Attualità
Un giovane biscegliese al Senato per scrivere un disegno di legge
Al termine dell'esperienza formativa Generazione Italia, il 14 luglio il testo sulla parità di genere verrà presentato a Palazzo Madama
Bisceglie - venerdì 14 luglio 2017
6.45
C'era anche un biscegliese tra i selezionai per partecipare a Roma, a Palazzo Madama, al workshop su "parità di genere: affari sociali e sport" organizzato dalla Fondazione Cultura Democratica.
Duemila, di cui mille con vocazione tecnico-giuridica e 1000 con vocazione politico-amministrativa in totale, i giovani selezionati per prendere parte, tra Roma, Firenze e Milano, all'iniziativa formativa Generazione Italia, finalizzata alla stesura, da parte di un gruppo di promettenti under 35 provenienti da tutte le località d'Italia, di un intero disegno di legge da presentare alla Camera in un grande evento finale il 14 luglio.
Obiettivo: dimostrare che ci sono giovani già pronti a contribuire al percorso di riforme del Paese.
Negli anni, la fondazione ha elaborato oltre dieci disegni di legge attualmente in discussione tra Camera e Senato, tre proposte di delibera regionale e comunale, oltre a studi e analisi a supporto dell'azione di Governo e Parlamento.
Il 7 luglio Cristian Lavolpicella ha preso parte al gruppo di lavoro coordinato da Federico Castorina e dal senatore Francesca Puglisi, con cui hanno affrontato una doppia tematica: da un lato la discriminazione di genere nell'ambito sportivo, a partire dal testo di legge 91/81, dalla proposta del Sen. Fedeli dell'1 Luglio 2015 e dalla risoluzione del Parlamento europeo su "donne e sport"; dall'altra il diritto al ricongiungimento delle donne migranti "invisibili". Ora chiedono di slegare il permesso di soggiorno delle donne ricongiunte ai mariti, in caso di separazione o di divorzio per violenze, da quello del coniuge, al fine di emancipare la donna da un nucleo familiare problematico.
«Serve anche legare al permesso di un soggiorno per ricongiungimento – spiega Lavolpicella, al termine dell'esperienza, che valuta particolarmente formativa, - un'alfabetizzazione linguistica e normativa/culturale. La vera integrazione passa attraverso la conoscenza dei propri diritti e doveri. Una conoscenza del diritto di famiglia del Paese di approdo può rendere le donne maggiormente consapevoli di un contesto in cui il controllo patriarcale non è legittimato. Se l'alfabetizzazione fosse fatta nelle strutture scolastiche frequentate dai figli delle donne ricongiunte, ne trarremmo grandi vantaggi, perché queste donne possono essere una risorsa».
Duemila, di cui mille con vocazione tecnico-giuridica e 1000 con vocazione politico-amministrativa in totale, i giovani selezionati per prendere parte, tra Roma, Firenze e Milano, all'iniziativa formativa Generazione Italia, finalizzata alla stesura, da parte di un gruppo di promettenti under 35 provenienti da tutte le località d'Italia, di un intero disegno di legge da presentare alla Camera in un grande evento finale il 14 luglio.
Obiettivo: dimostrare che ci sono giovani già pronti a contribuire al percorso di riforme del Paese.
Negli anni, la fondazione ha elaborato oltre dieci disegni di legge attualmente in discussione tra Camera e Senato, tre proposte di delibera regionale e comunale, oltre a studi e analisi a supporto dell'azione di Governo e Parlamento.
Il 7 luglio Cristian Lavolpicella ha preso parte al gruppo di lavoro coordinato da Federico Castorina e dal senatore Francesca Puglisi, con cui hanno affrontato una doppia tematica: da un lato la discriminazione di genere nell'ambito sportivo, a partire dal testo di legge 91/81, dalla proposta del Sen. Fedeli dell'1 Luglio 2015 e dalla risoluzione del Parlamento europeo su "donne e sport"; dall'altra il diritto al ricongiungimento delle donne migranti "invisibili". Ora chiedono di slegare il permesso di soggiorno delle donne ricongiunte ai mariti, in caso di separazione o di divorzio per violenze, da quello del coniuge, al fine di emancipare la donna da un nucleo familiare problematico.
«Serve anche legare al permesso di un soggiorno per ricongiungimento – spiega Lavolpicella, al termine dell'esperienza, che valuta particolarmente formativa, - un'alfabetizzazione linguistica e normativa/culturale. La vera integrazione passa attraverso la conoscenza dei propri diritti e doveri. Una conoscenza del diritto di famiglia del Paese di approdo può rendere le donne maggiormente consapevoli di un contesto in cui il controllo patriarcale non è legittimato. Se l'alfabetizzazione fosse fatta nelle strutture scolastiche frequentate dai figli delle donne ricongiunte, ne trarremmo grandi vantaggi, perché queste donne possono essere una risorsa».