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Coronavirus e scuola, il Pci: «Educatori e assistenti degli alunni diversamente abili siano retribuiti»

«Il decreto "Cura Italia" autorizza le amministrazioni locali a provvedere al pagamento dei gestori del servizi. L'amministrazione comunale intervenga»

Retribuire comunque educatori e assistenti degli alunni diversamente abili nelle scuole. È la richiesta avanzata dalla sezione "Antonio Gramsci" di Bisceglie del Partito comunista italiano.

«Tra i soggetti più colpiti dalle devastanti conseguenze della diffusione del Coronavirus, una categoria necessita il massimo del supporto da parte delle istituzioni locali che hanno diretta competenza su di essa» hanno sostenuto i comunisti, riferendosi agli educatori e agli assistenti alla comunicazione provinciali e dell'Ambito territoriale Bisceglie-Trani, impiegati nell'assistenza degli alunni diversamente abili degli istituti scolastici della provincia Bat e dei comuni di Trani e Bisceglie, che lavorano con funzioni finanziate dall'ente pubblico e appaltate a cooperative sociali.

«Nonostante abbiano contratti a tempo determinato e alcuni addirittura indeterminato, essi sono pagati solo per le ore di lavoro che svolgono a favore degli alunni in carico. Per la precisione: il capitolato di spesa della provincia prevede la copertura dei primi tre giorni di assenza dell'alunno, mentre al quarto il servizio per quell'alunno viene sospeso fino al suo rientro; il servizio di assistenza specialistica comunale prevede la copertura finanziaria solo della prima ora di assenza dell'alunno.
In entrambi i casi, pertanto, le restanti ore non lavorate non per colpa degli educatori, ma per assenza dell'alunno o chiusura della scuola, non vengono pagate» hanno spiegato.

«Queste modalità di gestione impediscono di per sé l'effettiva applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e il pieno diritto del lavoratore a vedersi riconosciuto il proprio stipendio oltre alle ulteriori garanzie di cui un lavoratore subordinato ha diritto.
Con la chiusura delle scuole da parte del governo dal 5 marzo al 3 aprile (se non oltre), la situazione, già di per sé precaria, si complica: in questi giorni educatori e assistenti all'autonomia e alla comunicazione si stanno mobilitando per ridare dignità a una professione bistrattata e di cui nessuno sembra parlare. La scuola non è fatta solo di dirigenti, insegnanti e personale Ata; esistono anche operatori specializzati, retribuiti dagli enti locali, che però a differenza degli altri rischiano di non vedere garantito il proprio stipendio» hanno aggiunto.

«La tutela di queste figure professionali va garantita attraverso la corresponsione dello stipendio, così come accade a tutti gli altri lavoratori della scuola, indipendentemente dall'assenza o presenza degli alunni. I fondi per pagare questi professionisti sono già stanziati pertanto si chiede di provvedere affinché le ore non svolte per l'emergenza sanitaria vengano comunque retribuite e che successivamente si provveda alla stesura di capitolati di appalti che garantiscano una maggiore tutela dei lavoratori impiegati.

Anzi, nel decreto "Cura Italia" del 17 marzo, all'articolo 48 comma 2 si prevede espressamente che: "Durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari e socioassistenziali di cui al comma 1 del presente articolo, le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione".

Il tema era già stato posto in questi giorni all'attenzione del sindaco dai due consiglieri comunali del Pci, che avevano stimolato un intervento dell'amministrazione sia sull'ambito locale che un intervento anche in ambito provinciale. Come in molti altri casi di problemi segnalati, non ci risulta però alcun seguito sul punto.

Se necessario provvederemo in questi giorni anche a scrivere una apposita missiva al presidente della provincia affinché prenda più a cuore il problema. I fondi ci sono e le scuse per non erogarli non ci sono più! Si agisca quindi a tutela degli educatori e assistenti alla comunicazione della città di Bisceglie oltre che di tutta la provincia».
  • PCI
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