Attualità
E ora indagini sui patrimoni, la filiera della droga colpita e la lezione di Giovanni Falcone
I risvolti dell'operazione con cui a Bisceglie è stato smantellato un deposito di droga che valeva 4 milioni di euro
Bisceglie - giovedì 18 gennaio 2018
10.18
Non si tratta della più grossa quantità di droga sequestrata a Bisceglie se, rimanendo al recente passato, si ricordano le quasi due tonnellate di marijuana rinvenute dentro due furgoni fermati nella zona industriale a maggio dell'anno scorso.
Bisceglie però si eleva a base logistica del traffico di sostanze stupefacenti e se gli 8 quintali di hashish e marijuana sequestrati ieri, vengono conservati in città per essere distribuiti nelle numerose piazze pugliesi dello spaccio, vuol dire che c'è una forza attrattiva che centralizza dalle nostre parti tutta l'attività.
Abbiamo visto droga arrivare a bordo di pescherecci, cocaina purissima nascosta in un ascensore pronta a essere tagliata e presumibilmente smerciata per un guadagno stimato in 50.000 euro, due omicidi nel 2017 legati forse a contese sul mercato.
Il generale della Guardia di Finanza Nicola Altiero ha dichiarato nella breve intervista video a Bisceglieviva, pubblicata in questa pagina, che la città vanta una favorevole posizione geografica, «ci sono due grosse arterie viarie, una autostradale e una provinciale che permettono di attraversare il territorio». Insomma, persino i trafficanti di droga hanno capito che il casello autostradale per Bisceglie non serve e che le vie di collegamento sia con i comuni costieri che con quelli dell'entroterra sono relativamente comodi e sicuri.
Ma quella forza attrattiva per il narcotraffico di cui è stato accennato sopra deve avere altre leve più importanti della ottima capacità logistica.
Da quando le forze dell'ordine stanno operando sequestri di quantitativi più grandi, avanza sempre più convincente l'ipotesi che ci sia una vera e propria impresa a capo di questa attività. Prima della merce, sono stati distribuiti i soldi per finanziare le coltivazioni nei paesi esteri maggiormente indiziati (Albania e Tunisia), il traspporto via mare, la fornitura capillare per gli spacciatori locali, la disponibilità di gente comune o insospettabile a garantirsi un guadagno extra svolgendo un qualsiasi compito funzionale all'organizzazione.
È la filiera di cui ha parlato il generale Nicola Altiero nell'intervista. Con l'operazione di ieri i punti individuati e colpiti sono ritenuti «medio alti».
Altiero parla di soggetti incaricati di compravendere partite di droga, effetto dell'abilità di «parcellizzare il carico» da parte dei responsabili.
E annuncia che è arrivata l'ora di «aggredire l'organizzazione dal punto di vista patrimoniale», mediante «indagini finanziarie sui soggetti coinvolti». È la famosa lezione di Giovanni Falcone che indicava di "seguire i soldi" per arrivare all'apice piramidale delle organizzazioni criminali.
Non solo, la strada dei soldi svela la mappa di capitale ripulito in attività legali e mostra quanto il tessuto economico sia - è il caso di dirlo - drogato da innesti di provenienza illecita.
Bisceglie però si eleva a base logistica del traffico di sostanze stupefacenti e se gli 8 quintali di hashish e marijuana sequestrati ieri, vengono conservati in città per essere distribuiti nelle numerose piazze pugliesi dello spaccio, vuol dire che c'è una forza attrattiva che centralizza dalle nostre parti tutta l'attività.
Abbiamo visto droga arrivare a bordo di pescherecci, cocaina purissima nascosta in un ascensore pronta a essere tagliata e presumibilmente smerciata per un guadagno stimato in 50.000 euro, due omicidi nel 2017 legati forse a contese sul mercato.
Il generale della Guardia di Finanza Nicola Altiero ha dichiarato nella breve intervista video a Bisceglieviva, pubblicata in questa pagina, che la città vanta una favorevole posizione geografica, «ci sono due grosse arterie viarie, una autostradale e una provinciale che permettono di attraversare il territorio». Insomma, persino i trafficanti di droga hanno capito che il casello autostradale per Bisceglie non serve e che le vie di collegamento sia con i comuni costieri che con quelli dell'entroterra sono relativamente comodi e sicuri.
Ma quella forza attrattiva per il narcotraffico di cui è stato accennato sopra deve avere altre leve più importanti della ottima capacità logistica.
Da quando le forze dell'ordine stanno operando sequestri di quantitativi più grandi, avanza sempre più convincente l'ipotesi che ci sia una vera e propria impresa a capo di questa attività. Prima della merce, sono stati distribuiti i soldi per finanziare le coltivazioni nei paesi esteri maggiormente indiziati (Albania e Tunisia), il traspporto via mare, la fornitura capillare per gli spacciatori locali, la disponibilità di gente comune o insospettabile a garantirsi un guadagno extra svolgendo un qualsiasi compito funzionale all'organizzazione.
È la filiera di cui ha parlato il generale Nicola Altiero nell'intervista. Con l'operazione di ieri i punti individuati e colpiti sono ritenuti «medio alti».
Altiero parla di soggetti incaricati di compravendere partite di droga, effetto dell'abilità di «parcellizzare il carico» da parte dei responsabili.
E annuncia che è arrivata l'ora di «aggredire l'organizzazione dal punto di vista patrimoniale», mediante «indagini finanziarie sui soggetti coinvolti». È la famosa lezione di Giovanni Falcone che indicava di "seguire i soldi" per arrivare all'apice piramidale delle organizzazioni criminali.
Non solo, la strada dei soldi svela la mappa di capitale ripulito in attività legali e mostra quanto il tessuto economico sia - è il caso di dirlo - drogato da innesti di provenienza illecita.