
«Abbiamo visto tutti in televisione calciatori e politici risultati positivi ai tamponi ma senza sintomi, per loro non ci sono stati ritardi. Perché per gli anziani temporeggiare, visto che la circolare del ministero della salute lo scorso 18 aprile ha finalmente invitato a prendere accordi con il dipartimento di prevenzione competente per una eventuale strategia di screening per gli operatori della Rsa? Ma è dal 7 aprile che abbiamo chiesto che con urgenza venga fatto uno screening a tutti gli anziani e a tutto il personale in carico presso la nostra struttura, per valutare la presenza o l'assenza del Coronavirus (anche se al momento non sono presenti sintomi), considerando che prevenire o bloccare sul nascere una eventuale epidemia, in questo contesto, deve essere considerato salvavita. Ma ad oggi ancora niente! Nella giornata di giovedì 23 aprile, data in cui erano previsti, è stato tutto annullato perché gli agenti reattivi dei test sono terminati - ci è stato riferito - quindi gli altri, i più forti, hanno avuto la priorità. Gli anziani invece possono aspettare forse la prossima settimana, forse intanto arriverà maggio, e chissà nel frattempo cosa succederà e poi come i coccodrilli piangeremo».
«Sappiamo che il rischio rimarrà sempre, ma qualora qualcosa non dovesse andare bene allora non vogliamo rimproveraci niente, piangeremo lo stesso, ma non saremo là ad aggiungere al dolore la follia del rimbalzo delle responsabilità se tutti avranno fatto quello che avrebbero dovuto fare. Nel frattempo però sono stati realizzati bellissimi video di omaggio a questa generazione, supportati dalle più struggenti melodie, si appellano ai più nobili sentimenti di rimpianto. Non ci resta che continuare a fidarci ancora dei nostri instancabili operatori e alla provvidenza del nostro Buon Dio. A Lui la nostra preghiera!» ha concluso nella lettera don Fabio Daddato.