Cultura
D'Ambrosio e Giannella riflettono sulla dilagante corruzione in Italia
Presentato il libro "Corruzione: attori e trame" alle Vecchie Segherie Mastrototaro
Bisceglie - martedì 20 marzo 2018
15.00
Sembrava imprevedibile vedere un uomo di fede ed uno di giustizia così uniti verso un risultato unico, frutto di molteplici chiacchierate su argomentazioni serie tirate in ballo da chi crede ancora che l'Italia sia un paese giusto seppur nei propri disastri e nelle proprie inadempienze. Eppure questo risultato è stato pienamente raggiunto da quel desiderio di condividere le riflessioni, quasi un'esigenza imprescindibile di comunicare a tutti che, forse, scoprendo i meccanismi e le condizioni che favoriscono corruzione, si può tornare in auge.
L'obiettivo è stato così raggiunto con la elaborazione di un saggio dal titolo "Corruzione: attori e trame", edito da Mimesis e scritto a quattro mani da Francesco Giannella, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Bari e Rocco D'Ambrosio, docente ordinario di Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Una loro personale sfida che permette di far confluire assieme le due opinioni principali a cui la collettività dovrebbe attenersi, ovvero Stato e Chiesa, col preciso intento di fornire elementi necessari ad avviare una preparazione propedeutica a un impegno teso a promuovere giustizia e legalità. Seppur con linguaggi profondamente diversi, D'Ambrosio e Giannella hanno scoperto di condividere molteplici principi etici che sono poi stati trascritti nel testo.
Il testo cerca di sondare le ragioni culturali, sociali, etiche ma anche organizzative/ amministrative che costituiscono l'origine del fenomeno della corruzione nel nostro Paese, quel terreno fertile in cui mette le radici la mala pianta dell'abuso di potere, dell'interesse privato nella gestione della cosa pubblica. La giusta combinazione tra analisi pragmatica dell'operatore giuridico e la profonda riflessione morale e sociale sul decadimento ad appannaggio del sacerdote - insegnante.
Moderati nella serata del 19 marzo dalla giornalista del Corriere della Sera Giusi Fasano presso la sala convegni delle Vecchie Segherie Mastrototaro, Giannella e D'Ambrosio hanno mostrato con una serie di slides come il fenomeno della corruzione sia dilagante nel territorio italiano basato principalmente sull'attuale condizione economica del paese: «Per incidenza del fenomeno, l'Italia è terza in graduatoria, sorpassata solo da Bulgaria e Grecia» ha spiegato il Dottor Giannella «Ribadendo quindi come nei paesi con la crisi economica ai massimi termini si possano porre le fondamenta della corruzione».
«Stiamo tuttavia attenti a non far confluire la corruzione con la mafia» spiega invece il Professor D'Ambrosio «In quanto la prima non viene solo considerata nei dati normativi del 318 e seguenti del Codice Penale ma bensì come una condotta che provoca effetti devastanti nel lungo termine. Una malattia che è condizionata da comportamenti esterni che fungono da sintomi».
Davanti ad una numerosa cornice di pubblico i due autori hanno analizzato il proprio saggio passo per passo, partendo da semplici definizioni che spiegano cos'è la corruzione nel nostro sistema giuridico, e le forme analoghe e correlate come l'abuso di potere, la concussione, il peculato, l'induzione indebita, e attraverso una dettagliata analisi di singole fattispecie sono stati rilevati alcuni parametri fondamentali di quello che viene definito il "terreno fertile della corruzione", da rigenerare necessariamente per sottrarre energia a chi la considera pane quotidiano per sopravvivere con nefandezze.
L'obiettivo è stato così raggiunto con la elaborazione di un saggio dal titolo "Corruzione: attori e trame", edito da Mimesis e scritto a quattro mani da Francesco Giannella, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Bari e Rocco D'Ambrosio, docente ordinario di Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Una loro personale sfida che permette di far confluire assieme le due opinioni principali a cui la collettività dovrebbe attenersi, ovvero Stato e Chiesa, col preciso intento di fornire elementi necessari ad avviare una preparazione propedeutica a un impegno teso a promuovere giustizia e legalità. Seppur con linguaggi profondamente diversi, D'Ambrosio e Giannella hanno scoperto di condividere molteplici principi etici che sono poi stati trascritti nel testo.
Il testo cerca di sondare le ragioni culturali, sociali, etiche ma anche organizzative/ amministrative che costituiscono l'origine del fenomeno della corruzione nel nostro Paese, quel terreno fertile in cui mette le radici la mala pianta dell'abuso di potere, dell'interesse privato nella gestione della cosa pubblica. La giusta combinazione tra analisi pragmatica dell'operatore giuridico e la profonda riflessione morale e sociale sul decadimento ad appannaggio del sacerdote - insegnante.
Moderati nella serata del 19 marzo dalla giornalista del Corriere della Sera Giusi Fasano presso la sala convegni delle Vecchie Segherie Mastrototaro, Giannella e D'Ambrosio hanno mostrato con una serie di slides come il fenomeno della corruzione sia dilagante nel territorio italiano basato principalmente sull'attuale condizione economica del paese: «Per incidenza del fenomeno, l'Italia è terza in graduatoria, sorpassata solo da Bulgaria e Grecia» ha spiegato il Dottor Giannella «Ribadendo quindi come nei paesi con la crisi economica ai massimi termini si possano porre le fondamenta della corruzione».
«Stiamo tuttavia attenti a non far confluire la corruzione con la mafia» spiega invece il Professor D'Ambrosio «In quanto la prima non viene solo considerata nei dati normativi del 318 e seguenti del Codice Penale ma bensì come una condotta che provoca effetti devastanti nel lungo termine. Una malattia che è condizionata da comportamenti esterni che fungono da sintomi».
Davanti ad una numerosa cornice di pubblico i due autori hanno analizzato il proprio saggio passo per passo, partendo da semplici definizioni che spiegano cos'è la corruzione nel nostro sistema giuridico, e le forme analoghe e correlate come l'abuso di potere, la concussione, il peculato, l'induzione indebita, e attraverso una dettagliata analisi di singole fattispecie sono stati rilevati alcuni parametri fondamentali di quello che viene definito il "terreno fertile della corruzione", da rigenerare necessariamente per sottrarre energia a chi la considera pane quotidiano per sopravvivere con nefandezze.