Politica
Coronavirus e buoni spesa, Amendolagine: «Le nostre proposte sono state inascoltate»
Critiche severe all'amministrazione sulle modalità di erogazione del beneficio e sull'atteggiamento: «Ci scontriamo col consueto muro di gomma»
Bisceglie - venerdì 3 aprile 2020
10.09
Valutazione molto severa, quella del Movimento 5 Stelle, rispetto alla gestione dell'emergenza Coronavirus da parte dell'amministrazione comunale di Bisceglie, definita «il definitivo banco di prova riguardo alla tanta sbandierata collaborazione istituzionale richiesta da Angarano e company».
Enzo Amendolagine, esponente pentastellato nella massima assise cittadina, è rammaricato: «Sono settimane che il Movimento 5 Stelle di Bisceglie agisce con spirito collaborativo e propositivo, avanza nelle sedi opportune proposte, suggerimenti e riflessioni, ma si scontra, tuttavia, con il consueto muro di gomma. Anche in emergenza.
Non avremmo voluto sparigliare le carte così rumorosamente, ma la pubblicazione dell'avviso pubblico per la distribuzione dei buoni spesa ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Secondo i 5 Stelle l'avviso sarebbe «fortemente discriminante nei confronti dei cittadini in reale stato di indigenza. Si è scelto di considerare la giacenza bancaria di 3000 euro per singolo componente di una famiglia, più 1500 euro per ogni componente del nucleo familiare, come uno degli elementi discriminanti, fra gli altri, per la ricezione dei buoni pasto. Insomma, in questo momento il single che dispone di 3000 euro fino alle famiglie di 5 persone che dispongono di 9000 euro in banca sono considerati indigenti e potranno percepire i buoni spesa.
Avevamo proposto, nel tentativo di rispondere ad un reale criterio di proporzionalità nell'assegnazione, che il limite del deposito bancario per single fosse fissato a 1000 euro e a 500 euro in più quello per componente della famiglia. Avevamo proposto di tenere in considerazione la disponibilità di immobili in locazione (pur non registrati) come altro elemento che escludesse la percezione del beneficio. Ma le nostre proposte sono rimaste inascoltate».
Critiche pesanti anche rispetto alla modalità di richiesta e assegnazione dei buoni, «che lascia senza parole: la richiesta dovrà avvenire tramite mail o numero whatsapp e l'assegnazione avverrà "per insindacabile giudizio del dirigente" e ad esaurimento fondi. Il rischio sarà assistere ad un assalto alla diligenza in cui i primi ad arrivare, con requisiti così larghi e generosi, esauriranno presto i buoni disponibili. Nulla si stabilisce nell'avviso di approfondito rispetto alle modalità di controllo e riscontro dei requisiti. Pioveranno buoni spesa sulle teste di percettori che probabilmente la spesa, in questi mesi di crisi, sono in grado ampiamente di farla, a scapito dei bisognosi veri».
Amendolagine ha incalzato l'amministrazione anche su altri aspetti: «E la proposta di legare i buoni spesa al loro uso negli esercizi commerciali di vicinato che fine ha fatto? Anche in questo caso, muro di gomma. La faranno da padrone i supermarket.
Spiace constatarlo, ma Angarano e la sua maggioranza stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza. Le emergenze sono banchi di prova che non lasciano scampo ai tentennamenti. Dov'è il consiglio comunale monotematico che abbiamo richiesto due settimane fa? Molfetta ne ha tenuti due in modalità telematica. Se necessario si potrebbe farlo anche in presenza, rispettando le opportune distanze di sicurezza, anche in luogo più ampio di Palazzo San Domenico.
Il Centro operativo comunale, come giustamente ha chiesto un esperto di protezione civile come Vincenzo Arena, in una lunghissima e dettagliata lettera aperta, sta funzionando come dovrebbe? Le sue funzioni e i funzionari pubblici che le compongono - a eccezione delle lodevoli iniziative dei volontari in campo - cosa fanno giornalmente? Il sindaco, che dovrebbe coordinare il Coc, quando inizierà a relazionare sulle attività del sistema locale di protezione civile? Quando, insieme alla Funzione sanitaria del Coc, il sindaco - come ribadiva sempre Vincenzo Arena - inizierà ad intimare alla Asl e alle aziende sanitarie private del territorio di fornire in tempo reale il dato dei contagiati di Coronavirus per poter mettere in campo azioni conseguenti di tutela della salute pubblica?
Poniamo domande, facciamo proposte, indichiamo delle strade da percorrere, ma ci sembra che oggi valga più di ieri il detto che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". E se questo atteggiamento è grave in ordinario, figuriamoci in emergenza» ha concluso.
Enzo Amendolagine, esponente pentastellato nella massima assise cittadina, è rammaricato: «Sono settimane che il Movimento 5 Stelle di Bisceglie agisce con spirito collaborativo e propositivo, avanza nelle sedi opportune proposte, suggerimenti e riflessioni, ma si scontra, tuttavia, con il consueto muro di gomma. Anche in emergenza.
Non avremmo voluto sparigliare le carte così rumorosamente, ma la pubblicazione dell'avviso pubblico per la distribuzione dei buoni spesa ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Secondo i 5 Stelle l'avviso sarebbe «fortemente discriminante nei confronti dei cittadini in reale stato di indigenza. Si è scelto di considerare la giacenza bancaria di 3000 euro per singolo componente di una famiglia, più 1500 euro per ogni componente del nucleo familiare, come uno degli elementi discriminanti, fra gli altri, per la ricezione dei buoni pasto. Insomma, in questo momento il single che dispone di 3000 euro fino alle famiglie di 5 persone che dispongono di 9000 euro in banca sono considerati indigenti e potranno percepire i buoni spesa.
Avevamo proposto, nel tentativo di rispondere ad un reale criterio di proporzionalità nell'assegnazione, che il limite del deposito bancario per single fosse fissato a 1000 euro e a 500 euro in più quello per componente della famiglia. Avevamo proposto di tenere in considerazione la disponibilità di immobili in locazione (pur non registrati) come altro elemento che escludesse la percezione del beneficio. Ma le nostre proposte sono rimaste inascoltate».
Critiche pesanti anche rispetto alla modalità di richiesta e assegnazione dei buoni, «che lascia senza parole: la richiesta dovrà avvenire tramite mail o numero whatsapp e l'assegnazione avverrà "per insindacabile giudizio del dirigente" e ad esaurimento fondi. Il rischio sarà assistere ad un assalto alla diligenza in cui i primi ad arrivare, con requisiti così larghi e generosi, esauriranno presto i buoni disponibili. Nulla si stabilisce nell'avviso di approfondito rispetto alle modalità di controllo e riscontro dei requisiti. Pioveranno buoni spesa sulle teste di percettori che probabilmente la spesa, in questi mesi di crisi, sono in grado ampiamente di farla, a scapito dei bisognosi veri».
Amendolagine ha incalzato l'amministrazione anche su altri aspetti: «E la proposta di legare i buoni spesa al loro uso negli esercizi commerciali di vicinato che fine ha fatto? Anche in questo caso, muro di gomma. La faranno da padrone i supermarket.
Spiace constatarlo, ma Angarano e la sua maggioranza stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza. Le emergenze sono banchi di prova che non lasciano scampo ai tentennamenti. Dov'è il consiglio comunale monotematico che abbiamo richiesto due settimane fa? Molfetta ne ha tenuti due in modalità telematica. Se necessario si potrebbe farlo anche in presenza, rispettando le opportune distanze di sicurezza, anche in luogo più ampio di Palazzo San Domenico.
Il Centro operativo comunale, come giustamente ha chiesto un esperto di protezione civile come Vincenzo Arena, in una lunghissima e dettagliata lettera aperta, sta funzionando come dovrebbe? Le sue funzioni e i funzionari pubblici che le compongono - a eccezione delle lodevoli iniziative dei volontari in campo - cosa fanno giornalmente? Il sindaco, che dovrebbe coordinare il Coc, quando inizierà a relazionare sulle attività del sistema locale di protezione civile? Quando, insieme alla Funzione sanitaria del Coc, il sindaco - come ribadiva sempre Vincenzo Arena - inizierà ad intimare alla Asl e alle aziende sanitarie private del territorio di fornire in tempo reale il dato dei contagiati di Coronavirus per poter mettere in campo azioni conseguenti di tutela della salute pubblica?
Poniamo domande, facciamo proposte, indichiamo delle strade da percorrere, ma ci sembra che oggi valga più di ieri il detto che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". E se questo atteggiamento è grave in ordinario, figuriamoci in emergenza» ha concluso.