Cultura
Crescere restando bambini con Chiara Gamberale a Bisceglie - L'INTERVISTA
Una sala gremita ieri sera alle Vecchie Segherie Mastrototaro per la presentazione del romanzo “Dimmi di te”
Bisceglie - sabato 12 ottobre 2024
9.04 Comunicato Stampa
Fidarsi dei libri per fidarsi ancora di più della vita. Chiara Gamberale, ospite ieri sera delle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, non ha solo presentato "Dimmi di te", il suo ultimo romanzo pubblicato con Einaudi, in una sala gremita di persone. In dialogo con Viviana Peloso, responsabile della libreria, ha svolto un'operazione molto più complessa. In uno dei suoi posti del cuore, come lei stessa ha definito la libreria biscegliese, ci ha "detto di noi" in quanto esseri umani, complessi e portati a cambiare in continuazione.
Nel suo diciassettesimo romanzo, con cui è prima in classifica di narrativa da ben due settimane, la protagonista (Chiara) vive da sola con una figlia (Bambina) in un quartiere di Roma (quartiere Triste). Lo stesso in cui si sente intrappolata in quella che lei chiama "palude", una fase della vita in cui non succede assolutamente niente.
Per ritrovare i sogni, le emozioni e soprattutto la dimensione ludica, la protagonista rintraccia i miti di quando era adolescente, dalla sua cotta di ragazzina a quella che considerava la più bella della scuola. Da ognuno di loro cerca di strappare il segreto per crescere senza rinunciare alla propria dimensione bambina.
«La protagonista parte dal presupposto di essere un fallimento, di non sentirsi mai abbastanza, per questo sa di non correre rischi nell'incontrare le persone che ha sempre visto come dei punti di riferimento - spiega l'autrice - se avevano il segreto per vivere allora, sicuramente lo avranno conservato e potranno insegnarle a vivere». In "Dimmi di te", Gamberale si apre all'ascolto degli altri per scoprire che gli adulti che la circondano non sono esattamente chi sognavano di essere da bambini. A volte sono migliori, altre peggiori, ma l'imprevisto è ciò che li tiene in vita.
«Il bello di Chiara è il suo amore per il gioco, il suo gusto per il paradosso - sottolinea – tutti aspetti che, nella storia, le permettono di sentirsi più a suo agio con i bambini che con i suoi coetanei e con tutti i clichè del quartiere Triste».
Infatti nulla è impossibile per lei, emblema di quella famiglia alternativa di cui poco si parla.
«Pensiamo a come sarebbe bello se si spiegasse ai bambini la separazione dei genitori in maniera diversa - spiega - anziché dire "mamma e papà si stanno separando", si potrebbe dire "mamma e papà si stanno trasformando". La società cambia, basta guardarsi attorno e accettarlo. Il miglior posto possibile è dove c'è amore».
Lo stesso amore che Chiara Gamberale, che a margine dell'evento si è fermata con i suoi lettori per il firmacopie, riversa tanto nelle sue pagine quanto nella sua vita.
Nel suo diciassettesimo romanzo, con cui è prima in classifica di narrativa da ben due settimane, la protagonista (Chiara) vive da sola con una figlia (Bambina) in un quartiere di Roma (quartiere Triste). Lo stesso in cui si sente intrappolata in quella che lei chiama "palude", una fase della vita in cui non succede assolutamente niente.
Per ritrovare i sogni, le emozioni e soprattutto la dimensione ludica, la protagonista rintraccia i miti di quando era adolescente, dalla sua cotta di ragazzina a quella che considerava la più bella della scuola. Da ognuno di loro cerca di strappare il segreto per crescere senza rinunciare alla propria dimensione bambina.
«La protagonista parte dal presupposto di essere un fallimento, di non sentirsi mai abbastanza, per questo sa di non correre rischi nell'incontrare le persone che ha sempre visto come dei punti di riferimento - spiega l'autrice - se avevano il segreto per vivere allora, sicuramente lo avranno conservato e potranno insegnarle a vivere». In "Dimmi di te", Gamberale si apre all'ascolto degli altri per scoprire che gli adulti che la circondano non sono esattamente chi sognavano di essere da bambini. A volte sono migliori, altre peggiori, ma l'imprevisto è ciò che li tiene in vita.
«Il bello di Chiara è il suo amore per il gioco, il suo gusto per il paradosso - sottolinea – tutti aspetti che, nella storia, le permettono di sentirsi più a suo agio con i bambini che con i suoi coetanei e con tutti i clichè del quartiere Triste».
Infatti nulla è impossibile per lei, emblema di quella famiglia alternativa di cui poco si parla.
«Pensiamo a come sarebbe bello se si spiegasse ai bambini la separazione dei genitori in maniera diversa - spiega - anziché dire "mamma e papà si stanno separando", si potrebbe dire "mamma e papà si stanno trasformando". La società cambia, basta guardarsi attorno e accettarlo. Il miglior posto possibile è dove c'è amore».
Lo stesso amore che Chiara Gamberale, che a margine dell'evento si è fermata con i suoi lettori per il firmacopie, riversa tanto nelle sue pagine quanto nella sua vita.