Spettacoli
Čechov al Teatro Garibaldi, in scena Zio Vanja
A Bisceglie il debutto della produzione pugliese di Marluna Teatro venerdì 22 dicembre
Bisceglie - mercoledì 20 dicembre 2017
07.10
Una produzione tutta pugliese, che ha scelto Bisceglie per la sua prima assoluta.
Venerdì 22 dicembre, alle ore 20:30, Marluna Teatro sarà in scena al Garibaldi per la prima teatrale di "Zio Vanja" di Anton Čechov.
Lo spettacolo, ideato dall'architetto e scenografo Massimo Marafante, è sostenuto e prodotto dall'associazione culturale Marluna Teatro e gode del patrocinio della Provincia Barletta Andria Trani.
La nuova produzione prevede il coinvolgimento di nove attori professionisti, Marianna di Pinto, Marisa Eugeni, Mariella Parlato, Pino Fusco, Maria Elena Germinario, Marco Grossi, William Volpicella, Enzo Toma, Alessandro Anglani, scelti tra le migliori compagnie pugliesi, per sperimentare una doppia lettura del testo cechoviano, mirando a mettere in luce due aspetti complementari della scrittura di Čechov: il realismo verosimile e la struttura drammaturgica che lo determina come una partitura di voci. Sul palcoscenico, spazio deputato alla finzione, verrà fuori la struttura teatrale dei protagonisti, che vivono e costruiscono le loro atmosfere e la loro realtà narrandosi. La regia dello spettacolo è affidata a Roberto Marafante, il suo taglio registico parte dalla consapevolezza della straordinaria contemporaneità di Čechov. Le azioni sulla scena sono come foto di un album di famiglia, dei momenti, dei piccoli nuclei definiti, a volte scollegati ma la cui summa rappresenta la vita reale dei protagonisti e, proprio come in un album di famiglia o in un diario, non c'è tutta quanta la vita ma quello che la rappresenta.
Čechov è certamente attuale. Lo è perché i suoi personaggi si pongono delle domande importanti: chi siamo, dove andiamo, qual è il senso della nostra vita. E mentre si pongono questi alti quesiti, consumano il loro tempo, la vita stessa, nella complessa banalità del quotidiano, di un fare pratico, necessario, piccolo e spesso inutile, non sanno come risolvere questa dicotomia. Tutto ciò è drammatico ma anche ridicolo e soccombono nella sproporzione tra pensiero e azione. Per questo il loro immolarsi non è mai eroico o, meglio, è eroico come può essere eroico condurre la propria esistenza quotidiana, che alla fine però rappresenta tutta la propria vita. Sulla scena non c'è la realtà, non c'è il vero ma il verosimile. Čechov ci mostra solo la porzione di un segmento, di cui noi non vediamo l'inizio e la fine, il prima e il dopo, non c'è unità di tempo e azione, anzi spesso il tempo-spazio non è definito, ma quello che vediamo è sufficiente a rappresentare in modo emblematico il tutto. Sta a noi ricomporre i frammenti e, come in un gioco interattivo dargli un senso: il nostro. Senso che forse coincide con quello dei personaggi, immettendoci, se così fosse, su un binario che congiunge passato, presente e futuro.
Bisceglietti al botteghino a su bookingshow.com
Venerdì 22 dicembre, alle ore 20:30, Marluna Teatro sarà in scena al Garibaldi per la prima teatrale di "Zio Vanja" di Anton Čechov.
Lo spettacolo, ideato dall'architetto e scenografo Massimo Marafante, è sostenuto e prodotto dall'associazione culturale Marluna Teatro e gode del patrocinio della Provincia Barletta Andria Trani.
La nuova produzione prevede il coinvolgimento di nove attori professionisti, Marianna di Pinto, Marisa Eugeni, Mariella Parlato, Pino Fusco, Maria Elena Germinario, Marco Grossi, William Volpicella, Enzo Toma, Alessandro Anglani, scelti tra le migliori compagnie pugliesi, per sperimentare una doppia lettura del testo cechoviano, mirando a mettere in luce due aspetti complementari della scrittura di Čechov: il realismo verosimile e la struttura drammaturgica che lo determina come una partitura di voci. Sul palcoscenico, spazio deputato alla finzione, verrà fuori la struttura teatrale dei protagonisti, che vivono e costruiscono le loro atmosfere e la loro realtà narrandosi. La regia dello spettacolo è affidata a Roberto Marafante, il suo taglio registico parte dalla consapevolezza della straordinaria contemporaneità di Čechov. Le azioni sulla scena sono come foto di un album di famiglia, dei momenti, dei piccoli nuclei definiti, a volte scollegati ma la cui summa rappresenta la vita reale dei protagonisti e, proprio come in un album di famiglia o in un diario, non c'è tutta quanta la vita ma quello che la rappresenta.
Čechov è certamente attuale. Lo è perché i suoi personaggi si pongono delle domande importanti: chi siamo, dove andiamo, qual è il senso della nostra vita. E mentre si pongono questi alti quesiti, consumano il loro tempo, la vita stessa, nella complessa banalità del quotidiano, di un fare pratico, necessario, piccolo e spesso inutile, non sanno come risolvere questa dicotomia. Tutto ciò è drammatico ma anche ridicolo e soccombono nella sproporzione tra pensiero e azione. Per questo il loro immolarsi non è mai eroico o, meglio, è eroico come può essere eroico condurre la propria esistenza quotidiana, che alla fine però rappresenta tutta la propria vita. Sulla scena non c'è la realtà, non c'è il vero ma il verosimile. Čechov ci mostra solo la porzione di un segmento, di cui noi non vediamo l'inizio e la fine, il prima e il dopo, non c'è unità di tempo e azione, anzi spesso il tempo-spazio non è definito, ma quello che vediamo è sufficiente a rappresentare in modo emblematico il tutto. Sta a noi ricomporre i frammenti e, come in un gioco interattivo dargli un senso: il nostro. Senso che forse coincide con quello dei personaggi, immettendoci, se così fosse, su un binario che congiunge passato, presente e futuro.
Bisceglietti al botteghino a su bookingshow.com