Religioni
Don Paolo Bassi celebra il 25esimo anniversario di sacerdozio
Celebrazione presieduta dall'Arcivescovo D'Ascenzo nella chiesa di Sant'Adoeno
Bisceglie - mercoledì 16 settembre 2020
Mercoledì 16 settembre ricorrerà il venticinquesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale di don Paolo Bassi. Per l'occasione è in programma, alle ore 19, una celebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo Monsignor Leonardo D'Ascenzo nella chiesa di Sant'Adoeno, di cui don Bassi è parroco.
«A distanza di 25 anni desidero sottolineare l'elemento costante, che in me non è venuto mai meno, dell'identità del sacerdote: l'uomo chiamato da Dio per fare incontrare i fratelli con la misericordia e la tenerezza di Gesù tramite le sue qualità umane e attraverso le sue ferite comuni a tutti gli uomini» ha dichiarato don Paolo Bassi al mensile diocesano In comunione. «Altro strumento nella mani del sacerdote è la Parola di Dio di cui il sacerdote si nutre per nutrire i fratelli. I padri della Chiesa hanno sempre visto nella Sacra Scrittura un pascolo del quali nutrirsi e con cui pascolare il gregge con l'immagine suggestiva dei monti della scrittura» ha evidenziato.
«In questi anni poi mi sono sempre più convinto che la più alta azione sociale che un presbitero possa fare è quella di curare l'anima propria e dei fratelli e di formare la coscienza in un continuo discernimento per il progresso spirituale e, di conseguenza, umano dei fratelli. È un compito che non si può delegare ad altri pena il fallimento del ministero presbiterale e l'incapacità ad essere fermento nella massa e a rendere la comunità capace di annuncio della buona notizia.
Significativo l'episodio evangelico della samaritana che incontra Gesù, che l'ha resa consapevole di un bisogno presente nel suo cuore, più necessario dell'acqua materiale. Ovvero del bisogno di Lui, di Gesù, dopo di che la donna stessa diventa annunciatrice ai fratelli della gioia dell'incontro con il Signore. Il presbitero è chiamato a destare il bisogno del Risorto nella su comunità. Che Dio ci aiuti a destare in noi e nei fratelli la vita Gesù, vita che è alla base del rinnovato annuncio del Vangelo e roccia per edificare con Gesù la Chiesa, dal sapore dell'unità e della famiglia» ha concluso.
«A distanza di 25 anni desidero sottolineare l'elemento costante, che in me non è venuto mai meno, dell'identità del sacerdote: l'uomo chiamato da Dio per fare incontrare i fratelli con la misericordia e la tenerezza di Gesù tramite le sue qualità umane e attraverso le sue ferite comuni a tutti gli uomini» ha dichiarato don Paolo Bassi al mensile diocesano In comunione. «Altro strumento nella mani del sacerdote è la Parola di Dio di cui il sacerdote si nutre per nutrire i fratelli. I padri della Chiesa hanno sempre visto nella Sacra Scrittura un pascolo del quali nutrirsi e con cui pascolare il gregge con l'immagine suggestiva dei monti della scrittura» ha evidenziato.
«In questi anni poi mi sono sempre più convinto che la più alta azione sociale che un presbitero possa fare è quella di curare l'anima propria e dei fratelli e di formare la coscienza in un continuo discernimento per il progresso spirituale e, di conseguenza, umano dei fratelli. È un compito che non si può delegare ad altri pena il fallimento del ministero presbiterale e l'incapacità ad essere fermento nella massa e a rendere la comunità capace di annuncio della buona notizia.
Significativo l'episodio evangelico della samaritana che incontra Gesù, che l'ha resa consapevole di un bisogno presente nel suo cuore, più necessario dell'acqua materiale. Ovvero del bisogno di Lui, di Gesù, dopo di che la donna stessa diventa annunciatrice ai fratelli della gioia dell'incontro con il Signore. Il presbitero è chiamato a destare il bisogno del Risorto nella su comunità. Che Dio ci aiuti a destare in noi e nei fratelli la vita Gesù, vita che è alla base del rinnovato annuncio del Vangelo e roccia per edificare con Gesù la Chiesa, dal sapore dell'unità e della famiglia» ha concluso.