Davide Mastrototaro
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Attualità

Davide Mastrototaro da Bisceglie ad "Aimo e Nadia" a Milano

«Stare lontano da casa è l’unico modo che ho per crescere e realizzare il mio sogno»

Un grande sogno nel cassetto, tanti chilometri di distanza da casa e tanta voglia di farcela. Il biscegliese Davide Mastrototaro, diplomato quest'anno all'istituto alberghiero di Molfetta, inizierà a breve la sua esperienza lavorativa a Milano nel ristorante stellato "Aimo e Nadia".

Abbiamo rivolto a Davide alcune domande prima della sua partenza per conoscere il suo percorso e le sue ambizioni.

Com'è nata la tua passione per il settore della cucina e della ristorazione?
«La mia passione per la cucina nasce quando ero piccolo: affiancavo mia madre nella preparazione dei piatti. Ricordo sempre con mia madre quando, a scuola elementare, ci fu la dimostrazione su come preparare le orecchiette e io, tornato a casa, insistetti con lei per prepararle; ora preferirebbe che preparassi le orecchiette e non i piatti elaborati che mi portano a fare giorni di prove. Mi innamorai di questo lavoro appena varcai la porta della cucina, durante l'open day all'alberghiero di Molfetta e, durante gli anni, è diventata la mia passione che porto avanti con dedizione, umiltà e rispetto».

Cosa ti aspetti dall'esperienza a Milano? Sei contento di lasciare casa o avresti preferito restare?
«Mi aspetto molto da questa esperienza a Milano, penso che sia una delle più importanti che farò, anche se ho lavorato già per loro in un'altra struttura, "Voce", in piazza la Scala. Arrivare a questo traguardo è stato molto difficile, ho dovuto sfidare altri ragazzi della mia scuola in una gara chiamata "Aimo e Nadia per i giovani". Classificandomi al primo posto sono riuscito a vincere 6 mesi di stage, 6 mesi di contratto e un corso pagato presso l'Alma, il più autorevole centro per l'alta formazione in Cucina e nell'Ospitalità italiana a livello internazionale. Credo che questa esperienza mi formerà molto sia dal punto di vista professionale che personale. Ho avuto già la possibilità di conoscere la signora Moroni, lo chef Pisani, lo chef Negrini e tutto il gruppo di Aimo e Nadia e so già che sarà meraviglioso. Non è bello lasciare casa, famiglia, amici, parenti e fidanzata, però ero consapevole fin dall'inizio che avrei dovuto fare dei sacrifici come lavorare durante le feste, stare lontano da casa. È l'unico modo che ho per crescere e realizzare il mio sogno».

Quali sono le tue specialità e in cosa vorresti perfezionarti?
«Ho cercato sempre di specializzarmi in ogni partita di cucina (team di professionisti che lavorano alla preparazione di un determinato settore della cucina), cerco di creare dei piatti unici che debbano essere belli a vedersi e buoni nella degustazione, che rispettino la stagionalità e recuperino i prodotti sconosciuti del nostro territorio».
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Pensi di essere tra coloro che vanno via per tornare o immagini il tuo futuro lontano dalla tua terra d'origine?
«Al momento è presto per dirlo, non so cosa mi riserva il futuro, ma il mio sogno sarebbe quello di fare esperienza in Italia e all'estero per poi tornare a casa».

Cosa porterai con te dei 5 anni vissuti all'Alberghiero di Molfetta e delle esperienze lavorative fatte sino a ora?
«Dell'esperienza scolastica porto con me il ricordo del tempo passato in cucina con i miei compagni di classe, al 4^ anno abbiamo partecipato a un concorso enogastronomico, dove ho diretto la brigata e siamo arrivati primi nell'istituto. Ho avuto un rapporto molto collaborativo con i miei professori, gli assistenti tecnici, i vicepresidi e il preside che mi hanno sempre supportato durante le gare di cucina e per la mia formazione scolastica e professionale. Ho iniziato questo lavoro all'età di 15 anni perdendo molti amici, presso il capannone di "panifici Di Pinto", dove ho appreso la cucina tradizionale e lo stile della preparazione per i catering, tra cui quello per Gucci a Castel del Monte, la panificazione e la pasticceria. Da quel momento capii che questo lavoro mi avrebbe portato lontano da casa e mi avrebbe fatto perdere molte amicizie, nonostante ciò sono ossessionato e innamorato di questo lavoro e non lo lascerò mai. La mia seconda esperienza di stage formativo al 3^ anno con la scuola mi ha portato invece a Norcia presso il "Granaro del Monte", ristorante guida Michelin. Qui ho affinato la mia velocità e precisione, ho imparato a disossare, tagliare, cuocere, lavorare la carne e le sue interiora, lavorando ai secondi per poi diventare aiuto pasticcere. Il rapporto con questo ristorante è continuato fino a diventare capo partita di pasticceria. Poi sono passato, durante le feste di Natale, in un'altra loro struttura, il "Vespasia- palazzo Seneca" ristorante con 1 stella Michelin, 1 stella verde e relais chateaux. Lo stage formativo del 4^ anno l'ho svolto presso il "Relò" a Bisceglie, dove ho imparato la lavorazione del pesce e dei crostacei ed ho lavorato nella partita dei primi. In quel periodo ho partecipato alla gara "migliori allievi Istituto Alberghiero", arrivando sul podio. Dopo l'esperienza maturata nell'estate tra il 4^ e 5^ anno sono stato a Milano presso "Voce". Tornato a Bisceglie ho partecipato alla gara "contest mondo scuola", arrivando sul podio. Ho svolto lo stage del 5^ anno presso "Luce-Ognissanti" a Trani, dove mi sono occupato della preparazione dei dolci, dei panettoni e dei primi. Tutte queste esperienze mi hanno permesso di crescere non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche dal punto di vista personale, rendendomi autonomo e responsabile; mi hanno permesso di realizzare molti sogni senza chiedere nulla ai miei genitori e di conoscere molte persone. Le soddisfazioni che ho raggiunto sono figlie del tempo che ho dedicato al lavoro, della passione, dell'educazione, del sacrificio e dei professori fantastici che ringrazio e ringrazierò sempre per avermi supportato nella mia crescita professionale e personale. Ringrazio il preside, il vicepreside e gli assistenti tecnici delle cucine. E ovviamente i miei genitori, che mi hanno supportato nonostante la distanza che molte volte ci ha divisi e continuerà a farlo. Ci sono anche i miei parenti e amici, che mi supportano e fanno da cavie e da consiglieri per i piatti che creo. E gli chef che mi hanno aiutato nella mia crescita professionale e continueranno a farlo».
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